martedì 4 settembre 2012

Salute: “Intramoenia, tra ladri e furbi”



Intramoenia, tra ladri e furbi
di Guglielmo Pepe

Una delle “voci” più scandalose della sanità nazionale si chiama “intramoenia allargata”, che permette ai medici ospedalieri di esercitare la libera attività professionale appunto fuori del normale luogo di lavoro, l’ospedale. Il camice bianco può esercitare, coperto da queste due parole magiche, anche in clinica privata, visto che la Asl non gli mette a disposizione gli spazi per attuare l’intramoenia dentro le mura del nosocomio. Ma questa pratica sta portando alla luce episodi sempre più gravi di ladrocinio, di mascalzonaggine, di corruzione, di falso in atto pubblico, e nel migliore dei casi, di furbizia. Escludendo tutti quei bravi medici che applicano con rigore le regole – tuttavia i più rigorosi sono quelli che fanno l’intramoenia solo e soltanto dentro la struttura Asl – è proprio l’organizzazione di questa norma a permettere la truffa. Perché mancano i dovuti controlli, perché le Asl non sono in condizioni di farli, perché bypassare le norme è molto facile.
Altrimenti non si capirebbe come sia possibile che un noto chirurgo plastico, Mario Dini, riesca ad aggirare le regole, ad intascare nel solo 2011 600mila euro – quelli dichiarati – grazie all’attività libero professionale autorizzata, e perché ora sia all’arresto con l’accusa di corruzione, concussione, eccetera. E questo è l’ultimo caso, molto grave. Nei giorni passati 13 medici sono stati denunciati a Napoli, dopo l’intervento dei NAS. I quali, tra l’altro, hanno sempre più spesso da fare nelle strutture ospedaliere.

Lo scandalo dell’intramoenia allargata ha comunque molti responsabili. In primo luogo di chi permette una pratica dentro la quale, con estrema facilità, si muovono furbi e ladri. E il bello è che il ministero della Salute, ancora una volta, vuole prorogare questa iattura, una rovinosa pratica che sporca l’immagine dei camici bianchi onesti, che sono la maggioranza.
Forse dovrebbero essere gli stessi medici a dire basta, ad opporsi, a rifiutare di accettare una prassi che permette di rubare, a danno del cittadino. Il quale è già costretto a rivolgersi all’intramoenia, a causa della inefficienza del sistema: più diventano lunghe le liste di attesa, più gli italiani che hanno bisogno di cure e diagnosi si rivolgono all’intramoenia, più ci guadagnano Asl e medici.
Sotto questo aspetto, l’intramoenia in sé è uno scandalo, perché costringe i pazienti ad accettare un passaggio obbligato e oneroso per le loro tasche. E tutto questo avviene con il beneplacito degli Ordini professionali, degli amministratori pubblici, dei responsabili delle Asl, del ministero della Salute, delle rappresentanze sindacali dei camici bianchi e rosa.
Ma intanto domando: visto che l’intramoenia allargata è la via maestra nella quale si incamminano i ladri e i furbi, quando verrà cancellata? 

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