lunedì 16 dicembre 2013

Pd, Renzi: “sfida” dialettica a Grillo, che convince (?) e un po’ “preoccupa” Andrea Scanzi

E’ un meccanismo mentale che scatta inevitabilmente per chiunque. E’ la dose, l’effetto del meccanismo, che varia in relazione alla consistenza mentale e/o a situazioni in cui versa il singolo soggetto.

Che Matteo Renzi sia galvanizzato per aver conquistato un partito quando fino a poco tempo fa manco gli faceva il filo ci sta. Tanto più perché quella conquista era per lui obbligata. Se non fosse riuscito a raggiungere la poltrona di segretario lo avrebbero cotto a fuoco lento. Manco tanto lento. Per quanto non avvezzo al ruolo di segretario, non si poteva permettere di lasciare quel posto a qualcuno che sarebbe stato “pungolato” dalla vecchia dirigenza. La sua “forza propulsiva” si sarebbe esaurita a breve. La cosa che meglio riesce al Pd è l’auto distruzione. Alcuni preferirebbero mantenere la “tradizione storica” dei perdenti piuttosto che vincere con Renzi.

Il discorso che il novello segretario del Pd ha fatto dopo la vittoria l’ho trovato efficace. Strutturalmente efficace. Se poi abbia “preso spunto” da alcuni, come sostiene Andrea Scanzi nel Fatto Quotidiano, poco male. Ci sono giornalisti o presunti tali che leggono certo web e “prendono spunto” senza mai citare, neppure per sbaglio o una sola volta, il sito o blog nel quale hanno trovato qualcosa che ha attirato la loro attenzione.

Non ho letto o visto il video del discorso fatto ieri da Renzi. Ho solo sentito alcuni passaggi dai servizi in tv.

Strasentito quel: «Beppe firma qua: caro Grillo hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme. Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e su legge elettorale: se ci stai, si fa. Se noi ci stai, sei per l’ennesima volta un chiacchierone e l’espressione buffone vale per te».

Mi pare che già abbiamo fatto un passo indietro, caro Renzi. Comprensibile. E’ stata una settimana impegnativa. Si può perdere un po’ di lucidità. Poiché le critiche e i suggerimenti a posteriori sono più facili dell’autocritica, ecco i miei…

E’ a dir poco originale e decisamente noioso scendere o salire sul piano di Grillo. C’è già lui che fa certi esercizi “concettuali” di contrapposizione e di “stile dialettico”, eviterei di fargli concorrenza.
Renzi veda di non perdere di vista gli obiettivi. Uno dei quali, è quello di riprendersi certi elettori scappati dal Pd per votare M5S. Lo farà anche rispondendo a Grillo, ma con contenuti e forme diverse da quelle di quest’ultimo, non accomunandosi a lui nel linguaggio o lanciando sfide. Ovvio che, nell’era dell’occupazione dei politici in tv ci stiano anche (purchè non solo) frasi ad effetto che siano immediatamente riportate nel web, prevalentemente  concentrato su ciò che passa in tv, ergo: il politico occupa l’intero palinsesto mediatico. Ma ciò non significa omologarsi allo “stile” degli avversari.  

La prima regola dialettica della comunicazione politica - in senso generale, non in senso stretto (cioè non solo quella tra politici di professione) – vale a dire in ogni situazione della vita e professione nella quale vi siano almeno due interlocutori e uno dei due debba attrarre e/o convincere l’altro, è quella di esprimersi in positivo: parlare per valorizzare, evidenziare il positivo, in modo tale e si notino le differenze rispetto ad altro, ad altri (Grillo, nella fattispecie). Caso mai, solo dopo che il concetto è arrivato ci si può permettere di parlare del negativo o…del marginale, cioè dell’avversario. Ovviamente, si glissa sui meriti di quest’ultimo. Quanto sopra, giusto per capirci, è roba che Bersani manco sa cosa sia. Renzi, dovrebbe essere più facilitato nella comprensione.

