Lo scoop dello Spiegel, sulle intercettazioni
delle rappresentanze Ue da parte dell’intelligence americana, per ora fatica a
conquistare visibilità e attenzione qui negli Stati Uniti. Da un lato, deve
essere complicato capire quali segreti strategici possano custodire i vari
Barroso e Van Rompuy, considerati qui in America come dei personaggi di scarsa
rilevanza. Ma pù in generale, del cosiddetto Datagate bisogna “scorporare”
quelle rivelazioni che hanno a che fare con lo spionaggio ai danni dei potenti.
Per esempio: la notizia uscita durante l’ultimo G8 di Lough Erne, che nei
precedenti summit sotto presidenza inglese erano stati spiati personaggi come
l’allora presidente russo Medvedev. Embè? Dov’è lo scandalo? Se
l’intelligence americana non cerca di intercettare le comunicazioni di un
presidente russo, che cosa ci sta a fare? Un pò meno ovvio, ma solo agli occhi
dei non esperti, è lo spionaggio ai danni dei propri alleati europei. Ma in
realtà anche quello si e` sempre fatto. Ricordo, negli anni Ottanta, una fase
in cui le accuse di spionaggio militar-industriale volavano spesso tra Francia
e Stati Uniti, e con totale reciprocità. In ogni caso, dal punto di vista di
quell’opinione pubblica americana più attenta alle tutele costituzionali, e`
grave e potenzialmente illegale mettere sotto sorveglianza milioni di cittadini
Usa, non i potenti stranieri.
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