da: la Repubblica
"Risate
di gioia", la strana coppia Magnani-Totò si rivede sul grande schermo
Torna
in sala, nella versione restaurata da Cineteca di Bologna, Titanus e Rai
Cinema, il film diretto da Mario Monicelli nel 1960 e vede in coppia i due
grandi attori. Il ricordo di Franca Faldini. "Anna temeva il declino,
continuavano a offrirle solo parti di popolana scarmigliata ma nella vita era
una signora che parlava con il birignao"
Risate di gioia è stato il film che ha
fatto piangere Totò. "Sognava da anni di tornare a lavorare con Mario
Monicelli, si sentiva snobbato da lui e ne soffriva - racconta Franca Faldini,
all'epoca la sua compagna - quando lo chiamarono era felice. Ma al momento di
infilarsi il frac di scena, fino a tre anni prima abbondante, Antonio si
accorse che non gli si chiudeva. Era uscito da un periodo terribile, a causa
della malattia agli occhi. È stata l'unica volta in cui l'ho visto
piangere". Oltre alla voglia di lavorare ancora con Monicelli, dopo il
successo di
Guardie e ladri, c'era anche quella di ritrovare Anna Magnani:
"Avevano condiviso le gloriose riviste nella Roma occupata" dice
Franca Faldini, 82 anni, giornalista e scrittrice. Monicelli raccontava che la
Magnani, reduce dall'Oscar, resisteva al progetto perché temeva che Totò
abbassasse il tono del film. "Anna era una donna tormentata, ma Antonio mi
raccontava che con lui era sempre stata rispettosa", assicura la Faldini.
Sul grande schermo sono Infortunio e
Tortorella, i "due relitti di Cinecittà" persi nell'odissea
tragicomica di un Capodanno romano, la coppia perfetta che conquistò il
pubblico al debutto nel 1960: lunedì 9 Risate di gioia torna in sala, nella
versione restaurata da Cineteca di Bologna, Titanus e Rai Cinema. La
sceneggiatura di Suso Cecchi d'Amico, rifiutata da Comencini, passò a
Monicelli. Tortorella (Magnani) entra in scena vestita d'antica romana, grida
infervorata "miracolo", insieme ai figuranti di un
"peplum". Infortunio (Totò) invece è il compare del borseggiatore
interpretato da Ben Gazzara. Sul set, il rapporto tra gli attori è rilassato,
testimonia Franca Faldini: "Io accompagnavo Antonio, ma non sempre, perché
era orgoglioso, non voleva sembrare il povero cieco. Mi ricordo lui e Anna
seduti in un angolo a prendere in giro Gazzara, che era giovanissimo e fanatico
e credo che Anna avesse una grossa simpatia per lui".
Se con Totò c'era intesa e con Gazzara le
spaghettate all'alba, gli scontri della Magnani erano con il regista:
"Monicelli era fumantino, lei nevrotica, logico ci fossero
contrasti". Prima delle riprese Monicelli puntava tutto sulle doti da
comedienne di Anna Magnani, ma restò deluso: la sua Tortorella doveva essere
una "trucibonda", come la definiva Suso Cecchi d'Amico, ma l'attrice
resisteva al ridicolo, temeva i segni del tempo. Aveva preteso una splendida
parrucca platino, l'abito da sera e la stola di volpe. "Anna temeva il
declino, continuavano a offrirle solo parti di popolana scarmigliata. Nella
vita era una signora, che parlava con il birignao". Ma l'amore per i gatti
ne tirava fuori tutto l'animo popolare: fuori dal Casinò di Anzio, dopo la
scena della festa, lei e Totò s'imbatterono in ragazzini che molestavano un
micetto. E Anna sbottò: "Brutti fiji de mignotta, la volete
piantà?!".
Nessun commento:
Posta un commento