da: La Stampa
Ucraina,
Obama punta il dito contro la Russia “Ha violato gli impegni e inviato armi e
soldati”
Summit con la Merkel a Washington: «Mosca
ha inviato altri soldati invece che ritirarli». Il Cremlino: no agli ultimatum.
A rischio il vertice a quattro di mercoledì a Minsk.
Gli Stati Uniti sono pronti a fornire armi
all’Ucraina se la via diplomatica dovesse fallire. È il messaggio che Barack
Obama invia alla Russia, confermando quello che già circolava da giorni. E lo
ha fatto davanti alla cancelliera tedesca Angela Merkel, ricevuta nello Studio
Ovale della Casa Bianca, che dal canto suo ha ribadito il “no” a qualsiasi
soluzione militare della crisi.
Il franco faccia a faccia tra i due leader
- durato circa due ore - si è svolto mentre a Bruxelles i ministri degli Esteri
della Ue avevano da poco deciso nuove sanzioni verso Mosca, pur rinviandone
l’attuazione. Tutti infatti aspettano di vedere come andrà a finire il vertice
di Minsk, dall’esito quanto mai incerto, come ha ammesso la stessa Merkel da
Washington. Sottolineando senza mezzi termini come con la crisi ucraina sia
oramai in gioco «l’ordine della pace in Europa».
Con Vladimir Putin, del resto, è sempre più
muro contro muro. Lo “zar” del Cremlino, in vista del summit di mercoledì, ha
messo in guardia Europa e Stati Uniti usando parole forti: «La Russia non
accetterà mai alcun ultimatum». «Nessuno - ha detto il suo portavoce - ha mai
parlato e potrà mai parlare al presidente con il tono dell’ultimatum». Ma
quello lanciato da Obama stasera gli assomiglia molto.
Il presidente Usa ha infatti puntato più
che mai il dito contro il Cremlino: «La Russia ha violato tutti gli impegni
presi con l’accordo di Minsk, continuando a operare nell’Ucraina dell’est,
inviando soldati e artiglieria pesante e distruggendo interi villaggi». Per
Obama, dunque, le sanzioni - che pur stanno colpendo in maniera durissima
l’economia russa - potrebbero non bastare più. E lo ha detto chiaramente
durante la conferenza stampa congiunta con la Merkel, pur auspicando «una
risposta unitaria» degli alleati europei.
«Noi incoraggiamo la soluzione diplomatica.
Bisogna andare avanti con le sanzioni», ha spiegato il presidente americano.
«Ma è vero - ha aggiunto - che ho chiesto al mio team di valutare tutte le
opzioni se la diplomazia dovesse fallire. E la possibilità di fornire armi
letali difensive - ha aggiunto - è una delle opzioni che viene esaminata e
valutata».
Obama ha comunque sottolineato come
«nessuna decisione» sia stata ancora presa: «Mi sono consultato con la
cancelliera Merkel e lo farò con gli altri alleati». Ma la convinzione della
Casa Bianca - affermano fonti dell’amministrazione statunitense - è che armando
Kiev e favorendo una controffensiva degli ucraini possa diventare più difficile
per Putin giustificare col popolo russo il coinvolgimento in una guerra mai
dichiarata. Un coinvolgimento finora ufficialmente negato dal Cremlino.
Intanto le notizie che, alla vigilia del summit
di Minsk, arrivano dal terreno non facilitano la creazione di un clima
favorevole all’accordo. Da Kiev, infatti, parte l’ennesima denuncia nei
confronti di Mosca: 1.500 soldati russi avrebbero attraversato la frontiera con
l’Ucraina tra il 7 e l’8 febbraio, portando con sé anche mezzi e armi pesanti.
E sul campo di battaglia si continua a morire, con decine di vittime solo negli
ultimi giorni. Nella notte inoltre un impianto chimico è stato colpito a
Donetsk, producendo un’esplosione così potente da essere udita in tutta la
roccaforte dei separatisti del sud-est ucraino.
Una
situazione quasi senza controllo, che potrebbe accelerare l’azione da parte di
Washington. Col rischio però, sottolineano molti osservatori, di spaccare il
fronte occidentale.
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