Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita.
— Benedetto XVI (@Pontifex_it) 28 febbraio 2013
Pensieri su ciò che ci circonda. Media, politica, attualità, libri, film e quant’altro.
giovedì 28 febbraio 2013
Benedetto XVI ha lasciato il Vaticano
Il Grillo quotidiano: test in corso, bluff iniziato
Ieri.
“test” per capire quanti sono quelli che
vorrebbero soccorrere il Pd; non ancora ultimato...
Oggi
Bluff in corso. Con 'cinguettio'...
" Se proprio Pd e PdL ci tengono alla governabilità possono sempre votare la fiducia al primo Governo M5S:beppegrillo.it/2013/02/fiduci… " @byoblu
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 28 febbraio 2013
Giustizia all’Italia, rogo Thyssen: ridotta in appello la pena al manager
da: Adnkronos
Thyssen,
ridotta in appello pena manager. Giudici: nessun dolo. I familiari: vergogna
Pena ridotta a 10 anni per
l'amministratore delegato della Thyssenkrupp Harald Espenhahn al processo
di II grado per il rogo alla Thyssenkrupp di Torino in cui il 6 dicembre
2007 morirono 7 operai.
Lo ha deciso la Corte d'Assise d'Appello di
Torino, che ha riformato la sentenza di I grado che lo condannava a 16 anni e
mezzo di reclusione elo ha condannato a 10 anni per omicidio colposo, non
confermando quindi la formula dell'omicidio volontario con dolo eventuale.
Al termine della lettura della sentenza, le
madri degli operai morti hanno urlato ''vergogna'', e poi ''non c'è giustizia,
sono morti inultilmente''.
Ridotte le pene anche per gli altri cinque
imputati del processo: sette anni a Gerald Piregnitz e Marco Pucci, otto
anni e 6 mesi per Raffaele Salerno, 8 anni a Cosimo Cafueri e 9 anni di carcere
per Daniele Moroni.
Per il pm Raffaele Guariniello, "al di
là del riconoscimento del dolo, resta una sentenza storica: quello che
conta è che mai in Italia o nel mondo sono state date pene così alte per
degli infortuni sul lavoro".
Elezioni 2013, non rieletti: si consolano con i maxi-vitalizi
da:
Corriere della Sera
Senza
seggio, «consolati» dai maxi-vitalizi
I
200 privilegiati con doppia razione
Nel
Lazio 40 assegni ai non rieletti. Formigoni al Senato con 450 mila euro di
buonuscita
Teodoro Buontempo avrà di che consolarsi.
Trombato alle elezioni della Camera, il presidente della Destra porta a casa
doppio vitalizio. Deputato per cinque legislature, si è ritrovato assessore
della Regione Lazio nel momento in cui si cancellavano per legge i vitalizi
(naturalmente dal giro successivo), ma estendendo contemporaneamente quel
beneficio ai componenti della giunta. Avendo avuto Buontempo due vite politiche,
ecco che gli spettano due vitalizi. Un'assurdità in piena regola, però mai
corretta. Con il risultato che non soltanto ci sono in Italia almeno 200 ex
politici cui spetta doppia razione, ma ancora adesso, dopo l'abolizione dei
vitalizi in tutte le Regioni seguita all'indignazione popolare, c'è chi potrà
cominciarne a godere. Come l'ex consigliere laziale dell'Udc Rodolfo Gigli, dal
2001 al 2006 deputato di Forza Italia. Oppure l'ex capogruppo del Pd nella
stessa Regione Esterino Montino, senatore ulivista per sette anni: il quale
forse vi dovrebbe però rinunciare nel caso in cui fosse eletto sindaco di
Fiumicino. O ancora l'ex vicepresidente Udc della giunta di Renata Polverini,
Luciano Ciocchetti, deputato durante tre legislature, sia pure a corrente alternata:
anche se per avere l'assegno della Camera gli toccherà probabilmente aspettare
fino all'età di 60 anni, lui che ne ha 54. Il vitalizio della Regione, quello
invece può scattare da subito. Perché applicando le vecchie regole ancora
valide per consiglieri e assessori uscenti e grazie a una modifica furbetta
introdotta in Parlamento che ha vanificato il limite dei 66 anni previsto dal
decreto anti-Batman di Mario Monti, la pensione può scattare già a 50 anni.
Musica: Carlo Verdone incontra Joe Bonamassa
da: la Repubblica
Verdone:
io e la star Joe Bonamassa.
Con
lui rinasce la chitarra dei grandi
Il
regista, noto esperto e fan del rock, incontra il bluesman italo-americano, ex
enfant prodige, che stasera si esibisce all'Alcatraz di Milano e sabato a
Padova
di
Carlo Verdone
Il firmamento del blues e del rock ha una
nuova stella: un ragazzo che iniziò a suonare la chitarra classica da bambino
per poi innamorarsi del grande blues di B. B. King che lo volle in un suo tour
a soli 12 anni. Uno straordinario chitarrista dal cognome italiano: Joe
Bonamassa. Tutti sanno della mia passione per la musica, per i grandi
chitarristi (Hendrix, Page, Beck e Clapton su tutti), e così non potevo
resistere alla tentazione d'incontrare un ragazzo che ha fatto riscoprire la
chitarra ai tanti giovani (ma anche ai tanti nostalgici dei tempi d'oro del
blues-rock come me) che accorrono ai suoi concerti con l'entusiasmo dei vecchi
tempi.
