martedì 8 ottobre 2019

Diventa legge il taglio dei parlamentari. Cosa cambia



L'ultimo voto (553 sì, 14 contrari) sulla legge costituzionale che cambia volto al Parlamento. Gli effetti dell'intervento, con il passaggio da 945 a 600, e il raffronto con il resto della Ue

Via libera definitivo della Camera alla riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari. I voti a favore sono 553, i contrari 14, e 2 gli astenuti. Hanno votato a favore, oltre alle forze di maggioranza M5s, Pd, Iv, Leu, anche le forze di opposizione, Forza Italia, FdI e Lega. Tra i voti contrari +Europa, e alcuni singoli deputati in dissenso dal loro gruppo.

Col passaggio dagli attuali 945 ai futuri 600, il numero dei parlamentari subisce un taglio del 36,5%.

IL RAFFRONTO CON L'EUROPA
A oggi la Camera, con 630 eletti, è tra le "Camere basse" in Europa con il numero maggiore di deputati. Solo il Bundestag tedesco ha un numero maggiore di eletti (709), così come la Camera dei Comuni del Regno Unito, con 650 componenti.


 
Il Parlamento italiano si allineerebbe così alle altre analoghe istituzioni elettive europee, restando tuttavia sempre tra quelle con un numero più alto di eletti. È quanto risulta da un raffronto elaborato dal servizio studi di Montecitorio. Il confronto è più complicato a livello di "Camere alte". Non solo perché la maggioranza degli stati membri dell’Ue (15 su 28) non ha una struttura bicamerale, ma anche perché nei 12 Paesi, oltre l’Italia, che ce l’hanno (Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia e Spagna), solo in 4 i componenti sono eletti direttamente dai cittadini (si tratta di Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Spagna).
In quest’ultima, peraltro, una parte dei membri (58 su 266) è designata dalle Comunità autonome. Inoltre, spesso le funzioni assegnate alle due Camere sono diversamente modulate. Non è dunque possibile fare un raffronto preciso.

In Germania, a esempio, il numero limitato di componenti del Bundesrat (oggi appena 69) è funzionale alla natura di quell’organo, che la Costituzione tedesca prevede sia composto da membri dei governi dei Lander regionali. All’estremo opposto è la britannica House of Lords - attualmente composta da 792 membri - la quale risponde a tutt’altre logiche di rappresentatività. Vi sono infatti Lords (carica peraltro a vita) nominati dal primo ministro, di diritto, esponenti della Chiesa anglicana, anche per diritto ereditario. In Francia, invece, il Senato è elettivo, ma di "secondo grado": i 348 senatori (che una riforma vuol ridurre a 244) sono eletti da un collegio di più di 160mila "grandi elettori", delegati dei Consigli municipali.

Quanto all’altro ramo del Parlamento, la riforma costituzionale italiana riduce i deputati a 400 (inclusi gli eletti all’estero, che passano da 12 a massimo 8). Anche dopo quest’intervento, tuttavia, in Europa sono pochi gli organi analoghi con un così elevato numero di eletti. Va però considerato il numero della popolazione e di abitanti per deputato eletto, dato che alcuni Paesi Ue sono meno popolosi dell’Italia.

In un quadro decrescente, dopo Germania (che peraltro ha un numero variabile di eletti, con un numero minimo tassativo di 598) e Regno Unito, l’Italia sarà ancora preceduta dalla Francia (oggi ha 577 membri, anche se una riforma vuol ridurne il numero a 404) e dai 460 della Polonia. Di meno ne avranno ancora Spagna e Svezia, con rispettivamente 350 e 349 eletti. Poco sotto figura la Romania, con 329. Infine, vanno elencate le Camere basse di Grecia (300 componenti), Bulgaria (240), Portogallo (230), Repubblica Ceca e Finlandia (200), Ungheria (199), Danimarca (179), Irlanda (158) e Paesi Bassi (150), Irlanda (158), giù fino ai 60 del Lussemburgo.

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