da: https://www.ilfattoquotidiano.it/
- di Marco Procopio
La
fattura elettronica è in vigore dal 2012 ed è stata affiancata da un pacchetto
di misure che hanno semplificato il rapporto fra fisco e cittadini. Richiedere
lo scontrino è diventata un’abitudine perché dà diritto a detrazioni. E basta
accedere al portale dell’Agenzia delle entrate per verificare i propri acquisti
e sapere in tempo reale quanti soldi rimborserà lo Stato. Con questi
provvedimenti la differenza tra Iva dovuta e versata è scesa sotto i 2 miliardi
Come ridurre l’evasione Iva, convincere
tutti a chiedere lo scontrino e al tempo stesso semplificare la vita di
cittadini e imprese nel rapporto con il fisco. A fare scuola è il Portogallo, che negli ultimi sei anni ha visto lievitare il gettito grazie a fatturazione e scontrino elettronico affiancati da un sistema informatico che consente di sapere in tempo reale quanti soldi
rimborserà lo Stato grazie alle detrazioni e fare la dichiarazione dei
redditi con pochi clic. L’e-fattura c’è anche in Italia, e dal prossimo gennaio
diventerà realtà anche il collegamento di tutti i registratori di cassa con
l’Agenzia delle Entrate. Anche se la lezione portoghese non è stata seguita
fino in fondo: la annunciata semplificazione si è concretizzata solo in parte.
E l’esonero dalla fattura elettronica delle partite Iva
che hanno aderito al regime forfettario con flat tax al 15% resta, secondo la Corte dei conti, un vulnus al sistema di contrasto all’evasione.
La
ricetta del Portogallo: e-fattura, lotteria e detrazioni per tutti
Era il 2012
quando il governo portoghese, alle prese con un’economia in piena crisi e con la Troika stabilmente a Lisbona, diede il via libera a una riforma che
nel giro di pochi anni
avrebbe cambiato il comportamento dei suoi cittadini.
Con un decreto legge varato in agosto, impose ad aziende e lavoratori autonomi
la trasmissione telematica obbligatoria
dei dati di tutte le operazioni rilevanti ai fini Iva. Una rivoluzione
tecnologica che per i piccoli commercianti si è tradotta semplicemente nel collegare il registratore di cassa
all’Agenzia delle entrate. L’Italia ha preso esempio: lo scontrino elettronico è partito a livello sperimentale lo scorso luglio
solo per chi ha un giro d’affari
superiore a 400mila euro e dal gennaio
2020 riguarderà tutti gli esercenti, al netto di possibili ritardi legati
all’acquisto dei registratori telematici. Il passo successivo in Portogallo è
stato quello di prevedere detrazioni
fiscali per i consumatori finali, in modo tale da incentivarli a richiedere
sempre la fattura. Il meccanismo è semplice: quando si va dal parrucchiere o al supermercato, in fase di pagamento
si comunica anche il proprio codice fiscale. In questo modo ogni acquisto
viene tracciato ed è possibile sapere
immediatamente quanto restituirà lo Stato in fase di dichiarazione dei redditi.
Per farlo basta accedere a un apposito
portale. Dopo il log-in si entra nell’area personale: qui ogni icona
rappresenta una voce di spesa, da quelle di tutti i giorni alla parcella del
medico, fino all’educazione e all’affitto di casa. A fianco è riportato anche
l’importo delle detrazioni accumulate fino a quel momento. E una volta
raggiunto il tetto previsto per legge il conteggio si blocca.
Questo sistema, che nel nostro Paese sembra
un miraggio considerata la giungla di agevolazioni fiscali esistenti, in realtà
non si discosta molto dal “bonus Befana”
che il governo Conte 2 punta introdurre con la legge di bilancio, una sorta
di premio fino a 475 euro che arrivi a fine anno nelle tasche di chi ha
effettuato pagamenti con bancomat o carte di credito. La soglia prevista dalle detrazioni portoghesi, invece, non ha lo
scopo primario di incentivare l’uso della moneta elettronica. E soprattutto
varia in base ai settori commerciali. Ad esempio è previsto un tetto di 1.000
euro per i rimborsi Iva derivanti dalle spese mediche e uno di 250 euro per
pagamenti come il meccanico o l’abbonamento ai mezzi pubblici. Ovviamente chi non richiede la fattura non può godere
di tutti questi vantaggi. Ed è escluso
anche dalla famosa lotteria degli
scontrini, che qui è in vigore dal
2014. Ogni ricevuta emessa, infatti, riporta al suo interno un codice
numerico che permette ai cittadini di partecipare a un sorteggio, con un premio
massimo di 50mila euro. E per consultare i codici estratti è disponibile
persino un’app per smartphone. Questo strumento, già presente in altri Paesi
europei seppur con risultati discordanti, partirà anche in Italia dal 1 gennaio 2020.