La grandezza e l'eleganza di Bonamassa non è solo nel suo immenso talento nel toccare le corde ora con dolcezza, ora con rapidità impressionante, ora con foga aggressiva e trascinante, e in una voce che migliora di album in album. S
La grandezza e l'eleganza di Bonamassa non è solo nel suo immenso talento nel toccare le corde ora con dolcezza, ora con rapidità impressionante, ora con foga aggressiva e trascinante, e in una voce che migliora di album in album. S
Lucio Dalla, un anno dopo: lunedì 4 marzo concerto a Bologna
da: La Stampa
Piazza
Grande si prepara al Dalla-day
Lunedì
concertone a Bologna (e su Rai 1) a un anno dalla scomparsa. Ospiti Morandi,
Bocelli, Nannini e Ron
di Franco
Giubilei
Mancano pochi giorni al Dalla-Day, quando
piazza Maggiore si accenderà in un concertone che renderà omaggio al cantautore
bolognese per eccellenza. Un anniversario importante e doloroso: il 1° marzo di
un anno fa Lucio Dalla moriva improvvisamente a Montreux, in Svizzera e lunedì
avrebbe compiuto settant’anni, come ricorda la canzone che ha per titolo la sua
data di nascita: 4/3/43. Era dunque obbligata la scelta di questa data per
lo spettacolo in diretta su Raiuno con inizio alle 21,15.
Sul palco saliranno cantanti che hanno
avuto a che fare con lui: a cominciare da Gianni Morandi, che quasi sicuramente
intonerà Vita il brano di Mogol contenuto nel disco Dalla/Morandi che
lo rilanciò nel 1988, e presenterà lo show. Naturalmente ci saranno Gaetano
Curreri e gli Stadio, compagni di viaggio di Dalla per diversi anni, e poi Pino
Daniele, Fiorella Mannoia, i Negramaro, Zucchero e Pierdavide Carone, l’ultimo
in ordine di tempo ad aver lavorato con lui. Andrea Bocelli probabilmente
canterà Caruso, il pezzo che eseguì ai tempi
Silvio Berlusconi indagato dalla procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito ai partiti
Allora..
è probabile (eufemismo), che alcuni atti
relativi ad inchieste si siano fermati per qualche giorno nei cassetti di
alcune procure. In attesa che gli italiani decretassero la morte politica di
Berlusconi nelle urne.
Cosa che è avvenuta. Il fatto che non vi
sia stata la conquista del paese da parte del Pd, non significa che gli italiani siano rimasti ostaggio di Berlusconi. Che ha perso quasi il 50% del suo elettorato (dopo più di una giornata a farsi seghe sui sondaggi la stampa è andata a guardarsi i dati reali). Tale crollo è il segno inequivocabile che i quattro anni di governo del vecchio nano puttaniere "non sono piaciuti".
Ma è proprio la mancata vittoria netta del
Pd al Senato che non “consente” alle procure di trasferire quegli atti nel cestino.
Detto questo…non significa che la Procura
di Napoli stia perseguendo Berlusconi. Ma non possiamo prenderci in giro
ignorando la “logica” di certi comportamenti di una parte della magistratura.
Per quanto le sue televisioni, la sua stampa, il cagnolino che ogni tanto lascia libero nel giardino delle sue ville (Alfano) stiano gridando alla vittoria di Berlusconi, questo è morto politicamente nelle urne. Certo, il Pd gli tiene compagnia e, infatti, Silvio chiama Bersani a governare con lui. Pardon: a governare PER lui.
E, la storia insegna, che quando Berlusconi inizia a emanare puzza di cadavere, c'è sempre il principale partito della sinistra (?!) che lo rianima. Sarà per una forma di “solidarietà”
tra specie simili?
da: Il Fatto Quotidiano
Corruzione,
Berlusconi indagato: diede tre milioni a senatore De Gregorio
A
quanto si è appreso, l’indagine dell'inchiesta di Napoli riguarda l'erogazione
di somme di denaro, quantificate in tre milioni di euro, al senatore Sergio De
Gregorio in relazione al suo passaggio al Pdl. L'inchiesta sul leader del Pdl è
condotta da un pool di magistrati di due sezioni, quella sui reati contro la
pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia
Ilvo Diamanti: “Delusi dalla Curia, conquistati da Ratzinger”
da: la Repubblica
Delusi
dalla Curia, conquistati da Ratzinger: così gli italiani hanno imparato ad
amarlo
In
dieci anni crolla la fiducia nella Chiesa, l'apprezzamento per Benedetto XVI
ora la sorpassa. I risultati del sondaggio di Demos&Pi dopo la scelta del
Papa di rinunciare al soglio pontificio. Ecco il pensiero di cattolici e laici
alla vigilia del conclave
di Ilvo
Diamanti
Oggi si conclude il papato di Benedetto
XVI. Il quale resterà, comunque, Papa. Emerito. Come un professore
universitario in pensione. Benedetto XVI, d'altronde, è anche un professore. Un
teologo finissimo, che ha guidato la Congregazione per la Dottrina della fede
per oltre vent'anni. Rigoroso nel tracciare i confini della religione cattolica
in tempi di secolarizzazione. Di confronto con altre fedi e altre religioni -
assai più esigenti di quella cristiana - veicolate dai flussi migratori.
