E’ un meccanismo
mentale che scatta inevitabilmente per chiunque. E’ la dose, l’effetto del
meccanismo, che varia in relazione alla consistenza mentale e/o a situazioni in
cui versa il singolo soggetto.
Che Matteo Renzi sia
galvanizzato per aver conquistato un partito quando fino a poco tempo fa manco
gli faceva il filo ci sta. Tanto più perché quella conquista era per lui
obbligata. Se non fosse riuscito a raggiungere la poltrona di segretario lo
avrebbero cotto a fuoco lento. Manco tanto lento. Per quanto non avvezzo al ruolo
di segretario, non si poteva permettere di lasciare quel posto a qualcuno che
sarebbe stato “pungolato” dalla vecchia dirigenza. La sua “forza propulsiva” si
sarebbe esaurita a breve. La cosa che meglio riesce al Pd è l’auto distruzione.
Alcuni preferirebbero mantenere la “tradizione storica” dei perdenti piuttosto
che vincere con Renzi.
Il discorso che il
novello segretario del Pd ha fatto dopo la vittoria l’ho trovato efficace. Strutturalmente
efficace. Se poi abbia “preso spunto” da alcuni, come sostiene Andrea Scanzi
nel Fatto Quotidiano, poco male. Ci
sono giornalisti o presunti tali che leggono certo web e “prendono spunto”
senza mai citare, neppure per sbaglio o una sola volta, il sito o blog nel
quale hanno trovato qualcosa che ha attirato la loro attenzione.
Non ho letto o visto
il video del discorso fatto ieri da Renzi. Ho solo sentito alcuni passaggi dai
servizi in tv.
Strasentito quel: «Beppe firma qua: caro Grillo hai 160
parlamentari decisivi per fare le riforme. Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti
impegni per superare il Senato, abolire le Province e su legge elettorale: se ci stai, si fa. Se noi ci stai, sei per
l’ennesima volta un chiacchierone e l’espressione buffone vale per te».
Mi pare che già
abbiamo fatto un passo indietro, caro Renzi. Comprensibile. E’ stata una
settimana impegnativa. Si può perdere un po’ di lucidità. Poiché le critiche e
i suggerimenti a posteriori sono più facili dell’autocritica, ecco i miei…
E’ a dir poco
originale e decisamente noioso scendere o salire sul piano di Grillo. C’è già
lui che fa certi esercizi “concettuali” di contrapposizione e di “stile
dialettico”, eviterei di fargli concorrenza.
Renzi veda di non
perdere di vista gli obiettivi. Uno dei quali, è quello di riprendersi certi
elettori scappati dal Pd per votare M5S. Lo farà anche rispondendo a Grillo, ma
con contenuti e forme diverse da quelle di quest’ultimo, non accomunandosi a
lui nel linguaggio o lanciando sfide. Ovvio che, nell’era dell’occupazione dei
politici in tv ci stiano anche (purchè non solo) frasi ad effetto che siano
immediatamente riportate nel web, prevalentemente concentrato su ciò che passa in tv, ergo: il
politico occupa l’intero palinsesto mediatico. Ma ciò non significa omologarsi
allo “stile” degli avversari.
La prima regola
dialettica della comunicazione politica - in senso generale, non in senso
stretto (cioè non solo quella tra politici di professione) – vale a dire in ogni
situazione della vita e professione nella quale vi siano almeno due
interlocutori e uno dei due debba attrarre e/o convincere l’altro, è quella di
esprimersi in positivo: parlare per valorizzare, evidenziare il positivo, in
modo tale e si notino le differenze rispetto ad altro, ad altri (Grillo, nella
fattispecie). Caso mai, solo dopo che il concetto è arrivato ci si può
permettere di parlare del negativo o…del marginale, cioè dell’avversario.
Ovviamente, si glissa sui meriti di quest’ultimo. Quanto sopra, giusto per
capirci, è roba che Bersani manco sa cosa sia. Renzi, dovrebbe essere più
facilitato nella comprensione.
