da: Il Fatto
Quotidiano - di Alessandro
Mantovani
I limiti ai pagamenti in contanti e quelli
della rilevanza penale dell’evasione fiscale sono stati progressivamente
abbassati negli anni, poi di nuovo alzati. Oggi le forze politiche si dividono
sull’opportunità di tornare a ridurli. Ne abbiamo parlato con Luca Tescaroli,
procuratore aggiunto di Firenze, già pm a Roma e prima in Sicilia.
Nell’ottica
del contrasto alla criminalità organizzata e al riciclaggio, ma anche
all’evasione fiscale, è importante abbassare la soglia per i pagamenti cash?
E’ importante che le movimentazioni finanziarie
siano tracciate. Le movimentazioni in
contanti consentono dei vantaggi agli appartenenti alla criminalità organizzata,
quindi la loro azione viene ostacolata dal controllo del contante, che non
lascia traccia.
C’è
davvero differenza tra l’a ttuale soglia di 3.000 euro e quella di 1.000 che si
vorrebbe reintrodurre?
Più si riduce la soglia, maggiore è
l’ostacolo che si crea. Anche questo può avere un suo significato dal punto di
vista investigativo. Certo questo può creare difficoltà anche negli scambi,
bisogna trovare una soglia che non
comprometta gli affari leciti. Di fronte ad attività criminose in forte
espansione deve prevalere l’interesse
della giustizia che è un bene di natura collettiva. La scelta degli
strumenti è demandata al legislatore, io posso esprimermi dal punto di vista
tecnico-investigativo.
Ma
la grande criminalità organizzata non prescinde ormai largamente dall’uso del
contante?
La situazione è variegata. Le organizzazioni mafiose tendono ad affinare
gli
strumenti e si affidano a professionisti che curano le attività di
investimento anche con le tecniche avanzate offerte dalla rete. Ma ci sono attività criminali che passano per la
movimentazione in contanti e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti:
anche sul versante della corruzione
è il modo per giustificare i trasferimenti. I contanti non vengono abbandonati, anzi si creano strumenti per
generare contante ed è fondamentale consentire la tracciabilità. Sono
utilizzati anche strumenti diversi, per esempio gli approvvigionamenti di armi e stupefacenti attraverso monete virtuali tipo bitcoin, acquistati con monete legali.
Anche qui il problema è monitorare i flussi che nascondono significative
attività di riciclaggio.
E
sul versante dell’evasione fiscale è utile limitare l’uso del contante?
Purtroppo abbiamo un sistema repressivo non
particolarmente efficace contro l’evasione fiscale. Negli Stati Uniti è uno dei
crimini più gravi e si va in carcere. In
Italia non ci sono prospettive carcerarie effettive nemmeno quando è
rilevante. Se la contribuzione secondo le capacità di ciascuno è un valore di
rango costituzionale si dovrebbero creare meccanismi per distogliere i
consociati da quel tipo di delitto.
È
l’altro tema di questi giorni: solo il carcere spaventa i grandi evasori?
Il colletto
bianco pensa: cosa rischio? Oggi il rischio del carcere è molto contenuto.
Il frequente ricorso ai condoni fiscali affievolisce ulteriormente la
deterrenza. Se invece la violazione implica conseguenze serie, come
periodi significativi di carcerazione,
le cose cambiano. D’altra parte, se confrontiamo lo Stato e il sistema mafioso
la differenza è proprio la certezza
della punizione: nel sistema mafioso
c’è, mentre lo Stato è caratterizzato dall’assenza di certezza della
punizione Oggi noi abbiamo redditi da lavoro dipendente, spesso bassi,
tassati alla fonte, mentre gli appartenenti agli strati più elevati della
società beneficiano di una totale assenza di punizione. Le carceri sono prive di colletti
bianchi condannati in via definitiva.
Tornando
ai limiti al contante, chi è contrario invoca la privacy, osserva che i
pagamenti elettronici favoriscono innanzitutto le banche, avverte che i più
legati al cash sono le persone anziane e i ceti meno abbienti. Non è così?
Bisogna trovare il punto di equilibrio tra
valori tutti meritevoli di attenzione. È necessaria una formazione culturale
perché si abbia coscienza che si possono utilizzare sistemi di pagamento
alternativi al contante. Anche per gli anziani e i meno abbienti, se si cresce con
quest’abitudine diventa assolutamente normale. Favorire le banche? Non ci
nascondiamo dietro un dito. C’è un sistema di criminalità molto attivo, bisogna
accettare di pagare dei prezzi per realizzare un efficace contrasto. Vivere
sicuri e poter svolgere le proprie attività economiche è molto importante,
spesso si pensa solo alle garanzie individuali e si dimenticano quelle
collettive.
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