La slide parlante di Matteo Renzi: Maria
Elena Boschi, ha iniziato con la tv “compiacente” della versione maschile della
D’Urso – tale Massimo Giletti - a
“preparare il terrento” per il suo capo - tale Matteo Renzi – che sta per
riproporre quella norma infilata tra il lusco e il brusco la vigilia di Natale nel
decreto sulla delega fiscale e che, causa scoperta del Fatto Quotidiano, ha
dovuto ritirare velocemente.
Si tratta dell’articolo 19 bis che prevede
la depenalizzazione dei reati fiscali di evasione e frode quando l’importo
evaso non supera il 3% dell’imponibile dichiarato o dell’imposta sul valore
aggiunto. La “preparazione del terreno” consiste
nel far credere agli italiani che si tratti di una norma equa e corretta. Come
al solito, quando fa loro comodo, i politici fanno i confronti con gli altri
paesi europei. Nella fattispecie: la Francia. Dove, secondo la Boschi, la
soglia è addirittura del 10%.
Ma il Fatto Quotidiano afferma che la Boschi
non l’ha raccontata tutta (articolo sotto). Rimango in attesa che la slide
parlante – tramite tv – smentisca il Fatto Quotidiano. O, al contrario – tramite
tv compiacente – ammetta il suo errore. Che ha commesso in assoluta buona fede.
Nevvero?
Salva-Berlusconi,
Boschi: “In Francia legge uguale con soglia al 10%”. Ma non è vero
L’articolo
19 bis del decreto attuativo della delega fiscale? “In Francia hanno una norma
uguale, con una soglia più alta”, ha detto il ministro per le Riforme in
diretta tv a "L'Arena, su Rai Uno. Ma le cose non stanno affatto così:
oltralpe il limite oltre il quale l’evasione è considerata reato è di 153 euro
da: Il Fatto Quotidiano
L’articolo 19 bis del decreto attuativo
della delega fiscale, ovvero il cosiddetto “salva-Berlusconi“? Non è una norma pensata per salvare l’ex
Cavaliere, ma riguarda 60 milioni di italiani. Parola di Maria Elena Boschi:
il
ministro delle Riforme, quelle stesse riforme che il governo Renzi sta
portando avanti grazie all’accordo stretto il 18 gennaio 2014 con Forza Italia
e il suo leader che di quella norma sarebbe il primo e più illustre
beneficiario, lo ha spiegato durante la trasmissione
L’Arena, su Rai Uno, aggiungendo: “In Francia hanno una norma uguale, con una
soglia più alta, non del 3% ma del 10% di non punibilità”. Ma le cose non
stanno affatto così.
“Non credo che possiamo fare o non fare una
norma, che riguarda 60 milioni di italiani, perché c’entra o meno Berlusconi.
Così si resta fermi agli ultimi 20 anni…”, ha detto il ministro, ospite
del programma di Massimo Giletti sulla rete ammiraglia Rai, a proposito di
quanto inizialmente previsto sull’evasione fiscale dal decreto del governo poi
rinviato. “La norma – precisa il ministro – non è a favore di Berlusconi, ma
riguarda tutti. Come ha detto Renzi, il 20 febbraio riaffronteremo il tema. Ma
che non sia una norma per Berlusconi lo dimostra il fatto che in Francia hanno
una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3% ma del 10% di non
punibilità dell’evasione fiscale ai fini penali”. La Boschi, tuttavia, non la
dice tutta.
