da: Il Fatto Quotidiano
Prestiti,
Cucchiani difende Intesa. Ma la sua banca lesina perfino le carte di credito
La
lista dei documenti che il primo istituto italiano richiede ai suoi correntisti
cui è scaduta una semplice Mastercard assomiglia alle garanzie da presentare
per ottenere un contratto d'affitto. E include le ultime buste paga e il Cud.
Immaginabile la trafila per ottenere un prestito
di Giovanna
Trinchella
Da parte di Intesa SanPaolo “non
c’è nessun credit crunch“, nessuna stretta del credito. L’amministratore
delegato della banca, Enrico Cucchiani, lo sta
ripetendo come un mantra nelle ultime settimane. Lo fa puntualmente
ogni volta che i numeri sul credito bancario a
imprese e famiglie risvegliano le proteste dei consumatori e i
rimbrotti di Bankitalia e Confindustria. Ma non deve averlo detto altrettanto
chiaramente agli addetti allo sportello delle filiali di Intesa SanPaolo, dove
è difficile persino rinnovare la carta di credito, figurarsi ottenere un
prestito o un mutuo.
La lista dei documenti che la prima
banca italiana richiede ai suoi clienti cui è
scaduta la carta di credito,
infatti, assomiglia alle garanzie da presentare per ottenere un contratto
d’affitto. E include le ultime buste paga e il Cud. Non si fanno
eccezioni per la clientela affezionata che non ha mai dato problemi di
scoperto e ha sul conto conto corrente liquidità sufficiente per coprire un
anno di plafond medio. Immaginabile, quindi, che per casalinghe, studenti e
disoccupati che hanno comunque le spalle coperte, la carta sia diventata un
miraggio. “Chiediamo le stesse cose anche ai clienti che sono con noi da 30
anni”, spiega inequivocabilmente l’impiegata alle rimostranze del cliente
sorpreso.
Alle domande sul perché di questa
procedura, l’operatrice spiega che bisogna aprire una proceduraCrif, che è il
gestore del principale Sistema di Informazioni Creditizie (SIC), cioè
una centrale di rischio. Ovvero un archivio informatico che contiene i dati sui
finanziamenti richiesti ed erogati a privati e imprese. Le informazioni
contenute nel SIC vengono raccolte e trasmesse a Crif dalle banche e dalle
società finanziarie che aderiscono volontariamente al sistema. Ed è così che le
stesse banche e società finanziarie possono consultare le informazioni per
valutare l’affidabilità del cliente.
Piccolo particolare: questa dovrebbe essere
parte della procedura standard per chi chiede mutui e prestiti. Se
questo è l’andazzo, si capisce bene, quindi, come mai il mercato del credito
alle famiglie nel 2012 e nel primo trimestre del 2013 sia tornato ai
livelli del 2009, con erogazioni rispettivamente in callo dell’11,7 e del 5,9
per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente. In dettaglio, secondo l’Osservatorio
sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, Prometeia edallo stesso
Crif, le erogazioni di mutui immobiliari per acquisto di abitazioni sono in
forte riduzione (-47% nel 2012 e -16,8% nel primo trimestre 2013). E la qualità
del credito peggiore sia per i mutui sia per il credito al consumo e ci sono
prospettive di lieve crescita solo a partire dal 2014.
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