da: Il Fatto Quotidiano
Consulta
boccia taglio Province: “Così è costituzionalmente illegittimo”
Secondo
i giudici costituzionali la riforma degli enti prevista dal Salva Italia
"non è materia che si può disciplinare con un decreto legge". Pieroni
(Upi Toscana): "Ora ci diano risorse economiche"
La Consulta ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale della riforma delle Province contenuta
nel decreto Salva Italia e il loro riordino, che ne prevede la
riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione. Non è materia da
disciplinare con decreto legge, hanno stabilito i giudici costituzionali.
Secondo la Consulta, ”il decreto-legge,
atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e
urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma
organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel
presente giudizio”. Per questo motivo, si legge in una nota, la Corte costituzionale
nella camera di consiglio di oggi “ha dichiarato l’illegittimità
costituzionale: dell’articolo 23, commi 4, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21 bis
del decreto-legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni
dall’art. 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214; degli artt. 17 e 18
del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95, convertito con modificazioni, dall’art.
1, comma 1, della legge 7 agosto 2012, n. 135 per violazione dell’art. 77
Costituzione, in relazione agli artt. 117, 2 comma lett. p) e 133, 1 comma
Costituzione”.
La Consulta aveva esaminato nel corso
dell’udienza pubblica di martedì i ricorsi presentati dalleRegioni contro
il decreto Salva Italia (decreto 201) del dicembre 2011 che con l’articolo 23
ha di fatto “svuotato” le competenze delle Province e ne ha profondamente
modificato gli organi di governo: non più di 10 componenti eletti dai Comuni e
il presidente scelto all’interno del consiglio provinciale. Sotto la lente
della Corte anche il decreto 95 del 2012 sul riordino delle Province in base ai
due criteri dei 350mila abitanti e dei 2.500 chilometri di estensione in base
ai ricorsi avanzati dalle autonomie.
“La sentenza della Consulta ci dice con
chiarezza che avevamo ragione noi quando dicevamo che una riforma come quella
dell’abolizione della Province non poteva essere fatta per decreto”.Andrea
Pieroni, presidente della Provincia di Pisa e di Upi Toscana, commenta
così la bocciatura del decreto Salva Italia, nella parte riferita alle
Province, decisa dalla Corte Costituzionale. “Ora – ha aggiunto – si riparte da
capo, quindi il Parlamento dovrà decidere cosa fare, ma di sicuro
servirà una legge costituzionale e questa decisione della Consulta consentirà a
governo e Parlamento di prendere una strada precisa”.
Pieroni ha poi sottolineato che il
pronunciamento della Corte “interrompe anche il presupposto del trasferimento
delle funzioni ai Comuni” e che il “tema reale da affrontare ora è quello delle risorse
economiche, perchè noi continuiamo ad avere tutte le funzioni e tutte le
competenze, ma non abbiamo più i soldi necessari per esercitarle in maniera
adeguata”. “Credo – ha concluso Pieroni – che adesso il legislatore dovrà
prendere atto del fatto che in attesa di una riforma costituzionale seria e
organica dovranno essere assegnate le risorse necessarie per operare in maniera
adeguata nell’interesse dei territori e delle comunità”.
“L’odierna sentenza rende ancora più
importante intervenire attraverso le riforme costituzionali sull’intero Titolo
V, in particolare per semplificare e razionalizzare l’assetto degli enti
territoriali”, ha detto invece il ministro per le Riforme costituzionali Gaetano
Quagliariello.
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