Perché il Code général des impôts prevede una doppia soglia: una, sì, del 10% ma
anche una molto più bassa: 153 euro. Oltre la quale l’evasione è considerata
reato. “Chiunque si sia fraudolentemente sottratto o abbia tentato di
sottrarsi al pagamento totale o parziale delle imposte previste in questo
codice – recita l’articolo
1.741 nella formulazione entrata in vigore nel 2013
– sia che abbia volontariamente omesso di
presentare la dichiarazione nei tempi prescritti, o
abbia deliberatamente nascosto parte degli importi soggetti a imposta, sia
che abbia organizzato la propria insolvenza o abbia ostacolato in
altri modi la riscossione, o abbia messo in atto qualsiasi altro tipo di
condotta fraudolenta, è passibile, indipendentemente dalle sanzioni fiscali
applicabili, di una multa di 500.000 euro e del carcere per cinque anni. (…)
Questa disposizione si applica nel caso in cui l’occultamento superi un decimo della base imponibile o la
cifra di 153 euro“. Quindi, in base alla legge (un testo nato per
escludere il penale per le microevasioni), il fisco d’oltralpe è autorizzato a perseguire penalmente chiunque evada più di
153 euro: sta all’Agenzia delle entrate segnalare alla magistratura quali
evasioni perseguire. Ovviamente quelle milionarie finiscono automaticamente
sotto la lente d’ingrandimento della Giustizia, a differenza di quelle di
piccola entità.
Un’interpretazione confermata da varie prese
di posizione dell’Ordine degli avvocati di Parigi (“L’occultamento volontario
al fisco di tutti i redditi superiori ai 153 euro è punito dall’articolo 1.741
del Code général des impôts con cinque anni di prigione”), dalla lettura che
il governo francese dà sul proprio sito degli “Elementi costitutivi del reato
di frode fiscale” e dalla risposta che l’esecutivo transalpino forniva ad
un’interrogazione parlamentare con la quale il socialista Girard
Joel chiedeva di alzare la soglia perché “troppo bassa”: “L’articolo 1741
del Codice generale delle imposte prevede una soglia di 153 euro. Questo limite
è stato fissato durante lo sviluppo del testo, ormai molto vecchio. Tuttavia
l’impegno a perseguire penalmente l’evasione fiscale è solitamente
riservato per le frodi più gravi, per le quali è stata scartata la buona
fede del contribuente. Tuttavia, è in corso una riflessione sulla necessità di
cambiare sul testo”. Ma il testo, con la soglia dei 153 euro, non è stato mai
modificato.
Il putiferio era scoppiato ai inizio
gennaio, quando l’articolo 19 bis
cominciò a campeggiare sulle prime pagine dei quotidiani: in base alla norma, inserita da una sconosciuta “manina”
nel decreto di attuazione della delega fiscale a modificare il decreto
legislativo n. 74 del 2000, i reati
fiscali di evasione e frode sono depenalizzati se l’Iva o l’imposta sul reddito
evasa non supera “il 3% rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o
dell’imponibile dichiarato”. In base alla nuova formulazione l’evasione fiscale per la quale Berlusconi venne
condannato il 1° agosto 2013 a quattro anni risulta molto al di sotto della
soglia del 3% di non punibilità.
Con il fuoco delle polemiche che divamapava
alto, Renzi bloccava il decreto: “Se qualcuno immagina che in questo
provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c’è problema: noi ci
fermiamo, questa norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione
del Quirinale”. Così il 20 febbraio tutti i decreti delegati pronti
in materia fiscale saranno portati in Consiglio dei ministri e dalle
parole della Boschi emerge la volontà del governo di non modificare il testo
contestato: le riforme, è la volontà di Renzi, devono andare avanti. “Andranno
avanti comunque – spiegava il premier dopo l’elezione di Sergio Mattarella al
Colle – ma io scommetto anche con l’apporto di Forza Italia“.
l'onorevole boscho ha affermato che la nuova legge sulla non punibilità dell'evasione è a favore di 60 milioni di Italiani...
RispondiEliminaPregherei la signora, giusto per essere corretti, di togliere me da tale computo perchè non temo alcuna verifica fiscale, Io...
Probabilmente lei e i suoi congiunti, invece, hanno bisogno di tale salvacondotto!!!!
E questa è la differenza tra lei e me !!!!