da: https://infosannio.wordpress.com/
- di Bartolomeo Prinzivalli
Comunque fa bene Salvini a puntare il dito contro Raggi e governo per i
recenti casi di cronaca. Quand’era
ministro dell’interno lui ad ogni fatto di sangue seguiva un post con
scritto “assassini” o “castrazione chimica”, ed ogni retata veniva correlata da
un suo tweet, talvolta addirittura mentre era in corso. La gente si sentiva più sicura sapendo che i porti erano chiusi e che i migranti (presunti terroristi) non sarebbero sbarcati “neanche a
Natale”, salvo poi sbarcare il giorno dopo. La mafia era stata sconfitta grazie ad una manifestazione/campagna
elettorale a Corleone il 25 aprile,
con tanto di felpa celebrativa
quindi ufficiale. Le restanti cosche
erano terrorizzate dalle sue divise d’ordinanza indossate o dai bagni in
piscina nei locali ad esse sequestrati anni prima, forse per la spavalderia o
per il fisico scultoreo. Le ville
abusive dei Casamonica le abbatteva lui, personalmente, a bordo
dell’amatissima ruspa attorniato da
fotografi o, nei casi più estremi, direttamente con un rutto.
Omicidi,
scippi e stupri erano in calo (statistiche reali) soprattutto grazie al
suo incessante lavoro, perché chiunque avesse intenti criminali ci avrebbe pensato su due volte prima di compierli
solo visitandone la pagina Facebook,
pregna dei commenti rabbiosi di un popolo di Charles Bronson, giustizieri della notte da tastiera con licenza di
uccidere per legittima difesa, o meglio per vendetta, solo perché un
extracomunitario aveva cagato per strada, quindi figuriamoci in caso di reati
più gravi.
Se avesse potuto le avrebbe organizzate lui
stesso le ronde, magari per scoprire
che fine avessero fatto le migliaia di clandestini sbattuti per strada al seguito della chiusura dei centri
accoglienza e mai rimpatriati, possibilmente travestito da agente come
durante l’estradizione del pluriomicida
Cesare Battisti, quasi scippato alle forze dell’ordine in aeroporto, dove
mancava solo la frase ad effetto “adesso me ne occupo io, lasciatelo a me” per
farne la scena madre di un film hollywoodiano.
Però “buttate
la chiave” l’ha detto davvero. Sì, certo, poi magari in parlamento i suoi votavano contro l’autorizzazione a procedere
verso chiunque, sull’arresto di Arata e
Nicastri non aveva proferito parola, per i milioni rubati dai predecessori otteneva dilazioni ottantennali, Savoini manco lo conosceva, ma sono
dettagli, quisquilie. Anzi, in realtà si trattava di attacchi veri e propri
alla sua figura, tanto eccessivi quanto gratuiti, perché lui di soldi spariti ed affari poco chiari non
poteva sapere proprio nulla, in quanto mero testimonial. In fondo chi potrebbe mai chiedere a Mastrota dove la nota fabbrica di materassi
reperisca i fondi per le materie prime, aspettandosi risposte dettagliate e
convincenti? Sarebbe una pretesa assurda, paradossale.
Comunque fa bene adesso a puntare il dito contro Raggi e governo, quando governerà l’Italia (perché lo farà)
finalmente il Paese scoprirà cosa sia la vera giustizia, quella fai da te basta che non tocchi me,
superando la sua atavica predisposizione
alla nostalgia…
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