da: la Repubblica
Paolo
Virzì e "Il capitale umano": l'Italia ricca è anche infelice
Il
nuovo film del regista toscano sarà in sala dal 9 gennaio. Tratto dal romanzo
di Stephen Amidon, è una storia corale e trasversale nei generi. "Volevo
far emergere il mondo dei benestanti, quelli che hanno investito sul fallimento
di questo paese"
di
Arianna Finos
Dal Connecticut alla Brianza, Paolo Virzì
adatta al cinema ("una pazzia, ma sono orgoglioso") il romanzo di
Stephen Amidon, Il capitale umano, con la benedizione dell'autore. Un film di
respiro internazionale eppure italianissimo per tema e caratterizzazione dei
personaggi, una storia corale e trasversale nei generi, umorismo nero, noir,
dramma familiare. Il titolo si riferisce al calcolo del valore della vita umana
secondo i parametri giudiziari, ad esempio in base alle aspettative di ciò che
ciascuno può fare e essere. Distribuito da 01, Il capitale umano è in sala il 9
gennaio per poi spiccare il volo, molto probabilmente, verso il Festival di
Berlino.
Cast capitale. Un gruppo di attori uno più
bravo dell'altro. C'è l'immobiliarista senza scrupoli che tenta la scalata
sociale, è Fabrizio Bentivoglio, che ha una compagna psicologa matura e incinta
di due gemelli, Valeria Golino. L'altra coppia è formata da Valeria Bruni
Tedeschi, donna ricca, annoiata e infelice divisa tra il marito squalo della
finanzia, Fabrizio Gifuni e un professore di teatro interpretato da Luigi Lo
Cascio. Le due famiglie si intersecano per il fidanzamento, in crisi, tra i due
giovani rampolli, a cui si aggiunge un ragazzo fragile. I tre giovani
interpreti, Giovanni Anzaldo, Matilde Gioli e Guglielmo Pinelli sono
bravissimi. La storia si arricchisce di elementi da thriller quando, alla
vigilia di Natale, un ciclista viene trovato morto su una strada di campagna.
Checco, Woody, Paolo: anche i ricchi
piangono. "Volevo fare emergere senza enfasi le questioni del Paese, il
mondo dei benestanti. Volevo che questo venisse fuori attraverso un racconto
costruito come un puzzle che ci porta a indagare, come la polizia sull'omicidio,
su quello che c'è dietro questi personaggi, il loro moto di agire, le
motivazioni, l'infelicità". In una scena del film, la moglie Valeria Bruni
Tedeschi dice al marito imprenditore "avete investito sul fallimento di
questo paese e avete vinto".
Il tema dei ricchi e della loro infelicità,
degli intrighi e della mancanza di morale è stato recentemente affrontato da
due film diversi: Sole a catinelle di Zalone e Blue Jasmine di Woody Allen:
"Quello di Allen è un film fantastico - dice Virzì - quello di Zalone non
l'ho ancora visto ma lo vedrò, i primi due mi hanno fatto molto ridere. Quello
di Allen mi ha colpito perché abbiamo anche qualcosa di familiare. Cate
Blanchett è monumentale ma anche Valeria Bruni Tedeschi regge la sfida.
Evidentemente non è un caso che certi temi in paesi lontani e cineasti
diversissimi risuonino questioni di un momento delicato, il mondo è sull'orlo
di un precipizio, c'è desiderio di voltare pagina e emergono narrazioni di
questi tempi in forme diverse, noi abbiamo fatto un noir, una commedia
sarcastica, Allen ha fatto una strepitosa commedia disperata.
Connecticut-Brianza. Il capitale umano in
versione film ha convinto e conquistato lo scrittore Stephen Amidon, che ha
accompagnato l'uscita italiana. "Sono rimasto impressionato nel vedere
come siano riusciti a portare al cinema la complessità del libro e risolverla
in modo brillante sul grande schermo". Sul cambio di stile e tono,
rispetto alla sua filmografia precedente, il regista dice: "Cercavo un
tono diverso, mi sono ispirato al romanzo di un autore moderno, ma anche a un
cinema dell'altrove, all'umorismo nero di certi cineasti americani ebrei, a
Chabrol. Volevo sperimentare qualcosa di diverso rispetto alla solita commedia.
Creare un allarme nello spettatore che è poi un allarme sul nostro tempo grazie
a una struttura narrativa che lo consentiva".
Torino e Berlino. Sull'impegno da direttore
del Torino Film Festival, ruolo che il regista ha lasciato, "fare il
direttore di festival è stata una cosa faticosa, meravigliosa e penso
irripetibile - dice - perché poi io faccio un altro lavoro. Sono stato chiamato
a dare una mano ho fatto del mio meglio continuerò a collaborare ma con una
forma che mi auguro per me stesso e per il benessere della mia famiglia più
ridimensionata". Sulla presenza probabile alla Berlinale aggiunge:
"Per l'uscita italiana abbiamo privilegiato la stagione che ci interessava
i più quella di gennaio. Ma soprattutto i nostri co-produttori francesi stanno
valutando circostanze internazionali in cui presentare il film".
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