da: la Repubblica
F35,
monito dal Consiglio Supremo di Difesa. "Parlamento non ha diritto di
veto"
L'organismo
contesta l'ultima parola delle Camere sull'acquisto dei caccia americani.
Ammodernamento delle Forze armate "prerogativa dell'esecutivo". M5S:
"Napolitano avvalla schiaffo al Parlamento". Grassi (Pd): "Non
veto ma libera scelta". Civati: "Grave, Napolitano e Boldrini
riaffermino sovranità del Parlamento"
Il Parlamento non può porre veti al governo
sull'adozione di provvedimenti riguardanti l'ammodernamento delle forze armate.
Questa, in sintesi, la sostanza di un comunicato diffuso al termine della
riunione del Consiglio Supremo di Difesa, tenutasi oggi al Quirinale e
presieduta dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Apparentemente generica e un po' sibillina, la nota scaturisce in realtà da una specifica vicenda e da un passaggio parlamentare altrettanto preciso: gli F35 e la mozione di maggioranza, approvata lo scorso 26 giugno, che impegna il governo a non procedere a "nuove acquisizioni" nell'ambito del programma di acquisto dei caccia americani senza che il Parlamento si sia espresso dopo un'indagine conoscitiva di sei mesi.
Il passaggio più significativo della mozione è, evidentemente, quello che
richiama una legge del dicembre 2012 che dà al Parlamento l'ultima parola
sull'acquisto delle armi, ricordando di fatto al Governo che non può decidere
senza un voto di merito delle Camere.
Ed è proprio da questo passaggio che deriva la presa di posizione odierna del
Consiglio Supremo di Difesa. La cui nota recita testualmente: nel
"rapporto fiduciario" tra Parlamento e Forze armate, "che non
può che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli",
la "facoltà del Parlamento" di "eventuale sindacato delle Commissioni
Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, non può tradursi in
un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro
natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali
dell'Esecutivo".
Alla riunione del Consiglio Supremo hanno partecipato, tra gli altri, il
premier Enrico Letta, il ministro degli Esteri Emma Bonino, il ministro
dell'Interno Angelino Alfano, il ministro dell'Economia e delle Finanze
Fabrizio Saccomanni, il ministro della Difesa Mario Mauro, il ministro dello
Sviluppo economico Flavio Zanonato, il capo di stato maggiore della Difesa
ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.
M5S: "Schiaffo al Parlamento". "L'intervento del Consiglio
Supremo di Difesa" su gli F35 "è l'ennesima prova che il Parlamento
viene concepito come ratificatore di provvedimenti del Governo.
E' sconvolgente che Napolitano avalli questo ennesimo schiaffo.
Ci aspettiamo che come presidente del Consiglio di Difesa, faccia
chiarezza". Così Riccardo Nuti, capogruppo M5S Camera.
Sempre dai Cinque Stelle, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio sottolinea che il Parlamento "può senz'altro porre
veti". Infatti, relativamente al programma F35, la Camera, lo scorso 26
giugno, con una mozione dichiarata ammissibile dalla presidenza, ha impegnato
il governo 'a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che
il Parlamento si sia espresso nel merito ai sensi dell'art. 4 Della legge 31
dicembre 2012, n.244', conclude Di Maio.
Elio Vito: "Rispettate prerogative". Il presidente della
Commissione Difesa della Camera esprime invece il convinto apprezzamento per
gli esiti della riunione odierna del Consiglio Supremo di Difesa. "Il
rispetto dei ruoli tra organi dello Stato consente al Parlamento il pieno
esercizio delle sue prerogative, come disciplinate anche dalla Legge n.
244/2012, senza tuttavia alcuna attribuzione di diritti di veto su decisioni
operative e tecniche che rientrano tra le responsabilità costituzionali del
Governo".
Grassi (Pd): "Non veto ma libera scelta". "Nel totale
rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza del Consiglio Supremo della Difesa,
autorevolmente presieduto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
faccio notare che le decisioni del Parlamento non rappresentano un diritto di
veto, ma una scelta libera, consapevole e indipendente alla quale, credo, tutti
debbano attenersi". Lo afferma Gero Grassi, vicepresidente del Gruppo Pd
alla Camera.
Scanu (Pd): "Parlamento titolare in materia". "La legge di
riforma dello strumento militare attribuisce al Parlamento la competenza
primaria in materia di acquisizione e riordino dei sistemi d'arma". E'
quanto rileva Gian Piero Scanu, capogruppo Pd in commissione Difesa alla
Camera, secondo cui "la mozione recentemente approvata dalla Camera,
inoltre, ribadisce la titolarità del Parlamento su questa materia e impegna il
governo a tener conto delle proprie indicazioni". "La sovranità del
Parlamento - conclude Scanu - non può essere derubricata come mero esercizio di
veto e, d'altro canto, come tutte le leggi, anche quella di riforma dei sistemi
d'arma è stata controfirmata dal Capo dello Stato".
