venerdì 1 febbraio 2013

Musica, Raphael Gualazzi: Sanremo e nuovo album ‘Happy mistake’



da: la Repubblica

Gualazzi il cantautore si racconta: "Ironia leggera, come il rock 'n roll"
L'artista marchigiano parla del suo ultimo disco Happy Mistake, delle sue radici e del suo ritorno sul palco di Sanremo. Dal quale partì appena due anni fa
di Gino Castaldo


Quando parla di musica sembra avvolto da un sogno. Si capisce che suonare per Raphael Gualazzi è la parte migliore della vita, e non resiste, non si limita a parlare del nuovo album, come fan tutti, spiega, dice, ricama, ma poi va al pianoforte e fa vedere come funziona. Il nuovo disco si intitola Happy mistake, l'errore felice: "Il titolo è venuto in mente mentre lavoravamo all'album. Un giorno, mentre registravamo Senza ritegno, uno dei due pezzi che presenterò a Sanremo, eravamo in  regia a riascoltare il solo di Fabrizio Bosso alla tromba. Però c'era qualcosa di strano. Ci siamo accorti che per sbaglio era rimasta aperta anche un'altra traccia dove c'era un'altra versione dello stesso solo. Fatto è che insieme stavano benissimo, l'uno sembrava il controcanto dell'altro, e così li abbiamo tenuti tutti e due. Ecco un esempio di Happy mistake, e in musica capita spessissimo, come per la mela di Newton". Come la copertina, che vede Gualazzi incorniciato da una specie di baracca diroccata, ma che a ben vedere è una sorta di opera d'arte di Laurent Seroussi realizzata con tre pianoforti bruciati, smontati e ammonticchiati l'uno sull'altro.

Il disco è felicemente travolgente, stracolmo di entusiasmo e gioia di suonare,
con 7 pezzi in inglese, tra gospel, swing e pop d'autore, 5 in italiano e ben due strumentali. "Il primo si intitola Improvvisazione sui temi di Amarcord", spiega Gualazzi "ed è dovuto al fatto che io, essendo marchigiano, ho sempre sentito vicina la cultura romagnola, e infatti noi diciamo "marcord", quasi uguale, e ho sempre adorato quella musica di Rota. Un giorno sono andato in studio e mi sono messo a giocare sui temi del film, ma avevo detto al tecnico di tenere accesa la registrazione. E così è stato, ne ho fatte due o tre versioni e poi ho scelto quella che mi piaceva di più, senza trucchi e rimaneggiamenti. Quindi è davvero un'improvvisazione. Il secondo è un gioco d'ironia su Verdi di cui ricorre il bicentenario. Si intitola Questa e quella per me pari "non" sono, io ci vedo tante analogia con la musica che suono di solito, soprattutto per l'ironia, è leggera, come il rock'n'roll".

Quest'anno Gualazzi si ripresenta al festival di Sanremo, dal quale partì a spron battuto due anni fa, arrivando poi all'exploit dell'Eurocontest, con un secondo posto che lo ha fatto conoscere in mezza Europa. Ma rimane un alieno, l'approccio è quello di un candido che pensa solo alla musica e certe altre cose gli sfuggono, visibilmente. Come ci torna? "Da novellino, come tutti, credo, quando si trovano su quel palco, sarà una nuova emozione è una nuova esperienza. Ma io spero che vinca la musica, tutto il resto deve essere preso come un'opportunità di collaborazione, la musica non è competizione".

Sì, ma lì una gara c'è, e almeno una delle due canzoni che porta, quella che si intitola Sai, ha buone speranze di piazzarsi bene, per non dire di più. Ma lui proprio cade dalle nuvole, come se la gara fosse una cosa che non lo riguarda. Racconta che nella serata di venerdì canterà Luce di Elisa, che per lui è una delle più belle canzoni italiane degli ultimi anni, che però il festival l'ha vinto. Qualcuno gli fa notare la coincidenza, venerdì canterà una canzone vittoriosa e il giorno dopo ci sarà la finale, ma lui si guarda in giro spaesato: finale, gara? E tutto questo sotto lo sguardo amoroso di Caterina Caselli, la sua illuminata discografica, che interviene solo per sottolineare come tutto lo sforzo produttivo che è stato fatto intorno a questo disco ha una deliberata proiezione internazionale. E per una volta è probabile che possa capitare di esportare un prodotto musicale italiano di cui essere orgogliosi.

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