da: Cadoinpiedi
Berlusconi,
la fine non è nota
Decaduto
e fuori dal Parlamento, ma con tutti i suoi poteri. A quasi un mese
dall''uscita ufficiale dai Palazzi della politica del Cav, Cadoinpiedi.it
traccia un bilancio con Carlo Porcedda, autore con Paolo Biondani di Il
Cavaliere Nero (Chiarelettere, 2013) che dice: “La caccia al tesoro l’ha vinta
lui, perché non gli è stato sequestrato nemmeno un centesimo: il suo tesoro
rimane lì dove l’ha nascosto”.
di Antonella
Scutiero
Candidato con la destra in Bulgaria. O
leader di quella italiana, ma fuori dal Parlamento, come Grillo, come Renzi. In
ogni caso tutt'altro che finito. Silvio Berlusconi continua a difendersi:
"Cosa sia successo in Senato, cioè il voto sulla mia decadenza, all'estero
nessuno riesce a spiegarselo. La magistratura che calpesta lo Stato di diritto
e diventa partito politico", va ripetendo. E ancora. "Se mi
arrestano, in Italia scoppia la rivoluzione".
E accantona volutamente il fatto che la
Corte di Cassazione in terzo grado non ha giudicato l'uomo politico, ma
l'imprenditore, e precisamente l'imprenditore colpevole di frode fiscale.
"Ma alla fine, la caccia al tesoro l'ha vinta lui",
sottolinea Carlo
Porcedda, autore con Paolo Biondani di Il Cavaliere Nero (Chiarelettere, 2013).
"Perché in fondo non gli è stato sequestrato nemmeno un centesimo. E
l'unica conseguenza che ha avuto è stata la decadenza. Ma il suo tesoro rimane
lì dove l'ha nascosto".
D:
Ha sentito che vorrebbero candidare Berlusconi in Bulgaria?
R: Mi pare che questa notizia faccia il
paio con l'indiscrezione del passaporto diplomatico rilasciatogli da Putin in
quanto rappresentante della Russia in Vaticano. È folklore, i problemi sono
altri.
D:
Crede che il Berlusconi pubblico, estero a parte, sia effettivamente finito con
la decadenza e l'incandidabilità o troverà ancora modo di essere protagonista?
R: I segnali indicano che molto
probabilmente terrà fede alle sue promesse: non ha nessuna intenzione di
ritirarsi. E del resto lo diceva nel suo videomessaggio di metà settembre,
diceva " io sono assolutamente innocente". Come sempre ha schierato
la sua forza mediatica, il suo consenso, per proporre una sua verità. È dalla
discesa in campo che costruisce un racconto cui rimane fedele qualsiasi cosa
dica la realtà o le sentenze.
D:
Ma dal 1994 qualcosa è cambiato.
R: La differenza è una e cioè che è come un
normale cittadino, non sottoposto alle garanzie preventive che poteva avere un
parlamentare.
D:
Dopo la condanna in Cassazione, da Milano a Napoli ci sono numerosi altri
procedimenti giudiziari che lo riguardano.
R: Berlusconi si trova davanti due
situazioni che potrebbero complicare la realtà post decadenza. Se in qualsiasi
procedimento avesse una nuova condanna definitiva, anche solo per un euro o per
giorno, rientrerebbe nella categoria che la legge ex Cirielli definisce
"recidivi" per cui perderebbe anche tutte le attenuanti di cui gode
ora. E quindi i quattro anni di condanna, ridotti a uno, della sentenza
Mediaset tornerebbero tutti.
D:
E l'altra?
R: L'altra è che in altri procedimenti in
cui i Pm dovessero ritenere necessarie misure come intercettazioni o
addirittura l'arresto, se prima doveva essere informato Parlamento e quindi
c'era un certo preavviso, ora non più. Il che significa che è caduto lo scudo
che ha permesso a Berlusconi di gestire al meglio la sua difesa, non solo
tramite i suoi avvocati nelle aule di giustizia, ma anche in pubblico.
D:
E questo l'ha aiutato?
R: Sicuramente lo ha aiutato a rendere il
perno della sua indignazione la "condanna politica" piuttosto che il
caso giudiziario in sé. Ma la condanna, va ricordato, riguarda l'imprenditore,
non il politico, il cui comportamento è stato sanzionato al massimo livello
dalla giustizia italiana e ha causato al Berlusconi pubblico la perdita dei
suoi incarichi.
D:
Lui descrive la situazione diversamente.
R: Dice di esser stato condannato per una
"presunta evasione di meno di sette milioni di euro". Quello che non
dice è che l'evasione accertata riguardava oltre 360 milioni, poi per effetto
di prescrizioni stabilite da alcune leggi dei suoi governi è rimasta punibile
solo quella parte lì. Il racconto berlusconiano non è completo.
D:
Cos'altro manca?
R: Nel libro, che contiene anche una serie
di documenti inediti, a partire da condanna di agosto scorso siamo andati a
vedere quello che i giudici hanno accertato sia stato accumulato all'estero da
società strettamente riconducibili a Berlusconi.
D:
E quanto è?
R: Più o meno 1 miliardo 277 milioni.
D:
Mica male. Tornando al processo Mediaset, Berlusconi ha tirato in ballo nuovi
documenti, nuovi testimoni. Cosa ne pensa?
R: Ha stupito molti perché si tratta di una
difesa davvero molto debole, gli stessi avvocati hanno minimizzato l'impatto di
queste nuove prove. È una tesi difensiva che viene smontata facilmente da
alcuni documenti presenti anche nel libro e che hanno guidato giudici per la
loro sentenza.
D:
Quali dei processi in corso dovrebbe preoccuparlo di più, ora che è
pregiudicato?
R: Quello che mi sento di dire è che come
successo già in questo processo, altri procedimenti potrebbero aiutare a capire
passaggi rimasti oscuri in momenti precedenti, come accaduto per le tangenti di
Craxi. La pista che bisogna seguire è sempre quella dei soldi nella cassa
offshore. Ed è lì che si annida non solo evasione ma anche soldi nascosti
all'estero per cose inconfessabili.
D:
Un giro non da poco, diceva.
R: Berlusconi imprenditore ha
sistematicamente organizzato fondi segreti all'estero. In uno dei processi che
lo riguarda, quello per la compravendita senatori ai danni del governo Prodi ,
ora sono state fatte rogatorie per avere accesso a conti che si trovano a Hong
Kong.
D:
Insomma, non finisce qui?
R: Io non credo possano fargli male più di
tanto a livello di immagine, perché lui segue sempre la linea del complotto.
Berlusconi ha il diritto come tutti di difendersi e chiedere la revisione dei
processi, ma teniamo bene in mente che la caccia al tesoro finora l'ha vinta
lui, perché i soldi accertati finora sono solo la punta dell'iceberg e non gli
è mai stato sequestrato un solo centesimo. L'unica condanna in Cassazione gli è
costata dieci milioni di euro, ma tutto il complotto l'ha lasciato proprietario
di tutti i suoi beni.
Nessun commento:
Posta un commento