Certo, al momento c’è un problema. Non da poco….
Né Renzi né il governo hanno fatto qualcosa di cui poter parlare, mettere in evidenza, che consenta di “ignorare” Grillo ma nel contempo, rispondergli indirettamente.
Non sto qui a scrivere cosa, secondo me, avrebbe dovuto dire Renzi, che pure dovrebbe avere argomenti per colpire Grillo nel suo punto debole.

Il punto debole di Grillo è che non può consentire a deputati e senatori del M5S nessun voto con il Pd su provvedimenti che possono apparire (non essere, ma sembrare…), agli occhi dell’opinione pubblica, come un inizio di riforma, di cambiamento. Anche solo una parziale risposta a problemi del paese.
Se mai Letta e il Parlamento riuscissero a cavare qualche ragno dal buco, Renzi lo dovrà usare in positivo. Il corpo a corpo “dialettico” con Grillo non serve. Condizione essenziale è che Grillo, però, non abbia argomenti seri per demolire l’operato del duo Letta-Renzi. Se non avrà argomenti (cosa che dubito), non gli resterà che continuare ad “urlare” nel suo blog e nelle piazze, usando un linguaggio “essenziale” e “minimalista” per mantenere l’attenzione delle tv e le prime pagine web.

Nel frattempo che Letta e Pd cavino un ragno dal buco, Renzi eviti il “corpo a corpo” dialettico. Veda di ricordarsi (pensavo le conoscesse già) le prime regole della comunicazione. Caso mai, faccia una visitina ad Arcore.
Si sa, l’originale – nel bene o nel male – è sempre meglio delle copie.
Ed eviti anche interviste e partecipazioni ai talk. Sta diventando una macchietta. Non mi sembra il caso di battere Silvio su questo piano.

E con questo finisco la critica e i suggerimenti a Renzi. Ha già un comunicatore ufficiale. Quello che “cinguetta” da bimbominkia in Twitter. E questo è uno dei pochi pensieri che ho in comune con Andrea Scanzi.

Andrea Scanzi, quando scrive del M5S lo fa con “amore”. Lo “riprende” perché non vuole che il movimento commetta certi errori. E’ un suo diritto. E…al cuor non si comanda. Ma questo “sentimento” rende talvolta la sua critica poco mordente.
Nel post sotto, trovate l’articolo che Scanzi ha scritto oggi (in parte autocelebrandosi), che pare un po’  “preoccupato” che Renzi possa impensierire con la sua dialettica Grillo.

Io penso esattamente il contrario. Che quello che Scanzi definisce per Renzi come «rilancio pokeristico che mediaticamente funziona..» sia rincorrere Grillo sullo stesso piano. Pericoloso. Considerando il passato e…il presente del Pd. Al governo e in Parlamento.
Scanzi si aspetta una risposta da Grillo che demolisca il Pd, partito che ha avuto occasioni per dare una mossa a governo e Parlamento e non lo ha fatto (vedi legge elettorale) e gli suggerisce di prestare attenzione a chi potrebbe risucchiargli voti. Se non è amore questo….
Intendiamoci. Non è una colpa avere un legame con un partito politico, con un movimento.  Solo che…..questo atteggiamento di Scanzi non vedo in che sia diverso da quello di chi nutre “sentimenti” verso altri partiti o movimenti.
Ah…già. Non si può dire che il gruppo Espresso-la Repubblica stia al Pd come Scanzi, qualche volta, sta al M5S…

Il suddetto “amore” non è da confondere con la faziosità. Questa è nemica del senso critico. E’ l’esatto contrario.
Diverso è riconoscere che l’amato ha un difetto e auspicare che lo corregga, richiamando l’attenzione a certi comportamenti e dando suggerimenti, altra cosa è negare il difetto nell’amato vedendolo solo negli altri.

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