da: Il Fatto Quotidiano
Rai,
ecco a chi vanno i due miliardi di euro all’anno di appalti pubblici
In
un documento segreto di 20 pagine, consegnato dal dg Gubitosi alla Commissione
di Vigilanza, ci sono i nomi delle 2400 società che si sono divise la torta:
dall'ex dalemiano Velardi ai fratelli 'berlusconiani' Casella, per finire a
Dino Vitola, 'protetto dall'ex An Rositani
di Carlo
Tecce
Le pagine, venti. Le
società, 2400. Le scatole, infinite. Il denaro, 2 miliardi di euro. Ogni anno,
a ogni sussulto di canone che rispetta l’inflazione, la Rai distribuisce
centinaia di appalti e commesse per le serie televisive e per la ristorazione,
per i varietà e i trasporti. Un documento di viale Mazzini, che il Fatto
Quotidiano ha visionato e la Commissione di Vigilanza dovrà esaminare, prova a
servire la trasparenza: le tabelle, in ordine alfabetico, sembrano un elenco
telefonico. Ma di nome e in nome, di sigla in sigla, si scoprono le aziende che
lavorano con i migliori contratti.
I fratelli Casella, Losito e Mediaset
Per fare impresa in
viale Mazzini, società pubblica che può apparire inespugnabile, non occorrono
grossi capitali: una società a responsabilità
limitata, 10mila euro per
cominciare, un preventivo, un progetto. I fratelli Casella, Cristian e Marco,
avevano esperienza. Il minore Marco ha in carriera sette anni e mezzo
nell’ufficio stampa di Silvio Berlusconi e un incarico nei giovani per la
libertà. Il maggiore Cristian, l’amministratore, aveva gestito la televisione
di propaganda berlusconiana. Il passato di rilievo, seppur politicamente non imparziale, fa scorrere il cancello di viale Mazzini. Qualche sospetto e qualche accusa nascono presto e finiscono ancora prima. I ragazzi sono cresciuti e, in questa stagione, possono vantare un programma (costato 600mila euro, una parte ai fratelli) su Rai1 condotto da Paola Perego e i 10mila euro di 2B Team Group valgono ancora di più.
La presenza di amici al quadrato di Silvio Berlusconi non è un’ossessione per la Rai, anzi, è quasi una prassi, una tradizione che si rinnova e si amplifica. Quando Teodosio Losito, rinomato ammiratore e produttore di Gabriel Garko e Manuela Arcuri su Canale 5, ha incassato un paio di commesse per la televisione pubblica, subito il pensiero è volato a Mediaset, a Cologno Monzese.
Proprio a Cologno Monzese, Losito ha residenza: una curiosità, nulla più. Perché fra i soci di Ares Film c’è Rti, acronimo di Reti televisive italiane, una controllata di Mediaset. Losito non si è fatto impressionare, non ha mai commentato né smentito, finché la quota di Rti è scesa al 5 per cento.
Non si è mai mossa dal 10 per cento, né un passo avanti né un passo indietro, l’ex compagna di Paolo Berlusconi, Patrizia Marrocco. La Luxvide di Ettore Bernabei e figli non è mai la novità, né in negativo né in positivo: la torta per la fiction si riduce di qualche milioni di euro, ma i santi e i poeti raccontati non perdono spazio né puntate.
Anche se il franco-tunisino Tarak Ben Ammar, da sempre alleato di Berlusconi, vorrebbe vendere il 18 per cento del pacchetto azionario che detiene attraverso Prima Tv. L’ennesima edizione di Don Matteo, il prete interpretato da Terence Hill, sarà pronta al prezzo di oltre 15 milioni di euro. E la presenza di Banca Intesa fra i soci trasforma la Luxvide in un colosso multinazionale, non soltanto per le propaggini che si estendono sino a Londra.
Fiduciarie anonime e scatole cinesi
Ecco, per rintracciare
un committente di spessore, per la quantità dei prodotti offerti, vale la pena
fare un salto nella capitale inglese. E magari, però non sarà facile, capire
chi si nasconde (o non vuole farsi riconoscere) dietro la fiduciaria Reynolds
Advisor Limited, azionista di maggioranza relativa (40%) di Albatros
Entertainment di Maurizio Momi e Alessandro Jacchia, entrambi italianissimi,
entrambi riferimenti costanti per i palinsesti di viale Mazzini.