A Joseph Ratzinger la Chiesa chiedeva di marcare i segni e principi dell'identità religiosa. In altri termini, il "distintivo cristiano", come l'ha definito Romano Guardini, teologo importante. Influente ai tempi e nei luoghi di formazione del Pontefice, Romano Guardini (tra Frisinga, Monaco e Tubinga). Invece Benedetto XVI se ne va. Si ritira. Fiaccato da problemi di salute. Dall'età. Ma forse anche dal peso degli scandali che hanno scosso la Chiesa nel corso del suo papato. E degli intrighi, delle tensioni che attraversano il Vaticano. Da alcuni anni in modo particolarmente violento.
Incidente all’Ilva di Taranto: un morto e un fertito grave
da:
TMNews
Ilva, due operai caduti da
ponteggio: un morto e un ferito grave
La vittima, Ciro Moccia, aveva 42 anni. Il
collega si chiama Antonio Liti. Fim Cisl: 24 ore di sciopero
Incidente mortale all'Ilva di Taranto: un
operaio è morto e un altro è rimasto ferito gravemente la notte scorsa. I due
lavoratori sono caduti, secondo quanto riferisce la Fim-Cisl, dal piano di
carico della batteria n.9.
L'operaio morto si chiamava Ciro Moccia, di soli 42 anni, dipendente Ilva. E' rimasto ferito Antonio Liti della ditta Mir.
"Dopo alcuni anni in cui non si verificavano incidenti mortali, tre morti nel giro di pochi mesi sono fatti gravi e inaccettabili", ha affermato Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim Cisl.
La Fim Cisl chiede che si accertino subito le responsabilità di quanto accaduto e proporrà a Fiom e Uilm un'iniziativa di 24 ore di sciopero. "Il lavoro deve essere salubre e sicuro", ha osservato Bentivogli.
Elezioni 2013, confronto con il 2008: c’erano una volta Pdl (-6.300.000) e Pd (- 3.400.000)
da: la Repubblica
L'Istituto
Cattaneo fotografa il voto: Pd e Pdl crollano rispetto al 2008
Il
dato nazionale: i democratici hanno perso il 28% dei consensi rispetto alle
precedenti politiche, il partito di Berlusconi addirittura il 46%. Il Movimento
cinque stelle strappa un successo quasi omogeneo fra Nord, Centro, Sud
Partito democratico (Pd) e Popolo della libertà (Pdl)
hanno perso rispettivamente il 30% e
circa la metà dell’elettorato che li
aveva scelti nel 2008; Movimento cinque stelle ha ottenuto consensi,
seppur con qualche differenza percentuale, in tutte le regioni, sia al Nord che
al Sud. Sono queste le istantanee che per l'Istituto Cattaneo di Bologna
fotografano meglio il voto nazionale del 24 e 25 febbraio.
Il Partito democratico. Il Pd ha perso 3.400.000 voti rispetto alle precedenti elezioni politiche, pari a una contrazione del 28%. Il calo è stato significativo e diffuso sull’intero territorio nazionale, ma con picchi superiori alla media nelle regioni meridionali (-37% rispetto al 2008) e del Centro. In particolare, sottolinea l'istituto Cattaneo, la perdita più importante si è avuta in Puglia (- 44,8%), Basilicata e Calabria (-39,4%), Abruzzo (-36,5%). Il partito di Bersani subisce un arretramento considerevole nell’area economicamente più dinamica del Centro-Sud. In controtendenza va il dato del Molise, unica regione dove il Pd ha migliorato la sua posizione guadagnando circa 7.000 voti, pari al 20% in più. Perdite inferiori, ma comunque nell'ordine di oltre un quinto dell’elettorato del 2008, si sono registrate nelle regioni
Il Partito democratico. Il Pd ha perso 3.400.000 voti rispetto alle precedenti elezioni politiche, pari a una contrazione del 28%. Il calo è stato significativo e diffuso sull’intero territorio nazionale, ma con picchi superiori alla media nelle regioni meridionali (-37% rispetto al 2008) e del Centro. In particolare, sottolinea l'istituto Cattaneo, la perdita più importante si è avuta in Puglia (- 44,8%), Basilicata e Calabria (-39,4%), Abruzzo (-36,5%). Il partito di Bersani subisce un arretramento considerevole nell’area economicamente più dinamica del Centro-Sud. In controtendenza va il dato del Molise, unica regione dove il Pd ha migliorato la sua posizione guadagnando circa 7.000 voti, pari al 20% in più. Perdite inferiori, ma comunque nell'ordine di oltre un quinto dell’elettorato del 2008, si sono registrate nelle regioni
Beppe Grillo: “Gli italiani non votano mai a caso”
Su alcuni aspetti (due blocchi sociali) la
pensiamo pressochè allo stesso modo.Sono le scelte e il metodo - interno ed esterno
- di Grillo, che non mi convincono o su cui dissento.
