mercoledì 3 luglio 2013

Tempo d’estate, solari per bambini: se la protezione è un bluff

da: Il Salvagente

Solari per bambini, se la protezione è un bluff
Test su 10 prodotti analizzati dall'Istituto francese del consumo. Non mancano i problemi: nel mirino anche marchi noti.
di Giorgia Nardelli

Ce lo hanno ripetuto fino alla nausea: nelle ore più calde nessuna crema solare può proteggerci dai danni provocati dal sole. Ma se il livello dichiarato in etichetta non corrisponde a quello reale, il problema si fa ancora più serio.
Il dubbio è stato instillato la scorsa estate da una docente di farmacia dell’Università di Nantes, Laurence Coiffard, che ha pubblicato su una autorevole rivista scientifica, “Plos One”, i risultati di un test su 200 prodotti solari in commercio. Secondo i risultati dello studio, tra il 25 ed il 30% dei prodotti in vendita presenta in realtà un indice di protezione inferiore a quello indicato. E dunque non mantiene le promesse.

Questioni di metodo
La Coiffard, che da anni si occupa del problema, ha utilizzato un metodo diverso da quello in uso nell’industria cosmetica e riconosciuto a livello internazionale. Se i produttori testano le loro creme direttamente sui volontari, monitorando gli effetti dei raggi Uva e Uvb direttamente sulla pelle , la ricercatrice ha osservato l’efficacia dei solari “in vitro”, osservandone l’azione su delle placche polimeriche.
La differenza non è da poco. La Coiffard ha scoperto che nelle formulazioni di certe creme sono presenti sostanze antinfiammatorie vegetali che hanno l’effetto di ritardare l'apparizione degli arrossamenti sulla pelle. Sarebbero proprio queste sostanze che, ritardando le conseguenze dei raggi Uvb sul derma, falsano i risultati dei test sugli uomini.

Risultati falsati, e l'Uvb è inferiore
A risultare “mascherato” è l’effetto protettivo dai raggi Uvb, responsabili soprattutto di rossori e scottature, ma associati, unitamente ai raggi Uva (a loro volta responsabili dell’invecchiamento cutaneo), all’insorgenza di melanomi.

Il sì dell'Agenzia di sicurezza sui medicinali
In seguito alla segnalazione, l'Agenzia nazionale francese di sicurezza sui medicinali ha condotto delle verifiche sulla metodologia utilizzata dalla ricercatrice, concludendo che il metodo utilizzato è “un mezzo rapido ed efficace”, e decidendo di “effettuare una prima selezione tra i prodotti in commercio per meglio puntare su quelli che necessitano di indagini complementari”.

Il test dell'Istituto del consumo
In attesa che arrivino gli esiti dei nuovi test, l’Istituto nazionale dei consumatori d’Oltralpe ha effettuato altre analisi utilizzando il sistema “Coiffard” su alcuni prodotti per bambini, scelti tra quelli che hanno solo filtri minerali (diossido di titanio e ossido di zinco) o entrambi i tipi (minerali o chimici).

Promossi e bocciati
Gli esiti del test non sono incoraggianti. Dei dieci prodotti testati sei hanno ricevuto un giudizio insufficiente, perché alla prova di laboratorio il livello di protezione è risultato inferiore a quello dichiarato (le tabelle del test sono sul settimanale Il salvagente, in vendita da giovedì in edicola e da oggi nel nostro negozio on line, numero 27/2013).
Tra quelli in vendita sul mercato italiano ci sono il latte spray per bambini Clarins e la crema per neonati e bambini Mustela della linea per pelli sensibili. In entrambi i casi il fattore di protezione dichiarato è 50+ (“molto alto”), il massimo in commercio, ma la protezione dai raggi Uvb risulta inferiore, solo “alta”, con un Spf pari a 30.
Tra i promossi, invece, in vendita in Italia ci sono il solare Avène pelli sensibili, e il Vichy Capteil Solaire (che è anche il meno caro del campione).

Colpa dei filtri fisici?
Entrambi i prodotti, così come tutti quelli “promossi” dal test, contengono sia filtri minerali che chimici, contrariamente ai bocciati, nella cui formulazione compaiono solo filtri minerali. Una coincidenza che porterebbe a puntare il dito su questi ultimi tipi di solari.
Ma sia l’Istituto del consumo francese, sia la Coiffard non hanno voluto attribuire significati particolari a questo fatto: “Non si possono trarre conclusioni dalla sola lista degli ingredienti”, ha spiegato l’esperta, “Le creme solari contengono miscele estremamente complesse, con combinazioni che non sono mai le stesse e che sono specifiche per ciascun fabbricante. In più, noi ne conosciamo la concentrazione dei singoli filtri”.

Impossibile distinguere
Ne risulta che per i consumatori distinguere un prodotto “veritiero” da uno che non lo è, è impossibile.

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