da: Il Fatto Quotidiano
Un
servizio sulla scuola, ma lo staff del Ministero non gradisce le critiche ai
provvedimenti del governo
Renzi,
allergia alle inchieste. Raffica di tweet anti-Iacona
di Paola
Zanca
C’è stato un tempo in cui arrivava la telefonata in diretta. Erano i Silvio Berlusconi, i Mauro Masi che, incapaci di contenere l’ira sul divano di casa, si intromettevano, puntualizzavano, sbraitavano. Ma nell’era di Matteo Renzi anche l’incursione nel talk show ha cambiato mezzo. E domenica sera si è messo in piedi il primo tweet-bombing ministeriale contro la videoinchiesta sulla scuola trasmessa da Presa Diretta di Riccardo Iacona. Stilettate da 140 caratteri contro chi ha osato mettere in discussione i programmi del governo su istruzione e edilizia scolastica.
La prima mossa, sia chiaro, l’aveva fatta
lui, Matteo: due lunedì fa, guardando Piazzapulita, ha inaugurato la stagione
del rosicamento via Twitter: “Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e
retropensieri - scriveva - basta una sera alla Tv e finalmente capisci la crisi
dei talk show in Italia”. Sull’argomento, qualche
giorno dopo, si erano
esercitati perfino gli inglesi del Guardian, immaginando che quel tweet potesse
essere l’inizio della fine del pollaio politico in tv. Il conduttore, Corrado
Formigli, aveva invece interpretato il messaggio con canoni decisamente più
italiani: l’evoluzione (in peggio) della telefonata insofferente. “Trovo
inopportuno che il presidente del Consiglio intervenga su come debba essere
fatta l’informazione in Italia - disse Formigli al fattoquotidiano .
it -
Mi pare uno sconfinamento. Dovrebbe stare a governare. Non è un utente qualsiasi che passa da
Twitter e lascia il suo commento, è l’uomo più potente d’Italia”.
Contro Presa Diretta, Renzi non ha
twittato. Ma che gli prudessero le mani lo si intuisce dalla raffica di retweet
(citazione di frasi scritte da altri utenti) compulsata mentre andavano in onda
i servizi di Iacona. Ne ha scelti 8, tutti provenienti da staff, sottosegretari
e consulenti del ministero dell’Istruzione. Che nel frattempo, sui loro
profili, si esercitavano nella demolizione della puntata in corso.
C'è il capo di gabinetto del ministro
Stefania Giannini, Alessandro Fusacchia: “La cosa più importante che dovrà fare
#labuonascuola è insegnare ai ragazzi l'onestà intellettuale. E il rifiuto
degli slogan semplici”. C'è il suo collega Francesco Luccisano, capo della
segreteria tecnica: “Peccato che #Presadiretta non abbia monitorato i 2000
eventi autorganizzati in giro per il Paese”. E ancora, il sottosegretario Davide
Faraone, renziano doc: “Ma uno che ne parla bene di questa riforma sulla scuola
lo avrete intervistato? ”. E pure la deputata Simona Malpezzi: “Spieghiamo a
@Presa_Diretta come si legge la stabilità? I miliardi di investimento sono tre.
Il miliardo vale solo x i mesi da settembre a dicembre”. Infine la responsabile
scuola del Pd, Francesca Puglisi: “Governo @matteorenzi assume 148.000 docenti
precari. La più grande assunzione della storia. Iacona, chiamali tagli”. Il suo
collega senatore Andrea Marcucci va giù dritto: “Neanche uno, neanche per
sbaglio, parla bene o con cognizione della riforma scuola”.
Ma il tweet bombing, almeno su Riccardo
Iacona, non ha ottenuto l’effetto sperato. “Interessante nuova frontiera della
comunicazione”, lo liquida. Piuttosto, rivendica il giornalista, sono i numeri
che contano. E le opinioni di chi, tra i banchi, ci vive e ci lavora. “Abbiamo
dimostrato che le scuole, senza il contributo dei genitori, non potrebbero
nemmeno aprire il portone. Non bisogna spaventarsi dei problemi – dice Iacona
al governo - così come non si possono rimpiazzare le risorse con le parole”.
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