Staremo a vedere come gestirà l’aggregazione
variegata nata nel web, la rappresentanza in Parlamento. Vedremo se e come
saprà tenere insieme la “sinistra” e “destra” (minoritaria) del suo Movimento.
Mi verrebbe anche da ridire ma…poiché conosco giovani che hanno fiducia nel M5S
al momento mi astengo dal sarcasmo..
Gli
italiani non votano mai a caso
Gli italiani non votano a caso, queste
elezioni lo hanno ribadito, scelgono chi li rappresenta. In Italia ci sono due blocchi sociali. Il primo, che chiameremo
blocco A, è fatto da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario
o disoccupati, spesso laureati, che sentono di vivere sotto una cappa, sotto un
cielo plumbeo come quello di Venere. Questi ragazzi cercano una via di uscita,
vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una
Nuova Italia sulle macerie. A questo blocco appartengono anche gli esclusi, gli
esodati, coloro che percepiscono una pensione da fame e i piccoli e medi
imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se
presi dalla disperazione, si suicidano. Il secondo blocco sociale, il blocco B,
è
mercoledì 27 febbraio 2013
Elezioni 2013, Udc di Casini: non si dica che gli italiani non sanno votare...
Il 24 e 25 febbraio 2013 gli italiani hanno
dimostrato di essere comprensivi e generosi. E se siamo in una situazione
intricata, non si dica che gli italiani non sanno votare.
Non ne siete convinti? Pensate all’Udc: Unione di Centro.
Casini aveva detto e ripetuto più volte a Bersani: non siamo la stampella del Pd.
E gli elettori italiani che hanno fatto…
Per evitare di mettere in difficoltà Pierferdinando,
sempre “indeciso” se darlo a destra o a sinistra (che avete
capito…il sostegno del suo partito) gli italiani, comprensivi, responsabili e
generosi lo hanno tolto d’impiccio.
Su 35.271.541
di italiani alle urne, ben 608.199 hanno messo una crocetta sul
simbolo Udc.
Punto e Stop: elezioni 2013, l’assenza di un vero partito socialdemocratico
Vorrei chiudere l’argomento post
elettorale - quanto meno, la prima fase - con queste considerazioni.
Non
c’è da gioire di quanto è successo al PD. Un partito che
riesce a perdere anche quando numericamente vince. Non è tempo di rivalse da
parte di coloro che, comprensibilmente, sono incazzati e delusi dalla sinistra.
Questo
paese non può più permettersi l’assenza di un vero partito socialdemocratico. Possiamo
discutere che sia, quali forme e contenuti. Ma serve.
Il vantaggio di arrivare ultimi – purché si
smetta di non arrivare mai – è quella di imparare dall’esperienza altrui. Guardiamo
ai paesi che riescono a gestire una congiuntura economica senza rinunciare a
uno stato sociale. Siamo in una fase congiunturale particolare. Nel 2012, ancora una volta, una parte del paese ha pagato al posto di altri e per anni di
malgoverno e incapacità gestionale.
Mettiamoci pur tutte le incapacità e le inadeguatezze europee. Ma i limiti
stanno, in primis, nel nostro paese.
Che è diviso in due tronconi: chi
vede sempre più ridursi il potere d’acquisto
del suo reddito, chi vive tranquillo
e serafico perché continua a evadere il fisco, perché riesce ad accrescere
la sua rendita di posizione proprio in virtù di una crisi generalizzata. E non
mi riferisco ai grandi patrimoni. Mi riferisco a quel ceto medio e benestante che ha interesse a mantenere Berlusconi e, più in generale, non trae nocumento
se non, addirittura, trae giovamento da un sistema liberista.
Ciò che manca è una politica che
abbia ideali, progetti. Che pensi in
grande ma quando passa dalla teoria
alla pratica abbia chiaro che la gestione dev’essere concreta, snella, efficiente,
semplificata. Criteri più applicati nel privato che nel pubblico.
Elezioni 2013, Bersani e Grillo: il Pd a caccia di voti, Grillo in fase di “test”
Grillo ha appena ribadito che Bersani è un morto
che parla e gli ha ricordato quali “apprezzamenti” il segretario del Pd gli abbia
rivolto forte del fatto che pensava di vincere.
Bersani gli ha risposto: vieni in
Parlamento a dirmelo.
È il primo di una serie di scambi che
servono – ovviamente – per tenere in fibrillazione i Mercati.
Chissà se qualcuno sta indagando sul
rispetto della direttiva CE sul Market Abuse.
A me pare che…
Grillo
ha bisogno di un po’ di
tempo per “testare” quanti sono gli elettori del Movimento 5 Stelle che
vorrebbero “soccorrere” il Pd perché
faccia ciò che da anni non è in grado di fare. Ma poiché parte degli elettori del Movimento 5 Stelle non provengono da
sinistra ma da destra, i punti
programmatici per una ipotetica fiducia devono contemplare anche argomenti
quali lavoro e fisco.
