Non sono tra coloro che “coglie” gli
articoli di Menichini mentre do spesso un’occhiata alle ‘Amaca’ di Michele
Serra o altri suoi articoli. Da un po’ di tempo non mi pare particolarmente
acuto e quando si è “concentrato” sugli stili degli italiani nei confronti dei social
network, verso cui ha un atteggiamento critico (non è l’unico), non mi parso
mettere a fuoco completamente il punto della questione.
Stamane ritrovo Serra in Repubblica che, tra l’altro, scrive: “Menichini, che dubita fortemente della consistenza e
degli esiti della sedicente rimonta,
è una voce quasi isolata. La sinistra,
in media, ha una così radicata sfiducia in se stessa da dimenticare quanto
precaria e vecchia sia l’alleanza forzaleghista. […] Se il gioco dei sondaggi
ha qualche peso e qualche credibilità, davvero non si capisce il panico: dieci punti di distacco sono irrecuperabili
anche se l’anziano arruffapopoli, dopo Balotelli, comperasse pure Messi, e
anche se l’elettorato italiano fosse così gonzo e plebeo, nel suo complesso, da
lasciarsene incantare. Infine: rispetto al passato c’è un terzo polo, quello
montiano, che leverà al forzaleghismo una buona fetta di voti moderati. La
sinistra la smetta di frignare e di menare gramo, e faccia la sua campagna
elettorale a voce alta.
Sia Michele Serra sia Stefano Menichini
sono di sinistra. Se totalmente fedeli nei secoli ai partiti di quest’ area non
so e neppure m’interessa. Culturalmente, politicamente parlando, l’area di
riferimento è la sinistra. Che, comprensibilmente, vorrebbero vedere vincente
alle prossime elezioni politiche e regionali.
Hanno ragione nel richiamare al “raziocinio”
chi sta già temendo (o “chiamando”) la rimonta berlusconiana? Hanno ragione nel
ricordare che i sondaggi affermano l’avanzata del Pd sul Pdl, ergo: la sinistra
vincerà?
Che voglia dire – in senso politico – essere
‘moderati’ non l’ho mai capito. Non capisco che specie siano i Moderati. Ma, altrettanto
non comprendo, che specie sia la sinistra. A scanso di equivoci, non condivido
la “tattica elettorale” di Monti che sostiene non esservi più ragion d’essere
tra destra e sinistra. Balle. Né, pur credendo che il ladrocinio di Stato abbia
ormai fatto dell’intera classe politica –
con rare eccezioni - degli scempiatori di professione, non escludo di rivedere
le mie posizioni. Non solo a fini elettorali.
Al contrario di Monti e di Grillo (un altro
che parla per “tatticismi” seppure motivati dall’avversione al sistema del ladrocinio
e dell’incompetenza), credo che differenze culturali e sociali vi siano. O
meglio: vi dovrebbero essere. Il punto della questione è che ragion d’essere e
sostanza vi sia nella sinistra italiana. Ergo: quale sia la differenza con gli
altri, centro o destra convenzionalmente considerati.
Sono quelli dei matrimoni gay? Sono quelli
dell’adozione alle coppie gay? Sono quelli del reddito minimo garantito. A chi,
in che modo?. C’è in giro gente “staticamente” da reddito minimo garantito che
vive meglio di me. Nel senso: che ha il superfluo del superfluo. Ha adottato in
pieno il modello capitalismo/consumismo/liberismo/berlusconismo.
Sono quelli della patrimoniale? Applicata a
chi e che come? Sono quelli del “dobbiamo creare posti di lavoro”. In che
senso? Cassa integrazione e salvataggio di aziende mono prodotto il cui mono
prodotto è –scusate il gioco di parole – prodotto da altre aziende: italiane e
straniere più concorrenziali sul mercato capitalistico/liberista.
Potrei proseguire, ma mi fermo qui.
Se l’italiano medio non ha la percezione di
cosa sia (o non sia) ‘sinistra’, non è difficile comprendere il perché questa
sia destinata a essere perdente. Anche quando vince. O meglio: quando
matematicamente vince. Vale a dire: ottiene percentualmente più voti. Ma la “vittoria”
è altra cosa. Si vince, sempre e comunque, con un modello culturale/sociale.
Un modello – fasullo o convincente o
conveniente – che dovrebbe essere la declinazione e sostanza di ciò che si è:
sinistra o altro. E qui si ritorna alla solita questione. Il modello
culturale/sociale alternativo a quello che da vent’anni imperversa: il
berlusconismo.
E da qui mi riallaccio a Serra e Menichini
che, comprensibilmente, stanno sgranando il “rosario della sinistra”. Per
allontanare i gufi o coloro che, strumentalmente, aleggiano di rimonte
berlusconiane. Che, presumibilmente, non vi saranno.
E la
non rimonta renderebbe la sinistra Pd-Sel vincente?
Capisco che Serra e Menichini stiano
facendo training autogeno ma, mi pare evidente, la storia politica italiana dimostra
che la sinistra o il centro-sinistra o quella roba lì, siano geneticamente perdenti. Anche quando i
partiti della cosiddetta sinistra ottengono una percentuale di voti/seggi maggiore
degli antagonisti.
Ed è quello che succederà anche tra un
mese. Serra e Menichini potranno festeggiare il Pd che prende più voti del Pdl.
Chi si contenta gode. Ma, nonostante la rimonta berlusconiana sia – anche in un
paese che abbonda di coglioni – improbabile, la sinistra di Pd+Sel non vincerà
se non otterrà un numero di seggi tale da evitare il governo con ‘I Moderati’: Monti,
Casini e Fini.
Governo che, forse, servirà per tenere
sotto controllo il debito ma scontenterà la sinistra del: matrimonio gay,
adozioni alle coppie gay, ecc..ecc…
Ah…già..Non è detto che questa sia la
sinistra o parte di questa. Potrebbe essere, giustappunto l’”incrocio” tra
Pd-Monti. Un organismo geneticamente modificato o una “terza via” culturale e
sociale?
Qualora il Pd ottenga – cosa improbabile secondo
i sondaggi attuali – non meno del 38% dei voti e riesca a imporsi in quelle
regioni che assegnano il maggior numero di seggi al Senato, la sinistra di
Bersani e Vendola – piaccia o no al resto degli italiani – avrà modo di
mostrare agli italiani che specie sia. Ma per ottenere una vittoria non solo
matematica, la sinistra dovrà mostrare qualche “traccia” di diversità rispetto
al passato e qualche “segnale” d’ideale e concretezza futura.
Ecco perché, diversamente da Menichini e
Serra, io ritengo che – a oggi – se la rimonta è improbabile è altrettanto
improbabile che la ‘sinistra’ sia vincente. Non vedo tracce, non vedo segnali.
E non è certo l’abbaiare di Bersani (“vi sbraneremo”) – un politico pragmatico
che ben può stare in un gruppo ma non può guidarlo - a convincermi del
contrario. Anzi…
Se, nel frattempo, Menichini e Serra
volessero provare a spiegare ai miei neuroni che sia la specie sinistra, mi porto
avanti…
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