Quelli
che…è meglio se andassero a Taranto
Il livello
e il modo in cui è stata raccontata la vicenda ex Ilva a Taranto
ci dice due cose: che il problema
dell'informazione non sono gli anonimi in rete (che al massimo amplificano le
sciocchezze), ma gli autori delle fake
news che hanno tanto di nome e cognome.
La seconda cosa è che da lontano, lontano da Taranto intendo, la
questione si vede in modo
completamente diverso.
Non vedono che Arcelor Mittal ha preso lo stabilimento di Taranto solo per mantenere il controllo della produzione dell'acciaio e a cui ora non basta nemmeno lo scudo penale, ovvero la possibilità di non rispettare le leggi grazie ad un accordo con uno stato che le leggi le deve far rispettare.
Non vedono che Arcelor Mittal ha preso lo stabilimento di Taranto solo per mantenere il controllo della produzione dell'acciaio e a cui ora non basta nemmeno lo scudo penale, ovvero la possibilità di non rispettare le leggi grazie ad un accordo con uno stato che le leggi le deve far rispettare.
Non si vede l'inquinamento, non si vedono le malattie, i bambini che non possono uscire a giocare e che si ammalano, le scuole chiuse nei giorni di vento.
Le uniche cose che capiscono, i tanti
commentatori, sono il profitto e la possibilità, ancora una volta, di usare la
vicenda Ilva per fini di propaganda.
Salvini, che ha messo assieme la fuga di Mittal con Balottelli (eppure non sono i sovranisti a
Renzi, il cui partito ha votato il DL che toglieva l'immunità a Mittal.
Il centrodestra
che, per anni, ha concesso ai Riva la possibilità di
inquinare.
Il futuro dell'Italia non è solo in mano al PIL (che ad oggi a Taranto ha portato lavoro e malattie) e a quegli altoforni.
Il futuro è iniziare a pensare anche alle persone.
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