Compito difficile per Bersani ma…pure per Grillo, che non vuole sputtanarsi con la fiducia ma che non può fottersene delle conseguenze. Deve tenere
sia quelli di sinistra, sia quelli di destra. In una situazione difficile,
Grillo ha però un vantaggio su Bersani. Può uscirne dicendo: abbiamo sempre
detto che non concediamo fiducia a priori.
A Bersani non resterebbe che andare a
cercare i voti di Berlusconi. E Grillo tuonerebbe sull’inciucio dei morti viventi.
Grillo salva la faccia e…mi sia consentito: il culo. E’ questo l’obiettivo di
Beppe Grillo e Casaleggio?.
Ok. Ma, allora, si tolga dalla bocca questa
parola: comunità.
Luca Ricolfi: “La Sinistra che non impara dai suoi errori”
da: La Stampa
Le domande sono tante, ma ognuno se ne fa
una diversa. C’è chi non si capacita
che quello di Grillo sia diventato il primo partito italiano. C’è chi non si capacita che le ambizioni
«terzo-poliste» di Monti e Casini siano state così severamente punite dagli
elettori. C’è chi non si capacita
che cattolici e comunisti siano praticamente scomparsi dal panorama politico
italiano.
C’è chi non si capacita che Bersani sia
riuscito a dissipare un vantaggio che sembrava incolmabile. E c’è chi non si
capacita del ritorno di Berlusconi, una specie di gatto dalle sette vite.
Personalmente, trovo tutti questi stupori ben poco ragionevoli, e
non lo dico con il senno di poi. Che tutti questi eventi fossero perfettamente possibili, infatti, mi è capitato di scriverlo ripetutamente dalle colonne
di questo giornale, per lo più suscitando la costernazione dei miei amici: non
volevano credere che il premio di maggioranza potesse vincerlo persino Grillo,
non riuscivano a concepire che le elezioni potesse vincerle anche Berlusconi,
non vedevano che cosa ci fosse di autolesionistico nell’alleanza fra Monti e il
mondo cattolico. Ecco perché, a me, nulla di quel che è accaduto pare davvero
stupefacente.
Questo non vuol dire, però, che non sia stupito anch’io. Solo che è un’altra la
cosa che mi stupisce. Non il fatto che Bersani, pur vincendo (il premio di
maggioranza), sia il grande perdente di questa tornata elettorale: questo non
era scontato, ma era nell’ordine delle cose prevedibili. Quello che, ancora
oggi,
L’Amaca di Michele Serra
Lo leggo più tonico rispetto a ieri.
Non vorrei…però….che rimanesse deluso da
Bersani. Pardon: ulteriormente deluso da Bersani.
A Michele Serra tutta la mia solidarietà.
Dopo tutto, siamo in una situazione difficile e complessa di cui entrambi abbiamo
poche responsabilità.
Beh…io meno di Michele Serra
da: la Repubblica
Il centrodestra,
padrone dell’Italia per vent’anni,
esce da queste elezioni massacrato (sei
milioni di voti in meno il Pdl, dimezzata la Lega). Voci fantascientifiche
dicono che qualcuno, nel centrosinistra frastornato
dalla mancata vittoria, cercherebbe intese
con Berlusconi nel nome di un indimostrato e indimostrabile “senso di
responsabilità nazionale”. Per giustificare un simile pateracchio, questi devoti
al suicidio politico dicono che l’Europa
ha paura di Grillo. Vero,
l’Europa ha paura di Grillo. Ma ha il terrore
di Berlusconi. Fortunatamente, da quel poco che si capisce in queste ore
caotiche, Bersani non è di
quell’avviso. Fantascienza per
fantascienza, lascia immaginare un altro scenario, improbabile, rischioso
ma – almeno – dinamico. Il centrosinistra
che parla alle Cinque Stelle, le
Cinque Stelle che accettano di parlare con il centrosinistra. Qualche punto
forte (a morte il Porcellum, tagli drastici ai costi della politica, legge sul
conflitto di interessi) gradito a entrambi gli elettorati: stiamo parlando del 55 per cento del Paese. E soprattutto la
coscienza – Bersani lo sa – che qualunque accordo con Berlusconi costerebbe al Pd altri milioni di voti. Per primo il mio.
Barbara Spinelli: "La pentola scoperchiata"
Ottimo articolo. Capacità di analisi inusuale per Repubblica.
Sottoscrivo in pieno. Barbara Spinelli è una vera giornalista.
Certi suoi
colleghi di Repubblica, imparino. O si stanno già suicidando?...
da: la Repubblica
La
pentola scoperchiata
La cosa più difficile, dopo il gran botto
delle elezioni, è districare il groviglio
di luoghi comuni, frasi fatte, formule-slogan che ci accompagnano da mesi e
anni. La parola populismo
innanzitutto.
Ovvero quest'accusa lanciata disordinatamente contro chiunque abbia l'ardire di accusare i politici regnanti e le loro vaste provinciali inadeguatezze. Ma anche vocaboli come sacrifici, austerità: presentati come nobili porte strette che ci avrebbero restituito prestigio europeo, e che dovevamo alle generazioni future. Infine il concetto-chiave: governabilità. Parola un po’ irrisoria, quando il termine oggi preferito non è governo ma l'inafferrabile governance tecnica. Si sono accartocciate come foglie, queste frasi fatte, trascinate da un vento che non sappiamo dove andrà ma sappiamo da dove viene, sempre che si voglia reimparare non solo la politica, ma anche la geografia di un'Italia così poco perlustrata, e compresa.
