Le lobby che finanziano i giornali vogliono
riaprire tutto e subito e da giorni ci bombardano d’ipotesi e retroscena sul
come e sul quando. Le solite secchiate di fake news per compiacere i loro
padroni preoccupati di un definitivo fallimento.
Non contenti, gli stessi giornali si
lamentano col governo della confusione attorno alla fase 2 quando solo loro a
crearla. Ipocrisia pura. Invece di attendere che Conte vari il piano di
riapertura ed informare i cittadini di conseguenza, fanno il solito fanta
giornalismo che in emergenze come questa nuoce doppiamente ai cittadini. Oltre
alla confusione alimenta vane aspettative e frustrazione pericolose dopo
settimane di quarantena. Un comportamento irresponsabile ma in linea con
l’andazzo degli ultimi decenni.
Se la stampa italiana è in crisi nera, la
colpa non è certo dei cittadini che non leggono più i giornali. La colpa è dei
giornalisti che li scrivono. A furia di fake news e di far politica spicciola
hanno perso ogni credibilità. Volenti o meno, consci o meno, gran parte della
stampa non è al servizio dei cittadini e quindi della verità dei fatti, ma è al
servizio dei loro padroni. Al servizio di chi gli paga lo stipendio e dei
politici che strada facendo devono ungere per far carriera. Un tradimento
storico che stanno pagando duramente.
Il problema dei giornalisti nostrani è che
i loro padroni e politicanti di riferimemento si sono rivelati d’infimo livello
e li hanno trascinati nel loro baratro e si son ridotti ad essere una delle
tante caste del paese. Una casta chiusa ed ottusa. Quello che infatti lascia
basiti è che nonostante i giornali non
li legga più nessuno e la stampa italiana viva una crisi di credibilità
epocale, non cambia nulla. Se fossero sani, i giornali si rinnoverebbero
per riconquistare la fiducia dei cittadini e il ruolo che gli spetta nella
società. Ed invece sono immobili e in mano alla stessa cricca di sempre che si
ostina a far giornalismo nello stesso sciagurato modo.
Se i giornali dipendessero solo dal mercato
avrebbero già chiuso da tempo. Tirano avanti mungendo lo stato e le tasche dei
loro padroni sperando che nel frattempo i cittadini cambino idea sul loro
conto. Nessuno che si ribella ai baroni e ad un sistema malato. Nessuno che
lotta per un giornalismo pulito e all’altezza dei tempi.
Ma a ben vedere in Italia funziona così
ovunque. I giovani sono tenuti sotto ricatto da qualche contrattino da fame e
se vogliono emergere devono omologarsi al sistema, devono accodarsi a qualche
cordata.
L’Italia è un paese che premia il
conformismo, coloro che non danno fastidio, quelli che abbassano la testa e
tengono la bocca chiusa quando serve. L’Italia premia chi garantisce al sistema
di sopravvivere ed emargina il nuovo e il diverso. È anche per colpa di questa
mentalità che siamo fermi come paese. Chissà se questa pandemia avrà qualche
effetto benefico sulla stampa. Chissà se si aprirà una fase 2 e anche in Italia
si potrà finalmente avere una libertà di stampa degna delle democrazie più
avanzate. Chissà se un giorno si potrà tornare a leggere i giornali.
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