da: https://www.startmag.it
- di Giusy Caretto
Non è un mistero, Fca sulla mobilità elettrica è in ritardo. Sergio Marchionne ha sempre
snobbato le batterie, preferendo puntare sul metano. Psa, invece, sull’elettrico e sulle nuove tecnologie è avanti. E
porta in eredità, nella
fusione con la casa auto italo-americana, proprio il Know how (e le
piattaforme) che servono ad Fca a recuperare terreno.
LEADER
MONDIALE DELLE MOBILITA’ SOSTENIBILE
L’obiettivo della fusione è chiaro: le due
case uniscono le forze per dare vita ad un leader mondiale della mobilità
elettrica. “In un settore in rapida evoluzione, con nuove sfide in termini di
mobilità connessa, elettrificata, condivisa e autonoma, la società risultante
dalla fusione farà leva sulla sua forza nella ricerca e sviluppo e sul suo
ecosistema globale per accelerare l’innovazione e affrontare queste sfide con
agilità ed efficienza negli investimenti”, scrivono Fca-Psa in un comunicato
congiunto diffuso in mattinata.
FCA,
IN RITARDO SULL’ELETTRICO
Ma proprio Fca, sul fronte della mobilità
sostenibile (meglio, sul fronte elettrico) è in ritardo. E non è certo un
mistero. Marchionne guardava al concreto e al breve termine: l’obiettivo era
risollevare la società. Marchionne è entrato in Fiat nel 2004 quando era
praticamente fallita e l’ha condotta alle nozze con l’americana Chrysler,
facendola diventare il sesto gruppo automobilistico al mondo.
In questo piano per attuare il “miracolo”
economico le batterie non c’erano. E soprattutto non c’erano i soldi per dare
vita a una rivoluzione tecnologica troppo costosa per l’azienda.
LA
SVOLTA ELETTRICA DI FCA
Di batterie ed auto elettriche, infatti,
Sergio Marchionne ne parlò solo nel suo ultimo piano industriale presentato a
giugno 2018. Solo pochi mesi prima, Marchionne aveva ammesso ai microfoni di Bloomberg
che la mobilità si sarebbe elettrificata e che dal 2025 la metà delle auto
vendute sarebbe stata a batteria.
Ancora oggi non sappiamo se quelle
dichiarazioni saranno poi realtà, quel che è certo è che Fca iniziava ad
accostarsi all’elettrico.
I
PIANI ELETTRICI DI FCA
Nel piano industriale, Fca ha indicano “un
piano di investimenti complessivo di cinque miliardi di euro, in corso di
realizzazione in Italia per sostenere un sostanziale rinnovo ed
elettrificazione della nostra offerta di prodotti”, ha affermato Pietro
Gorlier, responsabile di Fca per l’area Emea.
Entro il secondo trimestre del prossimo
anno, Fca dovrebbe avviare la produzione della 500 elettrica a Mirafiori e
sempre a stretto giro dovrebbero debuttare sul mercato della batteria due
vetture che fino ad oggi hanno rappresentato i pilastri delle produzione
Maserati: GranTurismo e GranCabrio. Elettrico sarà anche un nuovo veicolo
premium per Alfa Romeo che verrà prodotto a Pomigliano. Al 2021 la casa
italo-americana ha promesso tredici modelli FCA totalmente nuovi o aggiornati
in modo significativo, oltre a versioni elettrificate di 12 modelli nuovi o
esistenti.
PSA,
I PROGETTI DELLA BATTERIA
I francesi, sulla batteria, sono partiti
decisamente prima. Dopo aver sperimentato con la Citroen E-Mehari, i francesi
hanno sviluppato una piattaforma di proprietà con cui hanno lanciato prima la
DS 3 Crossback E-Tense e poi la Peugeot e-208 e la Opel Corsa-e.
Psa punta sulle Bev (elettriche pure) e
Phev (ibride con ricarica) per rispettare a pieno le norme europee sulle
emissioni ed entro il 2020 intende produrre 7 modelli elettrici puri e 8
modelli ibridi. Entro il 2025 tutte le vetture del Gruppo PSA dovranno
avere una versione elettrificata.