Andrea Vitali: Zia Antonia sapeva di menta
Dalla
quarta di copertina:
Ingredienti:
Una
testa d’aglio: perché è un forte odore d’aglio nella stanza di zia Antonia a
insospettire Ernesto Cervicati.
Due
scatole di mentine: quelle di cui è ghiotta zia Antonia.
Quel
suo aroma di menta, che ti accarezzava ogni volta in un fresco abbraccio, è un
ricordo tenero e indimenticabile.
La
pentola del minestrone: è la saporita cena delle anziane ospiti della Casa di
Riposo di Bellano, dove ora vive zia Antonia.
Un
tubetto di vegetallumina: perché con l’età, lo sappiamo, i dolori…
E
la vegetallumina è un toccasana.
Due
fratelli rivali: Ernesto e Antonio Cervicati: il primo si occupa da sempre
della zia, il secondo ha preferito Augusta Peretti, trentacinquenne ossigenata,
nonché figlia di salumiere.
Suor
Speranza: guida la casa di riposo bellanese con piglio militaresco. Le basta
uno sguardo per zittire ospiti e visitatori.
La
filiale della Banca del Credito Orobico: custodisce i risparmi di zia Antonia.
Il
dottor Fastelli: medico gioviale ma di grande sensibilità.
Zia
Antonia: profuma di menta. C’è altro da aggiungere?
Musica, classifiche: Billboard considera anche le visualizzazioni Youtube
Le
classifiche di Billboard cambiano
I tempi cambiano, le classifiche di
Billboard pure. Da questa settimana per stabilire il successo di un brano
Billboard terrà conto non solo delle vendite dei cd, dei download, o della
programmazione radiofonica, o degli stream su Spotify, ma anche delle
visualizzazioni su YouTube. “L’idea che il successo di una canzone sia dato dalle
vendite è ormai vecchia di due o tre anni”, hanno detto i responsabili di
Billboard, “il mercato della musica è cambiato e ci sono molti modi diversi in
cui una canzone si trasforma in un successo, e molti modi diversi in cui
l’industria può beneficiare da questi successi”.
Non c’è dubbio che la scelta sia giusta, i
singoli oggi vendono “fisicamente” quasi nulla, il mercato è fatto di download
ma, da tempo, moltissimi consumatori di musica non scaricano nemmeno i brani,
li guardano e li ascoltano quando vogliono attraverso YouTube che, come molti
dei frequentatori di questo blog sanno perché lo ripetiamo da tempo, è
diventato per molte persone la principale fonte di informazione e ascolto
musicale.
Oltretutto YouTube contiene molto di più di quello che l’industria musicale
propone, ci sono brani e video totalmente autoprodotti che riescono ad ottenere
successi notevoli e che, fino a ieri, non erano nemmeno lontanamente
considerati dalle classifiche. La scelta di Billboard è stata saggia e segna,
in maniera decisa, lo spostamento, la rivoluzione, il cambiamento radicale
imposto da Internet al mercato della musica. Mercato che ancora deve capire
bene come ristrutturarsi, ma che non può più permettersi di essere miope o
cieco come è stato negli anni precedenti.
Mario Calabresi: “Il dovere di scelte coraggiose”
da: La Stampa
Nelle prime elezioni sotto la neve sono
venuti al pettine i nodi che la politica non ha sciolto negli ultimi vent’anni:
il rapporto con i cittadini prima di tutto, quel senso di incomunicabilità che
ha portato a esprimere una protesta che non ha precedenti.
Ora abbiamo un Parlamento in cui nessuno
schieramento è in grado di dare vita a una maggioranza di governo, in cui un
quarto dei votanti ha scelto il Movimento di Beppe Grillo e in cui la doppia
ribellione dei cittadini verso la «casta» da un lato e verso i tagli e i sacrifici
dall’altro è la vera vincitrice.
L’Italia reale ha espresso tutto il suo
malessere e dentro questo voto si sentono le voci e le storie di chi non trova
lavoro, di chi non riesce ad arrivare alla pensione o alla fine del mese, di
chi pensa di non avere futuro e fugge all’estero, di chi ha vissuto le nuove
tasse come un’insopportabile angheria.
C’è stata nel governo e nei partiti,
ce lo dicono le urne, una sottovalutazione dell’impatto sociale delle politiche
di austerità, una mancanza di sensibilità drammatica. A cui si deve sommare la
rabbia maturata per la distanza percepita tra i sacrifici richiesti ai
cittadini e quelli rifiutati dai politici.
La scelta di Monti di partecipare alla
campagna elettorale e l’offensiva dei due
Ho nuovamente una cosuccia da dire a Michele Serra....
Ho letto l'Amaca di Michele Serra di ieri...
Meno male che lui non mi legge.
Non vorrei pensasse che ce l’ho con lui o che voglia tentare di spiegargli
qualcosa. Lungi da me. E’ che…lo metto insieme ad alcuni miei amici e
conoscenti che votano per il principale partito della sinistra. Persone che
apprezzo, cui sono affezionata, ma alla quali ho dovuto ricordare un saggio
detto: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Il Pd se la prenda con il Pd.
