Sono andata nel sito di Famiglia Cristiana
certa che, le esternazioni di Fabrizio Cicchitto sulle parole dette da Papa
Francesco nella sua visita a Lampedusa, non sarebbero “passate inosservate”
(post sotto).
Ovviamente, ho trovato ciò che immaginavo.
Ci ho trovato anche un titolo azzeccato sulla giornata parlamentare odierna,
vissuta dalle “larghe intese” all’insegna dell’appoggio – temporaneo, secondo
il Pd – a Mediaset. Pardon: a Berlusconi.
da: Famiglia Cristiana
Parlamento
chiuso per Mediaset
Ecco
a voi l'Aventino di Berlusconi. Deputati e senatori del Pdl, con l'appoggio di
molti parlamentari del Partito democratico, hanno sospeso i lavori dell'aula.
Anteponendo le beghe giudiziarie del "caro leader" del Cavaliere ai
doveri istituzionali. E regalandoci uno dei momenti più bassi della storia
della Repubblica.
di
Francesco Anfossi
Grazie a un colpo di genio di Renato
Brunetta il Pdl ha inaugurato la sospensione del Parlamento per “legittimo
impedimento”. Tre giorni di stop ai lavori in aula. Una decisione che
negli altri Paesi dell’Occidente viene presa
in caso di guerra termonucleare.
Ma qui il motivo è più importante: riunire la direzione nazionale del partito e
discutere sulla “scandalosa” decisione della Cassazione che ha osato mettere in
agenda la sentenza su Berlusconi troppo presto, il 30 luglio, ben prima dei
termini con cui scatterebbe la prescrizione.
E così si è arrivati a questa trovata scandalosa che antepone gli impegni di
partito e le apprensioni per il “caro leader” ai doveri istituzionali, gettando
alle ortiche giorni preziosi per un Paese ormai fiscalmente cianotico, appena
declassato da un’agenzia internazionale, con la disoccupazione giovanile al 40
per cento, decine di milioni di famiglie sotto la soglia di povertà e migliaia
di aziende che muoiono come mosche ogni giorno.
Ora ci aspettiamo che i deputati che hanno votato a favore della sospensione
devolvano i tre giorni di festa e ammuina partitica, pari a 600 euro tra
indennità e diaria (la metà di uno stipendio mensile di un operaio o di un
insegnante) a un apposito fondo per le famiglie. Il minimo di risarcimento
dovuto agli italiani da questi campioni della democrazia. In attesa di
mandargli il conto a casa nel caso dovessero riprendere le locuste della
speculazione internazionale, sempre in agguato, soprattutto dopo il
declassamento di Standard &Poor’s.
Intendiamoci, il merito di tutto questo non
è solo del vulcanico capogruppo alla Camera Brunetta e dell’ineffabile collega
del Senato Schifani. Una decisione così irresponsabile, in uno dei momenti
più cruciali per la vita del Paese, va imputata a tutti i parlamentari che
hanno approvato in aula la sospensione, compresi i deputati e i senatori del
Partito democratico, timorosi forse di urtare la suscettibilità degli alleati
di questa strana e surreale maggioranza di Governo, che peraltro già ci metteva
abbondantemente del suo tra temporaggiamenti e rinvii. I parlamentari del Pdl e
del “Pd meno elle”, come li chiama Grillo, si sono fatti sopravanzare in
dignità perfino dai parlamentari a Cinque Stelle (che pure in fatto di
ostruzionismo non scherzano).
I grillini hanno giustamente protestato contro quell’indegno “Aventino de
noantri” in salsa Mediaset che confonde i guai giudiziari di un capopartito
condannato in secondo grado per aver evaso le tasse con il delitto Matteotti.
Pochi deputati “dem” hanno tenuta accesa la fiammella della responsabilità,
uscendo dall’aula al momento del voto in questa notte della Repubblica. Tutti
gli altri si sono accodati alla sudditanza berlusconiana. I grillini si sono
tolti giacca e cravatta in aula in segno di dissenso. Protesta sbracata? Può
darsi. Ma rimanere in camicia è sempre meglio che rimanere senza dignità.
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