FCA-PSA:
UNIONE DELLE FORZE
Con la fusione, Fca potrà sfruttare il Know
How della francese e le piattaforme Psa per la produzione delle auto a
batteria, recuperando tempo e terreno nel settore della mobilità elettrica. Con
i concorrenti, da Daimler alla pioniera Tesla, che devono guardare con
preoccupazione all’eventualità di questo matrimonio tra colossi.
LA
FRANCIA INVESTE NELLE BATTERIE
I progetti di Psa sono in linea con i
progetti di Parigi sulle batterie (lo Stato francese possiede, tramite Bpi
France, il 12,23% di Peugeot). Francia e Germania hanno deciso di unire le
forze per creare un
consorzio europeo per batterie a celle agli ioni di litio, spianando la
strada a una maggiore diffusione delle auto elettriche europee. Per il progetto
saranno spesi da 5 a 6 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi di euro al massimo
di sovvenzioni pubbliche e 4 miliardi di euro di denaro privato, secondo quanto
annunciato dal ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire.
Entro il 2020, i due Stati europei hanno
previsto la costruzione di un impianto pilota di 200 posti di lavoro in Francia
e nel 2023, tra soli 4 anni, dovrebbero essere avviati due diversi impianti di
produzione, uno in Francia, l’altro in Germania, creando 1.500 posti di lavoro
ciascuno.
IL
DIFFICILE ADDIO AL DIESEL
Se l’unione delle forze garantirà ad
Fca-Psa di spalmare gli investimenti ingenti per l’elettrificazione e le nuove
tecnologie su un gruppo con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro
(numeri ottenuti sulla base dell’aggregazione dei risultati del 2018 ed
escludendo Magneti Marelli e Faurecia), è anche vero che questa unione renderà
meno difficile una delle sfide più grandi che Ue ed elettrico chiedono: l’addio
al diesel.
Abbandonare la produzione di auto diesel
non comporta solo importati riconversioni degli impianti, ma potrebbe portare
anche al taglio di molti posti di lavoro. Nella fabbrica Fiat Chrysler di Pratola Serra
nel primo semestre del 2019 sono stati prodotti 150mila motori diesel, il 30%
in meno rispetto al 2018. E i dipendenti dello stabilimento sono già in cassa
integrazione (per arginare la situazione allo stabilimento campano è stata
assegnata la produzione di una nuova gamma di diesel Euro6D per il Ducato).
QUARTO
COSTRUTTORE AL MONDO
Elettrificazione a parte, l’unione di
Fca-Psa farà la differenza nel settore auto. La fusione, infatti, porterebbe
alla nascita del 4° costruttore automobilistico al mondo in termini di unità
vendute (8,7 milioni di veicoli), con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di
euro e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro.
L’importante creazione di valore risultante
dall’operazione è stimata in circa 3,7 miliardi di euro in sinergie annuali a
breve termine. Si prevede, come riportato nella nota congiunta, che “l’80%
delle sinergie siano raggiunte dopo 4 anni. Il costo una tantum per raggiungere
tali sinergie è stimato in 2,8 miliardi di euro”.
SEDE
IN OLANDA
La nuova realtà che nascerà dalla fusione
Fca-Psa avrà sede in Olanda e sarà quotata su Euronext (Parigi), Borsa Italiana
(Milano) e al New York Stock Exchange, con l’obiettivo di mantenere una
importante presenza nelle attuali sedi operative centrali in Francia, Italia e
negli Stati Uniti.
LE
PAROLE DI CARLO TAVARES
“Questa convergenza crea un significativo
valore per tutti gli stakeholder e apre a un futuro brillante per la società
risultante dalla fusione. Sono soddisfatto del lavoro fatto finora con Mike e
sarò molto felice di continuare a lavorare con lui per costruire insieme un
grande gruppo”, ha commentato Carlo Tavares, Ceo di Psa e ceo
in pectore della nuova realtà industriale che nascerà dal matrimonio
finanziario.
LE
PAROLE DI MIKE MANLEY
“Sono contento di avere l’opportunità di
lavorare con Carlos e il suo team su questa aggregazione che ha il potenziale
di cambiare il settore. Abbiamo una lunga storia di cooperazione di successo
con Groupe PSA e sono convinto che, insieme a tutte le nostre persone, potremo
creare una società leader nella mobilità a livello globale”, ha chiosato Mike
Manley, ceo di Fca.
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