mercoledì 11 dicembre 2013

Pd, Renzi e la vecchia dirigenza: no europee per Massimo D’Alema, ex ministro degli esteri….




Intervistato da Floris nel talk Ballarò, il novello segretario del Pd Matteo Renzi ha dichiarato che non candiderà Bindi e D’Alema alle europee precisando che al Parlamento Europeo ci deve andare qualcuno che poi resta lì, quelli interessati all’Europa e non ai giochini italiani.
Vale a dire: il Parlamento Europeo non è parcheggio temporaneo o la sedia che si dà per trombare alcuni politici.

Posto che, non sapevo che da domenica 8 dicembre 2013, in analogia all’”impostazione” seguita nel partito di plastica di Silvio Berlusconi, queste decisioni spettassero unicamente a Renzi, come si può dissentire sul principio. Che i partiti politici usino alcune istituzioni per fare “partite di giro” interne anziché per collocarvi le persone competenti, è uno dei tanti motivi per cui la nostra classe politica non è credibile. Quindi, che non si consideri il Parlamento Europeo un parcheggio temporaneo o una sedia per trombati lo trovo ineccepibile.
Però..


Ammesso e non concesso che Renzi sia stato sincero nel motivare il criterio di scelta per le elezioni europee e che l’esclusione di D’Alema e Bindi non sia dovuta al fatto di preferire persone in sintonia con la sua in linea politica
(che sarebbe?!..staremo a vedere/sentire…speriamo non di talk in talk), mi permetto di far presente un “piccolo particolare”. Dal mio punto di vista, s’intende.

Se c’è un ruolo che a Massimo D’Alema è riuscito bene nella sua lunga carriera politica, è stato quello di Ministro degli Esteri. Si possono discutere decisioni e azioni nel suo operare, ma era un interlocutore credibile anche tra coloro che, all’estero, si sono sempre fatti due risate dell’Italia.
Quindi, se si cercano caratteristiche pertinenti per lavorare in sede europea, non si può dire che D’Alema non le abbia. Non foss’altro per l’esperienza politica e la caratteristica da “cardinale” dimostrata da ministro degli esteri e i contatti che ancora vanta a livello internazionale.
Certo. Sarebbe una presenza “ingombrante”. Che toglie proscenio ad altri. Ma Matteo Renzi, uno in ottimi rapporti con il proscenio, non ha certo timore della presenza ingombrante di un D’Alema a Bruxelles…Nevvero?

In chiusura, un’ultima osservazione su ciò che si aspetta o vorrebbe dalla vecchia dirigenza. Dice Renzi: "i vecchi dirigenti ci devono dare tanti consigli, i consigli sono la merce più preziosa".
Ora.

Se io fossi un vecchio (in senso di lunga militanza) dirigente del Pd, a sentire ciò mi partirebbe un cordiale vaffanculo. La “carotina” Renzi se la può posizionare da qualche parte.
Se le persone mature hanno fallito, non hanno saputo rappresentare coloro che negli anni li hanno votati, hanno perso tutte le occasioni per cambiare registro: non ci stanno consigli. Sono teste di cazzo. Se non si mettono da parte vanno “collocati a riposo forzato”.
Se, invece, pur con errori, qualcosa negli anni sono riusciti a fare, ad essere: non ci stanno consigli. A questi politici spetta un ruolo, accanto ai più giovani. La fusione tra due generazioni se unita da una visione in comune è ciò che porta ad avere una linea di conduzione e a realizzare progetti. Nonché a creare e mantenere armonia. Nel rispetto delle diversità.
I consigli sono quelle cose che si chiedono a coloro che si mettono agli angoli ma, ogni tanto, gli si dà il contentino per “coinvolgerli”. Oppure, quelli cui ci si rivolge quando ormai si sta col culo per terra.
La vecchia dirigenza del Pd va spazzata via se ha fallito. Non ha consigli da dare. Contrariamente, bisogna saperla usare. E se Renzi ha detto quelle parole per dare una “carotina” ai rottamati, la “percezione” che questi possono avere è di essere presi per il culo. E’ già generoso che il vaffa sia cordiale.

P.S: D’Alema si autoescluderà, quindi Renzi non dovrà gestire la “pratica” elezioni europee per il primo della sua lista di rottamati. Resta quanto sopra in merito alle competenze. 

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