Serra sta soffrendo e si merita rispetto, diversamente
dal suo collega Curzio Maltese che sabato ha scritto una cagata di articolo, di
quelli che precedono l’articolo con il quale si canta vittoria. Sennonchè, l’articolo
con cui cantare vittoria Curzio Maltese l’ha dovuto buttare nel cestino.
Michele Serra non ha la supponenza di
Curzio Maltese. Qualche settimana fa incitava il Pd a non credere alle rimonte
berlusconiane. In effetti, Berlusconi ha perso. Solo che…pure Bersani ha perso.
Meno di Berlusconi ma quel tanto che basta per non governare.
A Michele Serra vorrei quindi dire che, per
quanto più giovane di lui, anch’io sono cresciuta con l’idea della democrazia
rappresentativa e, una delle cose che trovo più comiche di Grillo, è questa
metodologia della partecipazione diretta totale. Sempre e comunque. Senza
deleghe di rappresentanza.
Non può durare. Si modificherà con il
passare del tempo se questo Movimento 5 Stelle non dissolverà nel breve
termine. Sennonchè…Ci sono alcuni aspetti da considerare.
La partecipazione diretta e totale dei grillini è il modo – intelligente, acuto –
con il quale Grillo ha coinvolto i cittadini italiani facendoli sentire parte
di una comunità mente la politica standard, giorno dopo giorno, li staccava, si
staccava da loro.
L’altro aspetto, il punto centrale della
questione, è che la democrazia
L'Amaca di Michele Serra
da: la Repubblica - 26 febbraio
Ogni mio commento, di pancia o di testa, è
il commento di un quasi sessantenne benestante.
Che è cresciuto e si è formato nella prima
Repubblica, con quei valori (soprattutto l’antifascismo) e quell’idea della democrazia rappresentativa. Penso che
la spallata delle Cinque Stelle sia soprattutto una spallata generazionale, di
trentenni e quarantenni che non si sentono più rappresentati dall’Italia dei
padri (cioè la mia), di ventenni che non hanno niente da perdere e niente da
sperare. Non mi piacciono i modi e i
toni del loro capo, trovo ripugnanti i “vaffanculo” di massa e mi fa paura chiunque si senta depositario della
virtù e indichi tutti gli altri come incapaci o farabutti. Ma credo che
l’avanzata travolgente di quell’esercito di sconosciuti fosse inevitabile e
fisiologica. E che non sia assolutamente
esorcizzabile come “antipolitica”. È
politica allo stato puro. Per anni ci siamo chiesti come mai le nuove
generazioni fossero mute. Ora possiamo dirlo un po’ di meno. Hanno parlato, e
se lo hanno fatto a modo loro, con mezzi propri, idee proprie, significa che il
nostro mondo, come tutti i mondi, comincia a diventare vecchio.
Ps. Spero che Ingroia torni in Guatemala e
ci resti per sempre.
Il Buongiorno di Massimo Gramellini
da: La Stampa
Va
tutto bene
Va bene, va tutto bene. La capacità del Pd
di perdere le vittorie ha raggiunto livelli talmente sofisticati che persino un
tifoso del Toro si sente pervadere da ammirato stupore, ma va tutto bene.
Bersani è uscito disidratato dalle urne e beve venti bicchieri d’acqua in un
quarto d’ora di conferenza stampa, ma va bene, va tutto bene. Domani si dimette
il Papa, il Presidente della Repubblica è in Germania, il governo chissà, e a
presidiare Roma è rimasto soltanto Alemanno, ma non abbiate paura: va tutto bene
(anche perché non dovrebbe nevicare). Col quattro per cento dei voti la Lega
controlla le tre Regioni più importanti del Nord e minaccia di trasferirle in
Carinzia, ma va tutto bene, davvero. Gli uomini di Ingroia danno colpa della
débâcle all’imitazione di Crozza (ma dai, era Crozza?), però va tutto bene. Una
neosenatrice dei Cinquestelle, intervistata alla radio, non sa esattamente
quanti siano i componenti di Camera e Senato che vorrebbe giustamente
dimezzare, ma va bene, benissimo così (magari una sbirciata a Wikipedia, la
prossima volta). I tedeschi, gli unici ad avere votato per Monti (per Fini e
Casini non ce l’hanno fatta neanche loro) oltre a tutto il resto pretendono di
esportare la stabilità e, avendo le elezioni a settembre, potrebbero decidere che
il vincente governerà loro e il perdente noi, ma credetemi: va bene, va tutto
bene.
Non sono impazzito, anche se la situazione
politica me ne darebbe ampia facoltà. Mi sono solo convinto che l’Italia
versava in un tale stato catatonico che per rianimarla serviva un elettrochoc.
Ora siamo svegli. Nella melma più nera, ma svegli. Non resta che venirne fuori,
ma questa da millenni è la nostra specialità.
Elezioni 2013, Pd: dal 1994 incapace di capire il disagio reale
E’ dal 1994 che il
principale partito della cosiddetta sinistra non coglie il disagio reale.
