Il
23,9% pensa che possano essere loro a provocare lo stupro con il modo di
vestire. E il 10,3% ritiene che spesso le accuse siano false. Gli stereotipi da
abbattere fotografati dall'Istat.
Pregiudizi odiosi e stereotipi pericolosi,
da smontare pezzo dopo pezzo. Secondo l’Istat, per il 6,2% degli italiani le
“donne serie” non vengono violentate.
Il 39,3% ritiene che una donna sia in grado
di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole. E il 23,9% – cioè
quasi una persona su quattro – pensa che possano essere loro a provocare lo
stupro con il modo di vestire, mentre il 15,1% è convinto che una donna che
subisce violenza quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in
parte responsabile.
I dati – inquietanti – sono contenuti nel
report “Gli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza
sessuale”, diffuso dall’istituto di statistica in occasione della Giornata
mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Come se non bastasse, per il 10,3% della
popolazione italiana spesso le accuse di violenza
sessuale sono false, dato che
sale al 12,7% tra gli uomini e scende al 7,9% tra le stesse donne. Il 7,2% è
convinto che di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono di no, ma
in realtà intendono sì. Infine, l’1,9% ritiene che non si tratti di violenza se
un uomo obbliga la moglie o la compagna ad avere un rapporto sessuale contro la
sua volontà.
Se poi si parla di conciliazione tra lavoro
e famiglia, secondo il 32% degli intervistati «per l’uomo, più che per la donna,
è molto importante avere successo nel lavoro»; per il 31,5% «gli uomini sono
meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche»; per il 27,9% «è l’uomo a
dover provvedere alle necessità economiche della famiglia». Mentre per l’8,8%
«spetta all’uomo prendere le decisioni più importanti riguardanti la famiglia».
Non a caso il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, ha ricordato che «benché molto sia stato fatto anche in
Italia», la violenza «non smette di essere un’emergenza pubblica e per questo
la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere. Le donne
non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di
soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da
persone conosciute». Ogni donna «deve sentire le istituzioni vicine, dobbiamo
continuare ad adoperarci nella prevenzione, nel sostegno delle vittime e dei
loro figli, nel reperimento delle risorse necessarie e nell’elaborazione di ciò
che serve per intercettare e contrastare i segnali del maltrattamento».
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