Civati: "Fatto di estrema gravità". Sul suo blog, il democratico
Giuseppe Civati pubblica un post intitolato "Il Parlamento è sovrano
(forse)", in cui si dice d'accordo con i colleghi che "rifiutano in
toto" la presa di posizione del Consiglio di Difesa sugli F35. "Si
tratta di un fatto di estrema gravità, rispetto al quale il presidente della
Repubblica e, soprattutto, la presidente della Camera dovrebbero riaffermare la
sovranità del Parlamento. Immediatamente".
Latorre (Pd): "Polemica pretestuosa". Tra i democratici si distingue
la posizione del senatore Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa a
Palazzo Madama. "Un Paese industriale moderno come il nostro che fa parte
di un consesso internazionale deve riqualificare il sistema della Difesa, non
smontarlo. E la sua riorganizzazione deve avvenire sempre nel pieno rispetto
del Parlamento, come del resto afferma la legge 244 del 2012. In questo senso,
il Consiglio Supremo di Difesa oggi ha fornito un contributo importante alla
discussione in atto, legittimando lo spirito della legge 244 senza contraddire,
come è stato impropriamente osservato, le decisioni contenute nella mozione di
maggioranza appena approvata alla Camera e rispettando tutto il dibattito
parlamentare svoltosi sul tema". Il Consiglio, inoltre "ha
sottolineato l'esigenza di rimanere sempre nel quadro di un rapporto fiduciario
fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli degli organi dello
Stato. Ogni altra polemica è pretestuosa".
Migliore (Sel): "Mozione non blocca programma". Gennaro Migliore,
presidente dei deputati di Sinistra Ecologia Libertà, ribadisce quanto
affermato a caldo dopo l'approvazione della mozione di maggioranza, lo scorso
26 giugno: "Non c'era nessuna sospensione del programma di acquisto degli
F35. Secondo quanto ribadito oggi dal Consiglio Supremo di Difesa, e già
sostenuto da Sel durante le votazioni delle mozioni alla Camera, la legge
244/2012 non è vincolante e, contrariamente a quanto affermato dalla
maggioranza, non trasforma la facoltà di indirizzo del Parlamento in diritto di
veto sulle decisioni dell esecutivo in merito alla qualità e la quantità degli
armamenti. Con la nostra mozione, il Parlamento avrebbe sospeso in via definitiva
l'acquisizione degli F35.
Lega: "Mauro riferisca alle Camere". La Lega ha chiesto al ministro
della Difesa, Mario Mauro, di riferire alla Camera. "La settimana scorsa
si è votata una mozione, con il presunto potere di veto del Parlamento"
sugli acquisti degli F35 che "di fatto è carta straccia", ha detto in
Aula il deputato Gianluca Pini. "Sarebbe assolutamente urgente che il
ministro della Difesa tornasse in Aula e chiarisse in materia definitiva come è
andata a finire la storia. E' inconcepibile che una mozione faccia questa
fine".
Musolino (Pdci): "Governo truffa italiani". Maurizio Musolino,
coordinatore del Dipartimento Esteri del Pdci, denuncia invece il "gioco
delle tre carte" di Enrico Letta, Emma Bonino, Angelino Alfano, Fabrizio
Saccomanni, Mario Mauro, Flavio Zanonato, oltre che del capo di Stato maggiore
della Difesa ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Gli stessi, e qui sta la truffa
nei confronti dei cittadini italiani, che una settimana fa avevano contribuito
a formulare la mozione di maggioranza".
Rivincita del Parlamento: "Governo non può vendere armi". La
Commissione Difesa della Camera ha approvato oggi un parere della relatrice
Federica Mogherini (Pd) sul decreto per il rilancio dell'economia. In base al
testo approvato, il governo non può più vendere armamenti italiani a Stati con
cui intrattiene rapporti di cooperazione. Prima della modifica, il ministro
della Difesa, "nell'ambito degli accordi di cooperazione o di reciproca
assistenza tecnico-militare stipulati con gli altri Stati", poteva
"svolgere attività contrattuale per l'acquisto da parte dei citati Stati
di materiali di armamento prodotti dall'industria nazionale, ovvero fornire il
necessario supporto tecnico amministrativo".
De Petris (Gruppo misto): "Consiglio sconcertante". "E'
sconcertante che il Consiglio Supremo di Difesa voglia ridurre il Parlamento a
semplice ratificatore delle decisioni che assume il Governo (...) impugnando un
fantomatico 'ammodernamento' delle Forze armate come prerogativa costituzionale
dell'Esecutivo per giustificare l'inutile acquisto degli F35".
Bonelli (Verdi): "Usare quei soldi contro la povertà".
"Spendere 15 miliardi di euro per gli F35 significa rendere più poveri gli
italiani", dichiara il presidente dei Verdi. Quei soldi, aggiunge
"devono essere usati per affrontare l'aumento della povertà, la
disperazione sociale, la disoccupazione giovanile a livelli stellari,
l'acutissima crisi ambientale dell'Italia, i pendolari costretti a viaggiare in
carrozze fatiscenti. Cancellare gli F35 è un dovere del Parlamento".
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