Secondo alcuni, come Paolo Natale, autore
dell’articolo che trovate nel post sotto, il M5S dovrebbe tornare a fare
opposizione dura e pura contro le malefatte, pena: l’estinzione.
Non sono d’accordo.
Non riguarda solo il M5S, riguarda tutti i movimenti, partiti,
associazioni che dir si voglia, che nascono
come opposizione a un sistema politico e/o culturale (ogni sistema politico ha un sistema culturale o sottoculturale che lo
supporta, lo mantiene, lo sviluppa).
Si nasce “contro” purchè si abbiano
valori, principi, idee, proposte. Ma questo paese ha l’urgenza di una classe
politica che sappia governare, gestire.
Quindi, nel momento in cui il “contro” vince e arriva nella stanza dei bottoni,
deve saper governare. Con errori, limiti, qualche contraddizione, ma dovrà
saper realizzare in tempi ragionevoli e con gli inevitabili compromessi, ciò che
lo distinguerebbe dal sistema che - temporaneamente - aveva sconfitto.
A che serve opporsi a certi partiti, a un
certo sistema politico, se non per cambiarlo. Si vuole l’opposizione permanente
o si vuole governare, legiferare in modo differente verso una società diversa? Il
potere non è amico. E’ uno strumento che devi saper usare. E’ tanto lusinghiero
quanto ingannevole. Per questo devi possedere valori, principi, idee, capacità
di proposta e di gestione. Nonché, capacità comunicativa.
Se un movimento, un partito, non sa “occupare
la stanza dei bottoni” per realizzare i cambiamenti che chiedeva e/o urlava
dall’opposizione, è condannato a perdere. A sparire.
Più o meno lentamente. Anche
ritornando nel posticino comodo dell’opposizione. Perché succederà che quel
ritorno all’opposizione difficilmente renderà il movimento o partito credibile
come lo era al momento della nascita e della sua crescita. Gli rimarrà il
cosiddetto zoccolo duro, quello formato da malpancisti, da indivualisti, o dai “puristi”
che pensano solo a stare nel “contro”. Uno zoccolo duro che sarà minoranza
della minoranza nelle urne elettorali.
Difficilmente quel movimento o partito
ritornerà a vincere e risedersi nella stanza dei bottoni. A meno che, non s’incontrino
esigenze, priorità, mal di pancia, individualismi, ecc..che portino a riabbracciare
nuovamente quel movimento o partito messo all’angolo.
Ma il leader difficilmente sarà quello
della prima ora. Vedi Bossi à Salvini…
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