E poi si dice che l’autunno è difficile, che
la crisi peggiorerà, che ogni giorno si leggono solo brutte notizie.
Eccone una che ci risolleverà dalla
pesantezza e dalle difficoltà quotidiane: Nicole Minetti non lascia la
politica.
Oddio. Mi sfugge da quando se ne occupi…
Si riferisce, infatti, alla poltrona che il
vecchio nano puttaniere incapace di governare per gli interessi del paese:
Silvio Berlusconi, le aveva regalato in cambio dei suoi preziosissimi “favori”.
Quella di consigliere in Regione Lombardia.
Nell’intervista fa sapere che le “manca una
famiglia”, frase da classico intramontabile per chi vuole mantenere o ottenere certe
poltrone. Aggiunge, inoltre, che “con un figlio tutto passerebbe in secondo
piano”.
Forza! Qualche volontario che la insemini,
per cortesia.
Qualora non vi fossero volontari per l’inseminazione
– cosa che non credo assolutamente – o neppure uno del milione di spermatozoi riuscisse
ad arrivare alla meta, ci rimane un’alternativa per togliere da sotto il suo
prezioso e generoso culetto la poltrona in Regione Lombardia: la televisione.
Dice, infatti, la signorina Minetti, che le
piacerebbe tornare in tv (oddio…mi è sfuggita quando c’è stata, è proprio vero
che so poco o nulla di questa “donna”).
Silvio e Piersilvio le diano la conduzione
di un contenitore domenicale, dove la signorina possa occuparsi dell’argomento
a lei – e a noi – caro (stessa parola ma significato diverso per lei e noi): la
politica.
Penso a un contenitore perché oltre all’argomento
cui si “dedica” da tempo e che non vuole abbandonare, potrebbe occuparsi anche di spettacolo.
Invitando delle ragazze dotate “artisticamente”: le olgettine.
Del resto, anche loro hanno diritto di
vivere a spese degli inserzionisti pubblicitari.
Portandole a Cologno Monzese, la Minetti le
toglierebbe dalla strada…pardon: da Arcore, dove non è “opportuno” si ripresentino
qualora il padrone di casa si ricandidasse a premier “nell’interesse del paese”,
s’intende.
Ovviamente, qualora le olgettine avessero bisogno di un agente televisivo, c’è sempre quel
Lele Mora in odore di “conversione” ma che ha nel suo dna un certo mestiere.
Che tornerà a fare…
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