da: Il Fatto Quotidiano
Ieri, all'inaugurazione dell'anno
giudiziario della Corte dei Conti, Matteo Renzi non c'era, come sempre quando
c'è poco da ridere.
Si spera però che la ministra Madia,
casomai ci avesse capito qualcosa, gli abbia fatto un sunto della relazione del
presidente Raffaele Squitieri: "Crisi economica e corruzione procedono di
pari passo, in un circolo vizioso nel quale l'una è causa ed effetto
dell'altra" e oggi "il pericolo più serio per la collettività è una
rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi".
Il presidente Mattarella assentiva. Speriamo
che se ne ricordi quando gli arriveranno sul tavolo per la firma il decreto
delegato sui reati fiscali e, se mai il ministro Orlando riuscirà a scriverlo,
il ddl sui reati contabili: due provvedimenti che sono frutto dell'assuefazione
al malaffare" che non riguarda solo "la collettività", ma anche
e soprattutto il governo.
Cosa sono infatti le "soglie di non
punibilità" (sei o sette nel decreto fiscale, a partire dal famigerato 3%
sull'imponibile dichiarato, e almeno tre nel "nuovo" falso in
bilancio) se non la presa d'atto che i delinquenti sono troppi per punirli
tutti, dunque bisogna mettersi d'accordo e salvare quelli che delinquono solo
un po'? Viene in mente la vecchia battuta di Enzo Biagi sulla ragazza "un
po' incinta".
Ora il Consiglio dei ministri emenderà il
decreto di Natale e forse leverà dalla franchigia del 3% la frode fiscale,
lasciandovi però l'evasione: a quel punto chi si spaccava la testa a escogitare
gli artifizi e raggiri tipici della frode per non farsi beccare potrà tirare un
sospiro di sollievo: gli basterà non dichiarare fino al 3% dell'imponibile
dichiarato, o meglio ancora dichiarare un imponibile di fantasia per far sì che
ciò che intende evadere stia sotto il 3% e la farà franca.
Quanto al falso in bilancio, ieri Liana
Milella spiegava su Repubblica che le soglie di impunità non si
toccano, sennò salta lo storico accordo siglato giovedì fra il ministro Orlando
e il suo sottosegretario dell'Ncd Enrico Costa (una spe cie di
Ribbentrop-Molotov post litteram). Resta da decidere se la soglia resterà al 5
o al 3 o al 2% del risultato d'esercizio al lordo delle imposte, e che accadrà
a chi sta sotto. Varie opzioni: a) niente; b) una sanzione interdittiva; e) una
pena attenuata.
Essendo uomini di principio, però, i nostri
eroi sulla soglia non transigono: taroccare i bilanci un po' alla volta è cosa
buona e giusta, altrimenti si crea un pericoloso precedente e poi dove andremo
a finire. A questo punto, non si vede perché limitare le soglie ai reati
finanziari. Fissato il principio, davanti al legislatore si spalancano praterie
sconfinate.
Per la rapina in banca, ad esempio, perché
non prevedere una soglia di non punibilità pari al 3% dei soldi contenuti nelle
casse e nei caveau? "Mani in alto, questa è una rapina depenalizzata!
Quanto avete? Cento milioni? Benissimo, datemene 3 e un bacio sopra!".
Niente sirene, allarmi, inseguimenti, sparatorie. Tutto pulito. Ma anche per lo
scippo ai pensionati: "Scusi, vecchina, quanto ha ritirato di pensione?
500 euro? Perfetto, me ne dia 15 senza tante storie". Il segreto, anziché
rapinare un solo pensionato di tutta la pensione, è rapinarne qualche centinaio
per identico importo, avendo cura di non oltrepassare la soglie pro capite.
Per i furti in casa sarà più complicato:
bisognerà calcolare il 3% del valore dell'argenteria, dei quadri, dei gioielli
e della cassaforte e lasciare lì il resto. Più facile per gli assalti ai
supermercati: nello scaffale degli alimentari, su 100 salami, prelevarne fino a
tré; idem in quelli di elettrodomestici, computer, stereo ecc. Per i ladri
d'auto, sono consigliabili i parcheggi con almeno 30 vetture posteggiate. Per
il plagio, il segreto è copiare un po' alla volta, non tutto subito.
Per i reati sessuali, meglio non pensarci.
Per gli attentati terroristici, scegliere città molto popolose eliminando
massimo tré cittadini su 100. Nei sequestri di persona, si raccomanda di rapire
un solo bambino di famiglia numerosa.
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