da: Il Fatto Quotidiano - di
Carlo Di Foggia
L’emendamento
Toninelli voleva una modifica che rendesse più facile la revoca delle
concessioni autostradali: pure i 5 Stelle hanno detto di no
Due semplici commi da inserire nella
manovra, ma con un effetto dirompente: eliminare
lo scudo che oggi protegge la generosa concessione della Autostrade dei
Benetton. Uno dei principali ostacoli
alla revoca ipotizzata dal governo gialloverde, 5Stelle in testa, all’indomani del disastro del ponte Morandi, e
oggi impossibile visto che il governo ha
accettato di far salvare Alitalia anche ad Atlantia, la holding controllata
dalla famiglia veneta.
Non è un caso che che il tentativo di riaprire la guerra ai Benetton si arrivato proprio
da uno dei più contrari a quella scelta, Danilo
Toninelli. Nei giorni scorsi l’ex ministro dei Trasporti ha cercato di
presentare un emendamento alla legge di
Bilancio, in discussione al Senato. Il tentativo in commissione Trasporti è
però andato a vuoto: l’emendamento -
hanno fatto intendere a Toninelli gli stessi senatori 5 Stelle - è
“inopportuno”.
Il testo si aggancia all’articolo 91 della
legge di bilancio, che riduce la
deducibilità degli ammortamenti operati dai concessionari (vale 340 milioni
nel 2020). Ci aggiunge due commi
esplosivi. Il primo elimina l’approvazione per legge delle
convenzioni, in primis quella di Autostrade, operata dal governo Berlusconi nella primavera
2008, appena insediato, in sede di conversione di un decreto del governo Prodi.
La mossa blindò per legge dei contratti privati e servì a superare le critiche
degli organi tecnici di controllo, col Parlamento tenuto all’oscuro della portata
della novità.
La concessione di Autostrade, per dire, era stata bocciata dal Nucleo per la
regolazione dei servizi di pubblica utilità (Nars) perché troppo generosa, ma anche perché conteneva una clausola mostruosa che garantisce ai Benetton un indennizzo gigante
anche in caso di revoca per colpa grave, come “crolli e disfacimenti” (vedi
ponte Morandi). Una norma illegittima e vietata dal codice civile secondo
il rapporto della commissione di esperti chiamata da Toninelli a valutare la possibilità
di avviare la revoca quand’era al ministero. Quella norma, peraltro, fu stroncata anche dall’indagine della Corte dei
Conti.
In
cambio di quella mossa
Atlantia partecipò alla cordata dei “capitani coraggiosi” che rilevò Alitalia
all’epoca del Caimano.
Lo stesso scambio perverso riproposto oggi.
L’emendamento Toninelli eliminerebbe la
norma del 2008 e impone agli schemi delle concessioni allora approvate per
legge di effettuare la normale trafila: decreto interministeriale Tesoro-Trasporti,
valutazione del Nars, passaggio al Cipe, validazione della Corte dei Conti e,
infine, un passaggio nelle commissioni parlamentari.
Il secondo comma prescrive invece che, in
attesa della nuova trafila, i
concessionari resterebbero obbligati a gestire le tratte (e, nel caso di Autostrade,
resta salvo l’obbligo di pagare la ricostruzione del Morandi).
Dopo le prime due riunioni,
i 5Stelle delle commissioni Trasporti e
Bilancio sembravano d’accordo a far depositare l’emendamento, ma quando Toninelli
ha provato a presentarlo sono iniziate le perplessità legate ad Alitalia. Alla
fine non è passato al filtro interno dei commissari pentastellati: troppo forte
la paura di far saltare la trattativa per salvare il vettore,
peraltro in stallo proprio per la melina Altantia.
Giovedì, dopo ben 5
rinvii, è prevista l’ultima scadenza
per presentare l’offerta vincolante insieme
a Fs e all’americana Delta. I Benetton vogliono però rassicurazioni sulla
concessione. Nel tavolo di confronto, il governo
ha eliminato l’ipotesi revoca (che potrebbe limitarsi alle tratte liguri),
ma ha chiesto che Autostrade accetti il nuovo sistema tariffario deciso dall’Autorità
dei Trasporti, che ridurrebbe le tariffe. La risposta è stata “no, al massimo ce le riduciamo del 6%”,
salvo poi chiudere anche a questa ipotesi. Mercoledì scorso il capo di
Ferrovie, Gianfranco Battisti, è andato dal premier Giuseppe Conte per
sollecitarlo a risolvere lo stallo. Senza successo, per ora.
Nessun commento:
Posta un commento