“Il
portale online è un gioco da bambini”. “Ha messo in moto un circolo virtuoso”
“La piattaforma online messa in piedi dallo
Stato è di una semplicità estrema, è davvero un gioco da bambini e riassume in
un’unica schermata la contabilità di un’intera famiglia”, spiega a
Ilfattoquotidiano.it Paola Stefani Pereira, avvocato di origine italiana che
lavora a Lisbona ormai da anni. “Ma i vantaggi non sono soltanto per i
consumatori. Ad esempio per me che sono un lavoratore autonomo è stata davvero
una rivoluzione”. Così come avviene in Italia, infatti, il software messo a
disposizione dall’Agenzia delle entrate lusitana permette di gestire tutte le
operazioni della propria attività da un unico portale. “Per emettere una
fattura basta collegarsi e barrare le caselle pertinenti al regime in cui si è
inquadrati”, aggiunge l’avvocato. In caso di errore, “la fattura può essere annullata
o modificata. In ogni caso tutto rimane
registrato e consultabile, in modo tale che in fase di dichiarazione dei redditi basti un clic per completare
la procedura”. È per questo che molti lavoratori hanno scelto di non affidarsi
a un commercialista per gestire tutte le pratiche. “In teoria si può fare tutto da soli, basta conoscere un minimo le
leggi relative agli autonomi”, continua Stefani Pereira. Leggi che,
soprattutto per chi apre la partita Iva per la prima volta, hanno una
tassazione molto favorevole. “Durante il primo anno c’è l’esenzione totale
dell’Iva, mentre dopo varia in base al reddito. Rimane a zero se si fatturano
meno di 10mila euro annui, sale al 23 per cento per gli altri. Ma dipende anche
dai settori, per la ristorazione ad esempio è più bassa”, conclude l’avvocato.
“È indubbio che la tecnologia abbia invogliato i cittadini a collaborare con
l’Erario piuttosto che allontanarli”.
Quello che ancora manca, però, è la possibilità
di gestire in modo automatico anche la contabilità delle attività
commerciali o delle piccole aziende. “C’è sempre un momento in cui bisogna
inviare le comunicazioni Iva all’Erario, che siano trimestrali o annuali”,
chiarisce Marcello Menichetti, segretario generale della Camera di Commercio
italiana in Portogallo. “Inoltre il programma dell’Agenzia delle entrate di
certo non va a sostituirsi a quello utilizzato da ciascun esercente per gestire
i flussi di cassa, è pensato per un altro scopo”. A suo parere, però,
“l’intuitività con cui è stato realizzato e la crescente richiesta dei
cittadini di ottenere la fattura grazie ai vari incentivi hanno messo in moto
un circolo virtuoso. E i risultati si vedono”.
La
Commissione Ue: “La collaborazione dei cittadini ha ridotto l’evasione
dell’Iva”
Numeri alla mano, infatti, il sistema
fiscale messo in piedi dal Portogallo può dirsi vincente. Secondo le stime della Commissione europea, nel 2013
il gap Iva del Paese (cioè la differenza tra il gettito Iva atteso dallo
Stato e quello poi effettivamente riscosso) ammontava a 2,5 miliardi di euro. A
partire dall’anno seguente è iniziato a calare, per scendere nel
2017 al di sotto della soglia psicologica dei 2 miliardi di evasione. Un trend
confermato anche dalle stime provvisorie relative al 2018 e – scrive Bruxelles
– frutto di una “maggiore collaborazione dei cittadini” resa possibile proprio
dai provvedimenti introdotti durante la crisi economica. In parallelo è aumentato in modo esponenziale il numero di
fatture emesse ai consumatori finali. Come riporta la corposa relazione
annuale sulla lotta al sommerso stilata ogni anno dal governo di Lisbona,
infatti, se nel 2013 gli scontrini con annesso codice fiscale del contribuente
non arrivavano nemmeno a 500 milioni, dopo 5 anni sono quasi triplicati,
arrivando a toccare quota 1,3 miliardi. Nello stesso periodo sono cresciute le
fatture emesse e comunicate all’Agenzia delle entrate lusitana: dai 4,47
miliardi del 2013 si è passati ai 5,8 miliardi del 2018. In pratica un vero e
proprio toccasana per le casse pubbliche. Solo nell’ultimo anno gli introiti dello Stato portoghese sono cresciuti del 4,7 per cento rispetto al 2017, nonostante non vi sia stato alcun aumento
delle aliquote fiscali e il Pil sia salito del 2,1 per cento. In questo, si
legge nel report stilato dal governo portoghese, ha svolto un “ruolo centrale”
proprio la maturazione del progetto di fatturazione elettronica.
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