venerdì 25 ottobre 2019

Matteo Salvini: “Nostalgia canaglia”


da: https://infosannio.wordpress.com/ - di Bartolomeo Prinzivalli 

 
Comunque fa bene Salvini a puntare il dito contro Raggi e governo per i recenti casi di cronaca. Quand’era ministro dell’interno lui ad ogni fatto di sangue seguiva un post con scritto “assassini” o “castrazione chimica”, ed ogni retata veniva correlata da un suo tweet, talvolta addirittura mentre era in corso. La gente si sentiva più sicura sapendo che i porti erano chiusi e che i migranti (presunti terroristi) non sarebbero sbarcati “neanche a Natale”, salvo poi sbarcare il giorno dopo. La mafia era stata sconfitta grazie ad una manifestazione/campagna elettorale a Corleone il 25 aprile, con tanto di felpa celebrativa quindi ufficiale. Le restanti cosche erano terrorizzate dalle sue divise d’ordinanza indossate o dai bagni in piscina nei locali ad esse sequestrati anni prima, forse per la spavalderia o per il fisico scultoreo. Le ville abusive dei Casamonica le abbatteva lui, personalmente, a bordo dell’amatissima ruspa attorniato da fotografi o, nei casi più estremi, direttamente con un rutto.

Omicidi, scippi e stupri erano in calo (statistiche reali) soprattutto grazie al suo incessante lavoro, perché chiunque avesse intenti criminali ci avrebbe pensato su due volte prima di compierli solo visitandone la pagina Facebook, pregna dei commenti rabbiosi di un popolo di Charles Bronson, giustizieri della notte da tastiera con licenza di uccidere per legittima difesa, o meglio per vendetta, solo perché un extracomunitario aveva cagato per strada, quindi figuriamoci in caso di reati più gravi.

Se avesse potuto le avrebbe organizzate lui stesso le ronde, magari per scoprire che fine avessero fatto le migliaia di clandestini sbattuti per strada al seguito della chiusura dei centri accoglienza e mai rimpatriati, possibilmente travestito da agente come durante l’estradizione del pluriomicida Cesare Battisti, quasi scippato alle forze dell’ordine in aeroporto, dove mancava solo la frase ad effetto “adesso me ne occupo io, lasciatelo a me” per farne la scena madre di un film hollywoodiano.


Però “buttate la chiave” l’ha detto davvero. Sì, certo, poi magari in parlamento i suoi votavano contro l’autorizzazione a procedere verso chiunque, sull’arresto di Arata e Nicastri non aveva proferito parola, per i milioni rubati dai predecessori otteneva dilazioni ottantennali, Savoini manco lo conosceva, ma sono dettagli, quisquilie. Anzi, in realtà si trattava di attacchi veri e propri alla sua figura, tanto eccessivi quanto gratuiti, perché lui di soldi spariti ed affari poco chiari non poteva sapere proprio nulla, in quanto mero testimonial. In fondo chi potrebbe mai chiedere a Mastrota dove la nota fabbrica di materassi reperisca i fondi per le materie prime, aspettandosi risposte dettagliate e convincenti? Sarebbe una pretesa assurda, paradossale.

Comunque fa bene adesso a puntare il dito contro Raggi e governo, quando governerà l’Italia (perché lo farà) finalmente il Paese scoprirà cosa sia la vera giustizia, quella fai da te basta che non tocchi me, superando la sua atavica predisposizione alla nostalgia

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