Forconi,
rischio paralisi. Chi c’è dietro le manifestazioni e cosa chiedono
Italia bloccata dal movimento dei forconi?
La lettura sembra riduttiva, anche se l’effetto non cambia: da questa mattina,
in molte città italiane, ai caselli delle autostrade, in punti nevralgici dei
trasporti e dell’amministrazione pubblica e tributaria, si stanno svolgendo
manifestazioni più o meno pacifiche, più o meno partecipate, indette dal
Coordinamento nazionale 9 dicembre.
Chi c’è dietro a questa improvvisa
insurrezione di piazza che, sebbene pacifica in molte sedi, a Torino sta
prendendo la piega dei cortei più controversi degli ultimi tempi, quando minoranze
organizzate prendono il centro dell’attenzione a suon di violenze e atti
intimidatori, che spesso finiscono per causare scontri, anche violenti, con le
forze dell’ordine. Nel capoluogo piemontese, in queste ore, il centro è
sostanzialmente off limits, e i negozi si sono trovati costretti a chiudere per
prevenire danni dalla situazione che si va surriscaldando di ora in ora.
Addirittura, dalle cronache sembra che dal corteo sia partita una sassaiola
contro il palazzo del consiglio regionale. Disagi, invece, alla stazione di
Genova, dove sono stati bloccati i binari.
Gli scioperi, partiti questa mattina,
potrebbero anche durare tutta la settimana, mettendo seriamente a rischio
paralisi l’intero Paese. Non a caso, il ministro dell’Interno Alfano è già intervenuto
mettendo in chiaro che atti contrari alla legge non saranno tollerati.
Chi ha aderito alla manifestazione? Dalle
informazioni disponibili, sembra che gli organizzatori siano principalmente tre
sigle ben conosciute nello spazio tra una società civile sempre più indignate e
una politica sempre meno capace di risolverne i problemi. In primo luogo, nella
connotazione che sta prevalendo sui mezzi di comunicazione, c’è il movimento
dei Forconi guidato da Mariano Ferro, già candidato alle elezioni regionali in
Sicilia poco più di un anno fa. Al suo fianco, si trovano i “Liberi
imprenditori federalisti europei” di Lucio Chiavegato, artigiano veneto, a cui
si è unito anche il Movimento autonomo degli autotrasportari, guidato da
Augusto Zaccardelli.
Insomma, dietro alle manifestazioni e ai
presidi che stanno avvenendo nei maggiori centri del Paese, c’è un sottobosco
di professionisti, imprenditori partite Iva, ma anche dipendenti, disoccupati,
cassintegrati, scesi in piazza per urlare il proprio sdegno contro l’oppressione
tributaria in primo luogo, ma anche sociale e lavorativa. Non a caso, i sit in
si stanno svolgendo di fronte ai palazzi della politica, ma anche alle soglie
delle sedi di Equitalia, ritenuta il simbolo del vampirismo di Stato che non
accenna a allentare i propri canini dal collo dei contribuenti.
Tra gli annunci che hanno mosso il popolo
oggi in piazza, anche quello di un imminente sciopero fiscale, mentre
commercianti e professionisti aderenti alla protesta potrebbero abbassare le
serrande o chiudere i propri studi per qualche ora. E’ stato anche diramato,
tramite i social network, dove il verbo dello sciopero si è diffuso con buona
penetrazione, un codice di comportamento, evidentemente mirato a prevenire
eventuali degenerazioni violente.
In mezzo ai tanti cittadini che protestano
in modo pacifico, però, sembra siano affiorate alcune adesioni sospette, come
movimento vicini all’estrema destra, quando non collegamenti alla criminalità
organizzata. “Saremo noi per primi a difenderci da eventuali infiltrati. Ho
paura, io per primo ha ivelato il
portavoce dei Forconi Mariano Ferro - ho paura perché le infiltrazioni mafiose,
le infiltrazioni di estremisti di destra o di sinistra non ci fanno bene, fanno
un favore al sistema”.
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