Albatros ha un’estrazione di centro più destra, molte volte si è speso (a parole, sia chiaro) l’ex ministro Maurizio Gasparri. L’esterofilia può farci sbarcare persino in Olanda. Paypermoon Italia fu un’invenzione di Claudio Velardi, all’epoca reduce dagli anni di Palazzo Chigi con Massimo D’Alema.
Il referente italiano di Paypermoon, che realizza serie televisive con i vari Neri Marcorè e Anna Valle, si chiama Mauro Mari. Le quote italiane sono divise in tre pezzi: il 3% sta a Londra, il 37% fa capo ad Aislin Italia e il restante a un’omonima olandese.
La parte italiana, però, è di proprietà olandese: leggendo l’ultimo bilancio disponibile, dichiara 714 euro di utile. Sarà che le buone idee premiano e così, nonostante una finanzia non certo multinazionale, la Paypermoon ha tante serate da girare e occupare per circa 8 milioni di euro. Ci sono produttori che non beccano una voce di spesa da anni e colleghi che non mancano mai.
I direttori apprezzano la fantasia (e il successo) di Lorenzo Mieli, che non va legato soltanto a Fremantle Italia. Wildside, uffici in viale Mazzini, raccoglie giovani di talento e cognomi, il bravo regista figlio di Maurizio Costanzo, Saverio; l’esegeta di Notte prima degli esami, Fausto Brizzi e Mario Gianani, da poco marito di Marianna Madia, deputata Pd.
I grandi affari dei soliti noti
Il calabrese Dino
Vitola si è ritrovato in mezzo a una polemica sterminata perché durante il suo
Canzoni e Sfide, al teatro Politeama di Catanzaro, in sala c’era il camorrista
Gaetano Marino (poi ammazzato) che ascoltava la figlia cantare. Il nome di
Vitola figura ancora fra i fornitori di viale Mazzini, quelli che, esaminati e
vagliati, possono partecipare a una gara.
Per vicinanza territoriale, di origine, s’intende, il consigliere d’amministrazione Guglielmo Rositani l’ha sempre difeso in Cda. In ascesa, va segnalata la Tunnel Produzioni di Ferdinando Mormone che, per Rai2, ha confezionato il contenitore di satira Made in Sud con Elisabetta Gregoraci, moglie di Flavio Briatore.
Il fallimento di soldi pubblici per Barbarossa, Umberto Bossi protagonista di un cameo, non ha stroncato il rapporto fra il regista Renzo Martinelli e viale Mazzini. Roberto Sessa ha cambiato tanto, ma non ha smarrito la sintonia con la Rai e ritorna operativo con Picomedia.
Di Benedetto & C. passato di ritorno
L’ex direttore generale Agostinò Saccà ha preso il largo, non senza qualche
imbarazzo interno (ha i suoi amici e i suoi nemici) e, da ex capo di tutto in
viale Mazzini, fa lievitare la Pepito. C’è un gruppo storico, plasmato nelle
ultime stagioni, che conferma la presenza. C’è sempre la Goodtime di Gabriella
Buontempo, ex moglie di Italo Bocchino.
Come la Titania di Ida Di Benedetto, consorte di Giuliano Urbani. La Itc di Beppe Caschetto va bene anche con la cinepresa. E l’agente Lucio Presta, Arcobaleno 3, presidia sempre il territorio. Questa settimana, i parlamentari in Vigilanza Rai avranno le venti pagine che il dg Gubitosi – dopo aver iniziato a ripulire l’albo – ha consegnato al presidente Roberto Fico: può annoiare e ricordare un elenco telefonico, ma ci sono notizie e incroci che possono aiutare la televisione pubblica a sconfiggere brutti sprechi e cattive abitudini.
Come la Titania di Ida Di Benedetto, consorte di Giuliano Urbani. La Itc di Beppe Caschetto va bene anche con la cinepresa. E l’agente Lucio Presta, Arcobaleno 3, presidia sempre il territorio. Questa settimana, i parlamentari in Vigilanza Rai avranno le venti pagine che il dg Gubitosi – dopo aver iniziato a ripulire l’albo – ha consegnato al presidente Roberto Fico: può annoiare e ricordare un elenco telefonico, ma ci sono notizie e incroci che possono aiutare la televisione pubblica a sconfiggere brutti sprechi e cattive abitudini.
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