da: Il Fatto Quotidiano
Questi giallo-rosa sono dei bei tipi. Hanno
l’occasione storica di cambiare l’Italia con una manovra che non solo combatte
per la prima volta l’evasione, ma rende pure conveniente pagare le tasse a chi
non le paga, le taglia a chi le paga e manda in galera chi continua a non
pagarle. Questo è il senso del “patto con gli onesti” lanciato da Conte a tutti
gli italiani: agli onesti perché lo rimangano senza sentirsi i soliti fessi,
pagando meno tasse; e ai disonesti che vogliono diventare onesti perché si
mettano in regola a condizioni vantaggiose, prima che cali la mannaia
giudiziaria.
Ma, anziché fare a pugni per intestarsi
questa campagna, strapparsela di mano e metterci la faccia, i leader della
maggioranza fanno a gara a prenderne le distanze, a lanciare ultimatum su Iva e
manette, a fare gli schizzinosi. Renziani e pidini difendono le loro soglie d’impunità,
che rendono impossibile arrestare (e pure scoprire, intercettare e processare)
un evasore o un frodatore, anche se s’impegna allo spasimo per finire dentro.
Il M5S, che pure ha l’ottima legge Bonafede bocciata da Salvini, insiste sui “grandi
evasori”, come se i 110-150 miliardi all’anno di evasione non fossero la somma
di operazioni di varia grandezza: quelle grandi verso i paradisi fiscali,
quelle medio-piccole verso i materassi, le cassette di sicurezza, l’economia
nera e i pagamenti in contanti. Perciò Conte vuole agire su più fronti con
incentivi alle condotte virtuose e deterrenti a quelle viziose.
Il primo vizio è quello che fa dell’Italia
l’ultimo paese Ue (persino dietro la Grecia) per pagamenti elettronici. Lo si
combatte alzando un po’ l’Iva (dell’1-1,5%) a chi paga in contanti e
abbassandola (sotto le soglie attuali) a chi paga con carta, previa garanzia di
commissioni bancarie gratuite sotto una certa soglia. Chi non ha la carta di
credito o il bancomat basterà
che vada alle Poste, anche per la pensione, e
chieda una prepagata a costo zero; o, se naviga online, usi un app ad hoc. Così l’Iva non aumenterà per
nessuno, salvo per chi se la aumenta da solo ostinandosi a pagare in contanti.
La seconda mossa è quella delle detrazioni
fiscali sulle prestazioni da lavoro autonomo, sia a chi le fa sia a chi le
riceve: se posso detrarre dalle tasse i lavori dell’idraulico, dell’operaio o
dell’elettricista e anche qualche cena al ristorante, avrò interesse a chiedere
la fattura o la ricevuta al professionista, che ci guadagnerà anche lui; e, se
rifiuta, rischierà non solo la galera, ma anche la concorrenza dei colleghi
pronti ad accettare. Un politico degno di questo nome si vanterebbe con gli
elettori di questa rivoluzione e rischierebbe persino di guadagnarci dei voti:
cosa vogliono di più, questi giallo-rosa?
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