mercoledì 11 dicembre 2013

Milano, Teatro La Scala: Riccardo Chailly è il nuovo direttore musicale

da: Lettera 43

Riccardo Chailly, La Scala ha il suo nuovo direttore musicale
Figlio d'arte. Molto stimato all'estero. Chi è l'uomo scelto da Pereira per risollevare le sorti del teatro.
di Michela Garbin



Il suo nome circolava già da tempo, ora però è ufficiale. Riccardo Chailly è stato scelto per il ruolo di direttore musicale de La Scala a partire dal 2015.
Maestro stimato a livello internazionale, guida dal 2005 l’Orchestra del Gewandhaus e l’Opera di Lipsia, in Germania, e in passato ha diretto le orchestre più importanti del mondo, da New York a Chicago, dai Berliner ai Wiener, dalla London Philharmonic Orchestra al Concertgebouw di Amsterdam.
Chailly è figlio d’arte (il padre Luciano era compositore) ed è milanese proprio come il Teatro che va a dirigere. Col suo nome si cercava una garanzia. La Scala necessita di un rilancio importante, considerata l’evidente crisi di identità che da tempo attraversa.

BARENBOIM-LISSNER AL CAPOLINEA. Il crepuscolo dell’era Barenboim-Lissner
si è consumato con l’ultima, deludente Prima di Sant’Ambrogio, una Traviata da dimenticare, piena di errori e scelte improbabili, al di là degli incassi.
Così il Consiglio di amministrazione ha deciso di rendere effettiva con anticipo la nomina di Chailly (Barenboim era in scadenza nel 2016 e ha rinunciato a ricoprire il suo mandato fino al termine), ratificando la proposta del neosovrintendente Alexander Pereira, il quale, a sua volta, subentra con anticipo all’uscente Stéphane Lissner, che ha passato la mano visto che è già arrivato all’Operà di Parigi.  

Pereira: «C'è bisogno di fare scelte forti»
«L’Expo è alle porte e c’è bisogno di fare scelte forti», ha detto Pereira in Consiglio.
Ed è stato ascoltato, a partire dal sindaco Giuliano Pisapia, presidente della Fondazione Scala che spera in questo modo di archiviare il passato - dopo avere rifinanziato  il contratto di Lissner quando questi già aveva un piede a Parigi - e di risolvere una volta per tutte il «nodo» Scala, leggasi il recupero dei fondi privati per sostenere il Teatro.
Pereira è un manager culturale con molte relazioni, che si dice abile a bussare alle porte nei posti giusti del pianeta, compresi i Paesi emergenti, per trovare ricchi sponsor. E per questo motivo è stato preferito ad altri. 
Mancava solo un direttore artistico da affiancargli, in modo da evitare che la Scala diventasse solo un brand. Ora è arrivato.
IL FEELING CON IL SOVRINTENDENTE. La nomina di Chailly è stata agevolata dal fatto che il maestro è stato in cartellone al Festival di Salisburgo, di cui Pereira (che è austriaco) è stato direttore.
I due hanno ottimi rapporti, più o meno la stessa età (Pereira 65, Chailly 60) ed entrambi amano la musica sacra e la tradizione italiana, credendo nella riscoperta dei grandi capolavori del passato. 

E anche di questo si sente bisogno al Piermarini, viste le ultime, audaci riletture contemporanee dei classici della lirica.

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