Nuova
tragedia nel Canale di Sicilia. L'associazione umanitaria: colpa della fine di
Mare Nostrum
Almeno 300 morti. E' il bilancio ancora del
tutto provvisorio dell'ennesima tragedia dei viaggi della disperazione,
avvenuta nel Canale di Sicilia e raccontata dai nove migranti superstiti,
giunti all'alba di stamane a Lampedusa dopo essere stati salvati da un
mercantile. I sopravvissuti, che si trovavano a bordo di due gommoni, hanno
riferito di aver fatto parte di un gruppo molto più ampio, ma al momento è
difficile stabilire esattamente il numero. Di certo, secondo quanto raccontato
dai migranti, la cifra non sarebbe inferiore alle 300 vittime. Almeno duecento,
infatti, erano gli occupanti dei due natanti intercettati, mentre un altro
centinaio era a bordo di una terza imbarcazione, della quale però non si ha più
traccia. I migranti hanno riferito di essere partiti sabato dalla Libia, e di aver
affrontato il mare con onde altre anche dieci metri prima di venire recuperati.
A seguito della notizia, Amnesty International ha dichiarato che l'Unione
europea e i suoi stati membri devono abbassare la testa per la vergogna.
"Con questa nuova tragedia si sono avverati i nostri peggiori timori sulla
fine dell'operazione di ricerca e soccorso Mare Nostrum. Stanno
emergendo le
prevedibili conseguenze dell'assenza una sostituzione adeguata di
quell'operazione da parte dell'Unione europea", ha dichiarato John
Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty
International. "La crisi umanitaria che aveva reso necessaria l'operazione
Mare Nostrum non è finita. Mentre le persone continuano a fuggire dalla guerra
e dalla persecuzione e centinaia di esse a morire in mare, gli stati membri
dell'Unione europea devono smetterla di nascondere la testa sotto la
sabbia" ha proseguito Dalhuisen. Secondo l'Alto commissariato delle
Nazioni Unite per i rifugiati, il numero dei migranti irregolari giunti via
mare nel gennaio 2015 è aumentato del 60 per cento rispetto a un anno prima,
quando Mare nostrum era in funzione. Questo renderebbe priva di senso la tesi
che l'operazione di ricerca e soccorso in mare di cui tanto è stata celebrata
la fine avesse incoraggiato i migranti a intraprendere viaggi pericolosi nel
Mediterraneo.
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