da: Cadoinpiedi
Il testo del disegno
di legge 903, annunciato dal sen.Torrisi (Pdl) dalle prime indiscrezioni -
confermate dallo stesso autore - sembra configurarsi come il più cruento
attacco alla libertà di parola online sin qui registrato.
Appena uno pensa di
aver letto la peggiore iniziativa legislativa di tutti i tempi in
fatto di bavagli all'informazione online, c'è qualcuno, in Parlamento, che -
quasi si trattasse di uno di quei film horror nei quali le scene più cruente
sembrano non aver mai fine - interviene a fugare tale convincimento.
Questa volta è toccato al Senatore Salvatore Torrisi (PDL).
Il testo del disegno di legge 903, annunciato al Senato dal Parlamentare Pdellino non è
ancora stato pubblicato ma dalle prime indiscrezioni - confermate dallo stesso
autore della proposta - che filtrano sembra proprio che si tratti del più
cruento attacco alla libertà di parola online sin qui registrato.
Il principio dal quale muove il Senatore Torrisi è
tanto semplice quanto democraticamente destabilizzante: estendere al gestore di
qualsiasi sito internet - blog inclusi - l'eccezione prevista dalla normativa
in materia di stampa secondo la quale editore e direttore di un giornale
rispondono dei reati di opinioneeventualmente commessi dai loro giornalisti,
semplicemente per non aver controllato sufficientemente e non aver evitato che
ciò accadesse.
Ed ecco la regola che il Parlamentare siciliano deriva dal principio: il
gestore di ogni sito internet - non è chiaro se la norma dovrebbe trovare
applicazione anche nei confronti dei titolari delle grandi piattaforme di
pubblicazione di contenuti altrui - avrà 24 ore per procedere alla rimozione
di ogni contenuto che gli venga segnalato come diffamatorio e se non vi
provvederà potrà essere considerato responsabile di quel contenuto al pari
dell'autore.
Gli estensori delle decine di norme proposte negli ultimi anni con lo scopo di
estendere a tutti i "gestori di siti internet aventi natura
editoriale" l'obbligo di rettifica entro 48 ore previsto dalla
legge sulla stampa a pena di vedersi condannare ad una salata sanzione
pecuniaria, appaiono, d'un colpo, timidi e smarriti agnellini, consegnati
"ingiustamente" alla storia come censori del web.
Il Senatore Torrisi vuole ben altro e non si accontenta che chiunque debba
integrare, entro 48 ore, il proprio contenuto con quello trasmessogli da chi
assuma di essere stato offeso.
L'idea del Senatore è che ciò che io scrivo o - se scritto da altri - ciò che
io pubblico debba essere "semplicemente" cancellato ed eliminato
dallo spazio pubblico telematico in un "battito d'ali" e che, in caso
contrario, io - che sia o meno l'autore del contenuto incriminato - possa
anche rischiare la galera.
"Internet non può continuare ad essere il luogo virtuale
dell'impunità", continua a ripetere Torrisi a chi gli chiede cosa lo abbia
indotto ad impugnare la penna per scrivere il suo disegno di legge
ammazza-internet.
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