da: Il Fatto Quotidiano
Diritto
d’autore, il regolamento Agcom è (quasi) legge. Ripristiniamo la legalità
di Guido Scorza
Dopo anni di
discussioni, tentennamenti e ripensamenti, oggi, l’Autorità per le Garanzie
nelle Comunicazioni ha varato la nuova disciplina sul diritto d’autore online.
L’Italia è diventato
così il primo Paese in Europa nel quale un’Autorità amministrativa potrà
ordinare la rimozione di qualsiasi contenuto presente nello spazio pubblico
telematico, all’esito di un procedimento sommario nel quale tempi e spazi di
difesa sono ridotti al di sotto del minimo consentito e, soprattutto,
l’intervento dell’Autorità Giudiziaria ordinaria è solo successivo ed
eventuale.
Nelle prossime ore
plausi e critiche al coraggio ed alla determinazione – forse persino
ostinazione – con la quale l’Autorità ha deciso di varare le nuove norme si
confonderanno in un rumoroso brusio telematico.
Il tempo del
confronto e delle polemiche, però, ormai è finito.
Urlare nel vuoto pro
o contro la nuova disciplina appena varata dall’Agcom, non serve e rischia di
costituire solo una goffa rappresentazione di tifoseria e machismo intellettuale.
E’, invece, urgente
ripristinare la legalità chiedendo ai giudici amministrativi e, se servisse, a
quelli costituzionali, a quelli della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e,
da ultimo, a quelli della Corte Europea dei diritti dell’uomo di valutare se in
una società democratica europea quello che è accaduto e quello che accadrà
all’indomani dell’entrata in vigore della nuova disciplina, targata Agcom, sul
diritto d’autore, è legittimo e democraticamente sostenibile.
Nessun intento
polemico e nessuna pretesa di imporre la propria convinzione – politica o
giuridica che sia – su quella altrui ma solo l’esigenza ed anzi l’urgenza che,
finalmente, un giudice si occupi della questione e risponda a pochi quesiti
semplici ma imprescindibili: l’Authority poteva davvero varare una quasi-legge
destinata a disciplinare l’intera materia dell’enforcement dei diritti d’autore
online in assenza di una precisa disposizione di legge che le attribuisse tale
potere? E’ legittimo che sia un’Autorità amministrativa, all’esito di un
procedimento sommario ad ordinare la cancellazione dallo spazio pubblico
telematico di un contenuto digitale anche quando si tratti di un articolo di
giornale, della foto di un fatto di cronaca di straordinario rilievo pubblico,
di una video inchiesta o di uno spezzone di una trasmissione televisiva
destinata a diventare un pezzo di storia del Paese? E’ legittimo che un ordine
di rimozione di un contenuto emesso da un’Autorità amministrativa nell’ambito
di un procedimento sommario possa essere revocato solo all’esito di un lungo e
costoso giudizio davanti al giudice amministrativo e che quindi un
provvedimento cautelare produca, nella sostanza, effetti quasi definitivi?
Il ripristino della
legalità della quale oggi si avverte più forte che mai l’urgenza passa per le
risposte che un giudice nazionale, organo costituzionale, democraticamente
irrinunciabile dovrà dare circa la legittimità dell’operato dell’Agcom che è
un’Amministrazione dello Stato per quanto vestita della nobile paratia di
Autorità amministrativa indipendente e poi per quelle che, con ogni
probabilità, dovranno dare i giudici europei e quelli internazionali circa la
compatibilità della nuova disciplina italiana sul diritto d’autore online
rispetto alle regole europee e, soprattutto, al sistema dei diritti
fondamentali dell’uomo.
Sino ad allora
nessuno potrà dirsi certo che il nostro Paese abbia fatto un passo avanti verso
la tutela dei diritti degli autori e non invece un passo indietro verso la
negazione di altri ed egualmente importanti diritti e libertà di ciascuno di
noi.
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