da: La Stampa
Il «New York Times» ha scoperto che gli
italiani gesticolano, ma non il perché: proverò a svelarlo nell’ultima riga.
Prima vorrei confutare un’affermazione contenuta nell’articolo: «Per gli
italiani è così naturale gesticolare che faticano a credere che gli altri non
lo facciano». Veramente non fatichiamo affatto, per la semplice ragione che gli
altri - specie gli americani - gesticolano almeno quanto noi. Solo in modo più
nevrotico. L’italiano modello Alberto Sordi compie gesti molli e rotondi:
braccia spalancate a croce per esprimere rassegnazione, dita racchiuse a
monticello e agitate morbidamente per manifestare una spontanea sfiducia nel
prossimo («Ma che stai addì?»).
Il gesticolare americano è invece rigido,
militaresco. Trasuda assertività e procede a scatti in un turbinare di «okay» e
di pollicioni svettanti come obelischi a pochi centimetri dal naso
dell’interlocutore. Purtroppo da qualche tempo i gesticolatori d’oltreoceano
hanno inventato una mossa terrificante: le virgolette. Quando intendono
caricare qualche parola di un significato metaforico, sollevano indice e medio
di entrambe le mani e graffiano l’aria per significare che stanno virgolettando
il discorso. Come tutte le mode orrende, anche questa è dilagata in maniera
incontrollabile e ormai ovunque si vedono persone che parlano «fra virgolette»,
agitando i moncherini in faccia al prossimo. A noi nostalgici del bel gesto
andato, non resta che rispondere rispolverando la tradizione autoctona:
racchiudere le dita a monticello e agitarle morbidamente.
P.S. Dimenticavo: gli italiani parlano a
gesti per non farsi intercettare dalle cimici degli americani.
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