L’ospedale alla Fiera di Milano è costato 21 milioni di euro. Oggi ha 53 posti (anziché i 400 previsti) e 10 pazienti.
Ieri il presidente della Regione Lombardia,
Attilio Fontana, ha chiesto al governo la riapertura delle attività produttive
dal 4 maggio al grido della “nuova normalità” e secondo le “4 D” che sono:
1. Distanza di almeno un metro tra le
persone, cioè quella che sta scemando da quando a Fontana ha disposto
mascherine (assenti) obbligatorie
2. Dispositivi, obbligo di mascherine
3. Digitalizzazione, smart working obbligatorio dove possibile
4. Diagnosi, test seriologici
Quale di queste “4 D” debbano essere
garantite dal governo della Lombardia non è specificato. Salvini, questa parte
del testo non glielo ha scritto.
L’obiettivo, oltre quello di non perdere
consensi elettorali, di non “scontentare” imprenditori, commercianti, piccole e
medie imprese e altro elettorato leghista è quello di rilanciare l’ospedale alla
Fiera di Milano.
Dai
che dal 4 maggio 2020 lo riempiamo. Posto che ci sia il
personale sanitario. Che non sia quello che fa il pendolare dal Policlinico
alla Fiera.
Salvini e Fontana hanno qualcosa in comune:
sono due cialtroni pericolosi. Gallera non è da meno. E quell’altro che grazie
a Dio non vedo e non sento da qualche giorno: Fabrizio Sala è il terzo
cialtrone.
La Lombardia non ha solo il primato del
coronavirus. Possiede anche il primato dei cialtroni al governo della Regione.
Il coronavirus passerà. Quanto meno in altre
regioni. Il virus dei cialtroni non passerà. Neppure alle prossime elezioni perché
- sia chiaro - non sono certo né il Pd né il M5S l’alternativa in Lombardia a
questi cialtroni.
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