da:
Il Salvagente
Solari per bambini, se la protezione è
un bluff
Test su 10 prodotti analizzati
dall'Istituto francese del consumo. Non mancano i problemi: nel mirino anche
marchi noti.
di Giorgia Nardelli
Ce
lo hanno ripetuto fino alla nausea: nelle ore più calde nessuna crema solare
può proteggerci dai danni provocati dal sole. Ma se il livello dichiarato in
etichetta non corrisponde a quello reale, il problema si fa ancora più serio.
Il
dubbio è stato instillato la scorsa estate da una docente di farmacia
dell’Università di Nantes, Laurence Coiffard, che ha pubblicato su una
autorevole rivista scientifica, “Plos One”, i risultati di un test su 200
prodotti solari in commercio. Secondo i risultati dello studio, tra il 25 ed il
30% dei prodotti in vendita presenta in realtà un indice di protezione inferiore
a quello indicato. E dunque non mantiene le promesse.
Questioni di metodo
La
Coiffard, che da anni si occupa del problema, ha utilizzato un metodo diverso
da quello in uso nell’industria cosmetica e riconosciuto a livello
internazionale. Se i produttori testano le loro creme direttamente sui
volontari, monitorando gli effetti dei raggi Uva e Uvb direttamente sulla pelle
, la ricercatrice ha osservato l’efficacia dei solari “in vitro”, osservandone
l’azione su delle placche polimeriche.
La differenza non è da poco. La Coiffard ha scoperto che nelle formulazioni di certe creme sono presenti sostanze antinfiammatorie vegetali che hanno l’effetto di ritardare l'apparizione degli arrossamenti sulla pelle. Sarebbero proprio queste sostanze che, ritardando le conseguenze dei raggi Uvb sul derma, falsano i risultati dei test sugli uomini.
La differenza non è da poco. La Coiffard ha scoperto che nelle formulazioni di certe creme sono presenti sostanze antinfiammatorie vegetali che hanno l’effetto di ritardare l'apparizione degli arrossamenti sulla pelle. Sarebbero proprio queste sostanze che, ritardando le conseguenze dei raggi Uvb sul derma, falsano i risultati dei test sugli uomini.
Risultati falsati, e l'Uvb è inferiore
A
risultare “mascherato” è l’effetto protettivo dai raggi Uvb, responsabili
soprattutto di rossori e scottature, ma associati, unitamente ai raggi Uva (a
loro volta responsabili dell’invecchiamento cutaneo), all’insorgenza di
melanomi.
Il sì dell'Agenzia di sicurezza sui
medicinali
In
seguito alla segnalazione, l'Agenzia nazionale francese di sicurezza sui
medicinali ha condotto delle verifiche sulla metodologia utilizzata dalla
ricercatrice, concludendo che il metodo utilizzato è “un mezzo rapido ed
efficace”, e decidendo di “effettuare una prima selezione tra i prodotti in
commercio per meglio puntare su quelli che necessitano di indagini
complementari”.
Il test dell'Istituto del consumo
In
attesa che arrivino gli esiti dei nuovi test, l’Istituto nazionale dei
consumatori d’Oltralpe ha effettuato altre analisi utilizzando il sistema
“Coiffard” su alcuni prodotti per bambini, scelti tra quelli che hanno solo
filtri minerali (diossido di titanio e ossido di zinco) o entrambi i tipi
(minerali o chimici).
Promossi e bocciati
Gli
esiti del test non sono incoraggianti. Dei dieci prodotti testati sei hanno
ricevuto un giudizio insufficiente, perché alla prova di laboratorio il livello
di protezione è risultato inferiore a quello dichiarato (le tabelle del test
sono sul settimanale Il salvagente, in vendita da giovedì in edicola e da oggi nel
nostro negozio on line,
numero 27/2013).
Tra
quelli in vendita sul mercato italiano ci sono il latte spray per bambini
Clarins e la crema per neonati e bambini Mustela della linea per pelli
sensibili. In entrambi i casi il fattore di protezione dichiarato è 50+ (“molto
alto”), il massimo in commercio, ma la protezione dai raggi Uvb risulta
inferiore, solo “alta”, con un Spf pari a 30.
Tra i promossi, invece, in vendita in Italia ci sono il solare Avène pelli sensibili, e il Vichy Capteil Solaire (che è anche il meno caro del campione).
Tra i promossi, invece, in vendita in Italia ci sono il solare Avène pelli sensibili, e il Vichy Capteil Solaire (che è anche il meno caro del campione).
Colpa dei filtri fisici?
Entrambi
i prodotti, così come tutti quelli “promossi” dal test, contengono sia filtri
minerali che chimici, contrariamente ai bocciati, nella cui formulazione
compaiono solo filtri minerali. Una coincidenza che porterebbe a puntare il
dito su questi ultimi tipi di solari.
Ma sia l’Istituto del consumo francese, sia la Coiffard non hanno voluto attribuire significati particolari a questo fatto: “Non si possono trarre conclusioni dalla sola lista degli ingredienti”, ha spiegato l’esperta, “Le creme solari contengono miscele estremamente complesse, con combinazioni che non sono mai le stesse e che sono specifiche per ciascun fabbricante. In più, noi ne conosciamo la concentrazione dei singoli filtri”.
Ma sia l’Istituto del consumo francese, sia la Coiffard non hanno voluto attribuire significati particolari a questo fatto: “Non si possono trarre conclusioni dalla sola lista degli ingredienti”, ha spiegato l’esperta, “Le creme solari contengono miscele estremamente complesse, con combinazioni che non sono mai le stesse e che sono specifiche per ciascun fabbricante. In più, noi ne conosciamo la concentrazione dei singoli filtri”.
Impossibile distinguere
Ne
risulta che per i consumatori distinguere un prodotto “veritiero” da uno che
non lo è, è impossibile.
Nessun commento:
Posta un commento