da: Il Fatto Quotidiano
Adesso all’informazione tutta, e in primis a noi giornalisti, sarebbe consigliabile maneggiare con grande cautela il fenomeno delle “sardine”, esploso dieci giorni fa nella piazza di Bologna e che si avvia a spopolare da Nord a Sud, da Genova a Roma, a Napoli, a Palermo.
Chi fa questo mestiere (a cominciare da chi
scrive) dovrebbe tenere le antenne sempre alzate (o se preferite l’orecchio a
terra come gli indiani) per cogliere in tempo quelle particolari vibrazioni da
cui potrebbero scaturire sommovimenti e movimenti, soprattutto se imprevisti.
Diciamo la verità, eravamo così concentrati
a spaccare in quattro ogni sospiro di Salvini, Di Maio o Zingaretti che non ci
siamo accorti di quanto stava maturando nel corpo di una generazione ormai
lontana anni luce dai teatrini della politica, e dalle edicole. Ragion per cui
eviteremo analisi tardive del sorprendente fenomeno in atto dedicandoci
piuttosto a rievocare (con qualche flash soltanto) ciò che accadeva diciassette
anni fa nelle strade e nelle piazze italiane. Protagonisti di allora potevano
essere i padri o gli zii di chi oggi si ispira ai simpatici pesciolini azzurri:
si chiamavano girotondi.
Per non farla tanto lunga ricorderò che il
14 settembre del 2002 piazza San Giovanni a Roma si riempì a tal punto che la
folla invase altre strade e altre piazze nei dintorni e fu calcolata in
centinaia di migliaia di persone. Una manifestazione convocata nell’arco di
pochi giorni
sull’onda della protesta avviata a piazza Navona da Nanni Moretti. Contro le leggi approvate a raffica per garantire l’impunità dell’allora premier Silvio Berlusconi. E contro la tenue e distratta opposizione del centrosinistra, Ds e Margherita in testa, che ispirò al regista la celebre, rassegnata invettiva: “Con questi dirigenti non vinceremo mai”. Infatti, davanti alla mobilitazione spontanea di tanti cittadini tale fu la reazione stizzita dei partiti che qualche tempo dopo Furio Colombo, l’allora direttore dell’“Unità”, scrisse che i girotondi e le folle che li accompagnavano avevano preso tante di quelle secchiate di acqua gelida dai vertici del centrosinistra che a scendere in piazza non ci avrebbero provato più. Fu così che il girotondismo gradualmente esaurì la propria spinta innovatrice.
sull’onda della protesta avviata a piazza Navona da Nanni Moretti. Contro le leggi approvate a raffica per garantire l’impunità dell’allora premier Silvio Berlusconi. E contro la tenue e distratta opposizione del centrosinistra, Ds e Margherita in testa, che ispirò al regista la celebre, rassegnata invettiva: “Con questi dirigenti non vinceremo mai”. Infatti, davanti alla mobilitazione spontanea di tanti cittadini tale fu la reazione stizzita dei partiti che qualche tempo dopo Furio Colombo, l’allora direttore dell’“Unità”, scrisse che i girotondi e le folle che li accompagnavano avevano preso tante di quelle secchiate di acqua gelida dai vertici del centrosinistra che a scendere in piazza non ci avrebbero provato più. Fu così che il girotondismo gradualmente esaurì la propria spinta innovatrice.
Ciò avvenne più per opera degli “amici” (e
di qualche protagonismo eccessivo) che dei nemici. Oggi come allora il
proverbio che ha ispirato l’odierna rubrica ci sembra calzante, ma per una
ragione opposta al gelo di cui parlò Furio. Assistiamo infatti a forme di
entusiasmo tardivo della sinistra con un Pd indeciso (come al solito) sul da
farsi. Non può mettere il cappello su manifestazioni che non gli appartengono,
e a cui neppure aveva mai pensato. Ma non può neppure trascurarne l’impatto
perché comunque quelle sardine sono tutti elettori che potrebbero essere
determinanti per portare alla vittoria, in Emilia Romagna, Stefano Bonaccini
contro il duo Salvini-Borgonzoni.
Perciò a quei ragazzi sento di dare un
consiglio non richiesto: attenti soprattutto ai falsi amici, quelli che
vogliono solo usarvi per poi, quando non servirete più, cucinarvi a puntino.
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