da: Il Fatto Quotidiano
Imu, responsabile economico Pd: “Reintrodurla per
detassare stipendi”
Filippo Taddei punta ad abbassare le tasse sul lavoro
riportando l'imposta sulla prima casa: "Renzi sapeva quali erano le mie
idee quando mi ha scelto"
di Stefano Feltri
“La mia priorità? Reintrodurre l’Imu
sulla prima casa per abbassare le tasse sul lavoro”. Gli altri partiti della
coalizione del governo non saranno contenti, come farà Enrico Letta a fare
qualcosa di così dirompente? “Matteo sapeva quali erano le mie idee quando mi
ha scelto”. Filippo Taddei, 37 anni, l’autore delle proposte economiche di
Pippo Civati, riceve la chiamata del nuovo segretario del Pd Renzi alle sette
di mattina, l’orario simbolo del nuovo corso renziano. Il sindaco di Firenze
gli offre di diventare responsabile dell’Economia nella nuova segreteria. Una
scelta non scontata, visto che finora del programma economico renziano si è
occupato il deputato Yoram Gutgeld.
Filippo
Taddei, lei comincerà a dettare la linea economica del Pd già dalla legge di
Stabilità in discussione alla Camera?
Questa è una scelta che deve prendere
Renzi, lui vuole da noi una forte proposta politica per il futuro. Come
orizzonte pensa al 2014.
Da dove pensa di cominciare?
Serve un cambiamento di prospettiva:
il Pd deve riportare il lavoro al centro della politica. Gli stipendi di oggi
non permettono più di comprare quello che si comprava in passato. Faccio sempre
l’esempio della casa, un caso che ho studiato da economista con il mio collega
Tommaso Nannicini: a metà anni Ottanta un trentenne doveva investire 3-4
annualità di stipendio per comprare casa, oggi ce ne vogliono più di 11. Siamo
diventati un Paese di lavoratori sfiduciati e proprietari di casa spaventati.
Noi vogliamo lavoratori ottimisti e proprietari fiduciosi.
Vasto
programma. Nel concreto?
Dobbiamo affrontare subito il dualismo
del mercato del lavoro, tra chi ha tutele e chi non ne ha, un tema che è
scomparso dal dibattito, e di cui discuterò con Marianna Madia che nella
segreteria si occupa di Lavoro. E c’è un problema di tasse: abbiamo passato un
anno a parlare dell’Imu che vale 250 euro medi a famiglia e non abbiamo
discusso di pressione fiscale sul lavoro, fuori controllo. L’Italia non può
essere il Paese in cui è sconveniente lavorare.
A livello europeo sono
tutti d’accordo: per recuperare competitività bisogna tagliare i salari.
Riducendo il carico fiscale si ottiene
sia una riduzione del costo del lavoro che un aumento del salario netto.
Arriviamo alla solita domanda: dove si trovano i soldi
per tagliare le tasse?
Bisogna razionalizzare la spesa
pubblica e i costi della politica, la battaglia del professor Roberto Perotti
su la-voce.info è molto condivisibile, sta seguendo un’intuizione che era molto
forte nella mozione Civati. Spendiamo un punto di Pil di troppo per i costi
della politica, 16 miliardi. Il gettito delle imposte da reddito vale 10 punti
di Pil, tagliare quel punto di Pil eccessivo sprecato per la politica significa
creare le condizioni per una riduzione del 10 per cento.
Per il resto basta il commissario alla spending review
Carlo Cottarelli?
Per la riduzione della spesa c’è un
ottimo contributo di Gutgeld, poi serve una lotta all’evasione vera, questa
volta funzionerà perché avremo il consenso degli onesti. Da Cottarelli mi
aspetto grandi cose da un punto di vista tecnico. Ma una volta trovati gli
sprechi servirà molta forza politica per tradurre tutto questo in azione di
governo.
Lei è favorevole a una patrimoniale?
La prima cosa da fare è reintrodurre
l’Imu sulla prima casa, che è un’imposta patrimoniale, e usare quelle risorse
per abbassare le tasse sul lavoro.
Renzi ha detto che vorrebbe ridiscutere il vincolo
europeo del 3 per cento al rapporto tra deficit e Pil. Non penserà mica di
convincere 27 Paesi a rivedere i trattati?
Se avremo un piano di riforme serio
per questo Paese, rinnovamento senza fare nuovo debito, l’Europa ci permetterà
di fare cose che oggi ci sono vietate. Questo non succederà se continuiamo col
piccolo cabotaggio.
Attorno a Renzi si è creata una grande attesa, come se
spettasse a lui far uscire il Paese dal pantano. Tra diciamo due anni,
l’Italia sarà in condizioni migliori o voi vi ripromettete solo di gestire la
crisi per limitare i danni?
Sono cose assolutamente imprevedibili.
Dobbiamo fare il massimo possibile, la probabilità che tra due anni vivremo in
un Paese diverso c’è.
Twitter
@stefanofeltri
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