Al massimo tra due
turni elettorali, il Pd sarà completamente dissolto. Questo partito non ha una connotazione, non ha un modello
culturale e sociale. E’ quindi destinato a dissolversi se non troverà presto un
gruppo capace di rianimarlo.
Con Matteo Renzi
avrebbe preso più voti ma non credo avrebbe sfondato. E, dato atto del
comportamento serio di Renzi dopo la sconfitta alle primarie, continuo a non
capire che ci faccia in zona centro-sinistra.
Non ho capito che
proposta e modello abbia. Saper comunicare non è – almeno per me – requisito
sufficiente per essere considerato un leader con una proposta di società
convincente su cui puntare.
da: La Stampa
Tasse
e crisi riconsegnano il Nord al centrodestra
Il
Pd non coglie il disagio reale degli imprenditori e i voti persi dal
Carroccio vanno a Grillo
Il Nord resta a
Berlusconi. E quella parte che non resta a Berlusconi va con Beppe Grillo il
quale, come il Cavaliere, ha saputo capire le istanze profonde di una parte del
Paese che nell’ultimo anno s’è sentita segnata da due calamità: le tasse e il
crollo dei consumi.
La sinistra
questo mondo continua a non capirlo. Una dichiarazione che dice
Movimento 5 Stelle in Parlamento: l’apriscatole su Copasir?
Ho una convinzione
radicata da decenni sui Servizi Segreti e sulle stragi. Nella mia testa
campeggia: “strage di piazza Fontana,
strage di stato”. Altri stragi si sono succedute. Altri eventi sono stati “coperti”.
Verità e giustizia
sono alla base della civiltà, della moralità. Detto questo, se i grillini arrivano al Copasir devono
capire cosa fare e cosa dire.
La partecipazione diretta della gente è un
principio democratico base, ma pensare che non ci debba essere delega,
mediazione, una concezione politica che faccia comprendere cosa e come dire,
cosa non dire, porta allo sfacelo.
L’atteggiamento
attuale del Movimento 5 Stelle: “vi apriamo come scatole di tonno”, è un
bello slogan per una campagna elettorale. E’ un sano proposito da calare in una realtà articolata.
Grillo
passerà a una fase 2 mentale e operativa. Contrariamente….ci faremo delle risate,
scopriremo della magagne ma non ci sarà il cambiamento della politica e società
italiana che Grillo dichiara da quando ha fondato il Movimento 5 Stelle.
Faccio presente che
il Movimento 5 Stelle, il vincitore reale seppure non matematico
delle elezioni del 24 e 25 febbraio non ha ottenuto in Lombardia (Milano in
primis) gli stessi risultati di altre regioni. Ciò significa che quando vi sono
dei candidati “potabili” i grillini fanno meno breccia.
Il Movimento 5
Stelle – con buona pace di Scalfari,
Ezio Mauro e di Curzio Maltese (che sabato scorso ha scritto una cagata di articolo) – non è antipolitica. Ma è un movimento. Non una forza
politica-sociale.
Movimento 5 Stelle in Parlamento: Copasir e commissione Vigilanza Rai
da: Il Fatto
Quotidiano
M5S
verso il Parlamento. “Copasir e commissione Vigilanza Rai? Spettano a noi”
"Siamo
il primo partito" dice Davide Bono. "Valorizzeremo il merito"
assicura Carla Ruocco, eletta alla Camera. Le priorità? "Legge sul
conflitto di interesse e legge elettorale per dare stabilità al paese temi
fondamentali che sono scritti nel nostro programma e a cui noi resteremo
fedeli"
Il palazzo da
“espugnare” è la Bastiglia ormai conquistata, con un risultato senza
precedenti: ilMovimento 5 stelle - primo partito alla Camera- si lascia
dietro Pd e Pdl. Sono 162 gli attivisti del M5S in marcia verso il Parlamento.
Riduttivo oggi parlare di antipolitica. “Abbiamo parlato alla testa e al cuore
degli italiani, non alla pancia” precisa Davide Bono che del M5S è
consigliere regionale in Piemonte e che respinge così la teoria del solito voto
di protesta. Tutti carichi e determinati gli “onorevoli”, o meglio i portavoce,
a 5 Stelle. E soprattutto preparati, fanno sapere. “Abbiamo studiato e a breve
faremo anche dei corsi di formazione“, spiega ancora Bono che poi elenca
le priorità del Movimento, come da programma: “Subito il reddito di
cittadinanza a chi è in sofferenza per non lasciare indietro nessuno. Adesso
dobbiamo cercare di salvare, più che far ripartire il paese”.
“Ogni giorno –
ricorda il consigliere regionale piemontese – chiudono mille aziende, un dato
grave dal punto di vista economico, bisogna ridare credito alle imprese e far
in modo che l’Italia riparta, non in senso di Pil, che non significa nulla,
occorre ridare speranza alle persone e lavoro”. E’ su questo che il
Movimento 5 Stelle si confronterà con le altre forze politiche, anche
dall’opposizione, è la promessa. Niente inciuci. Beppe Grillo docet:
“Il M5S non si allea, no al governassimo”. Anche se in serata fa sapere:
“Il metodo è Sicilia è meraviglioso”.
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