Certo, al momento
c’è un problema. Non da poco….
Né Renzi né il
governo hanno fatto qualcosa di cui poter parlare, mettere in evidenza, che
consenta di “ignorare” Grillo ma nel contempo, rispondergli indirettamente.
Non sto qui a
scrivere cosa, secondo me, avrebbe dovuto dire Renzi, che pure dovrebbe avere
argomenti per colpire Grillo nel suo punto debole.
Il punto debole di
Grillo è che non può consentire a deputati e senatori del M5S nessun voto con
il Pd su provvedimenti che possono apparire (non essere, ma sembrare…), agli
occhi dell’opinione pubblica, come un inizio di riforma, di cambiamento. Anche
solo una parziale risposta a problemi del paese.
Se mai Letta e il
Parlamento riuscissero a cavare qualche ragno dal buco, Renzi lo dovrà usare in
positivo. Il corpo a corpo “dialettico” con Grillo non serve. Condizione
essenziale è che Grillo, però, non abbia argomenti seri per demolire l’operato
del duo Letta-Renzi. Se non avrà argomenti (cosa che dubito), non gli resterà
che continuare ad “urlare” nel suo blog e nelle piazze, usando un linguaggio
“essenziale” e “minimalista” per mantenere l’attenzione delle tv e le prime
pagine web.
Nel frattempo che
Letta e Pd cavino un ragno dal buco, Renzi eviti il “corpo a corpo” dialettico.
Veda di ricordarsi (pensavo le conoscesse già) le prime regole della
comunicazione. Caso mai, faccia una visitina ad Arcore.
Si sa, l’originale –
nel bene o nel male – è sempre meglio delle copie.
Ed eviti anche
interviste e partecipazioni ai talk. Sta diventando una macchietta. Non mi
sembra il caso di battere Silvio su questo piano.
E con questo finisco
la critica e i suggerimenti a Renzi. Ha già un comunicatore ufficiale. Quello
che “cinguetta” da bimbominkia in Twitter. E questo è uno dei pochi pensieri che
ho in comune con Andrea Scanzi.
Andrea Scanzi, quando
scrive del M5S lo fa con “amore”. Lo “riprende” perché non vuole che il movimento
commetta certi errori. E’ un suo diritto. E…al cuor non si comanda. Ma questo
“sentimento” rende talvolta la sua critica poco mordente.
Nel post sotto, trovate
l’articolo che Scanzi ha scritto oggi (in parte autocelebrandosi), che pare un po’
“preoccupato” che Renzi possa
impensierire con la sua dialettica Grillo.
Io penso esattamente
il contrario. Che quello che Scanzi definisce per Renzi come «rilancio pokeristico che mediaticamente
funziona..» sia rincorrere Grillo sullo stesso piano. Pericoloso.
Considerando il passato e…il presente del Pd. Al governo e in Parlamento.
Scanzi si aspetta
una risposta da Grillo che demolisca il Pd, partito che ha avuto occasioni per dare una
mossa a governo e Parlamento e non lo ha fatto (vedi legge elettorale) e gli
suggerisce di prestare attenzione a chi potrebbe risucchiargli voti. Se non è
amore questo….
Intendiamoci. Non è
una colpa avere un legame con un partito politico, con un movimento. Solo che…..questo atteggiamento di Scanzi non
vedo in che sia diverso da quello di chi nutre “sentimenti” verso altri partiti
o movimenti.
Ah…già. Non si può dire che il gruppo Espresso-la Repubblica stia al Pd come Scanzi, qualche volta, sta al M5S…
Ah…già. Non si può dire che il gruppo Espresso-la Repubblica stia al Pd come Scanzi, qualche volta, sta al M5S…
Il suddetto “amore”
non è da confondere con la faziosità. Questa è nemica del senso critico. E’
l’esatto contrario.
Diverso è riconoscere
che l’amato ha un difetto e auspicare che lo corregga, richiamando l’attenzione
a certi comportamenti e dando suggerimenti, altra cosa è negare il difetto nell’amato
vedendolo solo negli altri.
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