Se le cose stessero come sostiene il
sindacalista, sono stata – ahimè – profetica quando scrissi il perché della mia
opposizione a modificare, di fatto, l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
La riforma del lavoro della Fornero,
approvata – ovviamente – da Monti, pare stia producendo i suoi effetti concreti:
consentire alle aziende, con il trucco dei “motivi economici”, di fare licenziamenti mirati ad alcuni
dipendenti senza giustificato motivo.
I due dipendenti licenziati lavoravano nel “back
office” della Huawei. Il back office è una tipologia di ufficio tra le più
dimensionate come addetti e mediamente non qualificante come tipo attività.
Vale a dire: puoi mettere e spostare da un back office gli addetti senza che si
creino “buchi” pericolosi per la produttività.
Se la Huawei non è in crisi, è probabile
che al posto dei due licenziati assuma altre persone. Non necessariamente da
collocare nel back office. Può prendere due dipendenti e spostarli nell’ufficio
di back office come invece assumere altre persone da collocare in altri uffici.
Se questo avvenisse, potremmo in sintesi
dire che: fatta la legge, fatto l’inganno. Del resto, questa è la “regola” e la
“morale” in Italia. Grazie alla Fornero, è sempre più facile applicare
concretamente questa “regola” e “morale”.
da: Lettera 43
I
primi licenziati dalla crisi
A poco più di due mesi
dalla sua approvazione, e ancora bersagliata dalle
critiche, la riforma Fornero ha
dato il suo primo risultato tangibile: due
licenziamenti per motivi economici. A denunciarli è stato il sindacato
Fistel-Cisl, attraverso le parole di Giorgio Serao, della segreteria nazionale:
«Si tratta di due lavoratori attivi nelle attività di back office, non quadri. Huawei ha giustificato il provvedimento
sostenendo di voler risparmiare».
«AZIENDA IN CRESCITA». Per questo l'azienda si è appellata all’articolo 1,
comma 40, della legge numero 92 del 28 giugno 2012, ovvero la cosiddetta
riforma Fornero.
Il fatto, secondo il
sindacato, è particolarmente grave: «Il provvedimento è di una gravità inaudita
perchè la ricca Huawei è una società in
crescita sia come business, sia come livelli occupazionali nel nostro Paese
(ha infatti rilevato le attività e i lavoratori del network di Fastweb) e non può utilizzare la legge Fornero per
sbarazzarsi dei lavoratori indesiderati».
Un fatto destinato a
provocare dure reazioni e ricorsi, un episodio primo nel suo genere che
potrebbe fare giurisprudenza con la pronuncia del giudice sul reintegro.
«PERICOLOSO PRECEDENTE». Secondo Serao «la decisione di Huawei è un pericoloso
precedente nel settore delle telecomunicazioni dove gran parte delle aziende
sta vivendo una difficile crisi industriale e nonostante ciò, insieme al
sindacato, sta salvaguardando con accordi i livelli occupazionali in attesa
della ripresa del mercato».
Ecco perché il sindacato
«ha dato piena disponibilità ai lavoratori per impugnare il licenziamento perchè ritiene che nemmeno nella più estensiva interpretazione della legge ricorrono
le condizioni per chiudere il rapporto di lavoro».
Per Serao «la decisione di
Huawei compromette irrimediabilmente il rapporto relazionale con il sindacato
anche per il futuro e questo ci fa ritenere che è un partner pericoloso per le
aziende e per i lavoratori del settore».
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