da: Lettera 43
Riccardo
Chailly, La Scala ha il suo nuovo direttore musicale
Figlio
d'arte. Molto stimato all'estero. Chi è l'uomo scelto da Pereira per
risollevare le sorti del teatro.
di Michela
Garbin
Il suo nome circolava già da tempo, ora
però è ufficiale. Riccardo Chailly è stato scelto per il ruolo di direttore
musicale de La Scala a partire dal 2015.
Maestro stimato a livello internazionale,
guida dal 2005 l’Orchestra del Gewandhaus e l’Opera di Lipsia, in Germania, e
in passato ha diretto le orchestre più importanti del mondo, da New York a
Chicago, dai Berliner ai Wiener, dalla London Philharmonic Orchestra al
Concertgebouw di Amsterdam.
Chailly è figlio d’arte (il padre Luciano
era compositore) ed è milanese proprio come il Teatro che va a dirigere. Col
suo nome si cercava una garanzia. La Scala necessita di un rilancio importante,
considerata l’evidente crisi di identità che da tempo attraversa.
BARENBOIM-LISSNER AL CAPOLINEA. Il
crepuscolo dell’era Barenboim-Lissner
si è consumato con l’ultima, deludente
Prima di Sant’Ambrogio, una Traviata da dimenticare, piena di errori e scelte
improbabili, al di là degli incassi.
Così il Consiglio di amministrazione ha
deciso di rendere effettiva con anticipo la nomina di Chailly (Barenboim era in
scadenza nel 2016 e ha rinunciato a ricoprire il suo mandato fino al termine),
ratificando la proposta del neosovrintendente Alexander Pereira, il quale, a
sua volta, subentra con anticipo all’uscente Stéphane Lissner, che ha passato
la mano visto che è già arrivato all’Operà di Parigi.
Pereira:
«C'è bisogno di fare scelte forti»
«L’Expo è alle porte e c’è bisogno di fare
scelte forti», ha detto Pereira in Consiglio.
Ed è stato ascoltato, a partire dal sindaco
Giuliano Pisapia, presidente della Fondazione Scala che spera in questo modo di
archiviare il passato - dopo avere rifinanziato
il contratto di Lissner quando questi già aveva un piede a Parigi - e di
risolvere una volta per tutte il «nodo» Scala, leggasi il recupero dei fondi
privati per sostenere il Teatro.
Pereira è un manager culturale con molte
relazioni, che si dice abile a bussare alle porte nei posti giusti del pianeta,
compresi i Paesi emergenti, per trovare ricchi sponsor. E per questo motivo è
stato preferito ad altri.
Mancava solo un direttore artistico da
affiancargli, in modo da evitare che la Scala diventasse solo un brand. Ora è
arrivato.
IL FEELING CON IL SOVRINTENDENTE. La nomina
di Chailly è stata agevolata dal fatto che il maestro è stato in cartellone al
Festival di Salisburgo, di cui Pereira (che è austriaco) è stato direttore.
I due hanno ottimi rapporti, più o meno la
stessa età (Pereira 65, Chailly 60) ed entrambi amano la musica sacra e la
tradizione italiana, credendo nella riscoperta dei grandi capolavori del
passato.
E anche di questo si sente bisogno al
Piermarini, viste le ultime, audaci riletture contemporanee dei classici della
lirica.
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