da: https://www.lettera43.it/
Fase
2? Il commissario Arcuri frena: «Fine dell'emergenza lontana. No a un'ipotetica
ora X per tornare alle vecchie abitudini». Anche il virologo Crisanti
sconsiglia la riapertura: «Servono altri mesi di lockdown, come in Cina.
L'alternativa per poter uscire? Mascherine, test e tracciamenti». O arriverà
una seconda ondata dell'epidemia.
La luce in fondo al tunnel del coronavirus
è ancora lontana. E in questo momento, nonostante i miglioramenti della curva
del contagio, agli italiani non sono concessi slanci di ottimismo. Lo ha
confermato il commissario Domenico Arcuri: «Il numero di uomini e donne che
perderanno la vita per il virus continuerà a crescere. Nei prossimi giorni in
vista della Pasqua non dimenticate mai che si è portato via già 16.523 vite
umane. Torno a supplicarvi, nelle prossime ore non cancellate mai questo numero
dalla memoria».
«ATTENTI
A ILLUSIONI OTTICHE E PERICOLOSI MIRAGGI»
Insomma niente facili speranze: «Attenti a
illusioni ottiche, pericolosi miraggi, non siamo a pochi passi dall’uscita
dall’emergenza, da un’ipotetica ora X che ci riporterà alla situazione di
prima, nessun liberi tutti per ritornare alle vecchie abitudini».
MODELLO
CINESE? ALTRI MESI DI CHIUSURA
Anche il virologio dell’Università di
Padova Andrea Crisanti ha confermato la linea della prudenza: «Non bisognerebbe
dare date sulla riapertura del Paese e sul momento in cui sarà
possibile uscire di casa, perché la ripartenza dovrebbe avviarsi solo nel momento in cui avremo una condizione di rischio accettabile, altrimenti la ripresa dell’epidemia è pressoché certa». Crisanti ha parlato all’Ansa, dicendo che «se seguissimo il modello cinese per la riapertura sarebbero necessari ancora dei mesi».
possibile uscire di casa, perché la ripartenza dovrebbe avviarsi solo nel momento in cui avremo una condizione di rischio accettabile, altrimenti la ripresa dell’epidemia è pressoché certa». Crisanti ha parlato all’Ansa, dicendo che «se seguissimo il modello cinese per la riapertura sarebbero necessari ancora dei mesi».
C’È
UN PROBLEMA DI TRASMISSIONE INTRA-FAMILIARE
E i segnali incoraggianti? In questo
momento, rileva Crisanti, «siamo usciti dalla fase esponenziale dell’epidemia e
il numero dei casi per giorno è diminuito, tuttavia la curva di discesa è molto
lenta e siamo ancora in presenza di trasmissione del virus». Innanzitutto, ha
sottolineato il virologo, «bisogna capire da dove derivi questa trasmissione
residua e io penso che la causa principale sia la trasmissione intra-familiare,
fronte su cui bisogna agire».
IL
VERO PUNTO NON È “QUANDO” MA “COME” RIPARTIRE
Da qui anche l’importanza dell’avvio dei
test sierologici su larga scala su campioni della popolazione: «Saranno
importanti per effettuare un’analisi epidemiologica, ma anche per verificare le
categorie a rischio sulle quali eseguire anche i tamponi». Ma in vista della
Fase 2 di riapertura, secondo Crisanti, «bisogna essere molto cauti. Tutto
dipenderà da come ci prepariamo poiché il vero punto non è “quando” bensì
“come” riaprire».
SERVE
L’INDICE “R CON ZERO” PER RIAPRIRE IN SICUREZZA
Per la sicurezza totale infatti, «dovremmo
arrivare a un indice di trasmissione R con zero, ossia zero contagi, e
mantenerci su questo indice per diverse settimane. Solo dopo di ciò si potrebbe
riaprire in sicurezza. È il modello cinese, ma se dovessimo seguirlo sarebbero
necessarie ancora settimane di lockdown».
MODELLI
ORGANIZZATIVI FORTI O ARRIVERÀ LA SECONDA ONDATA
L’alternativa a questo scenario? «Avviare
la riapertura dotandoci di modelli organizzativi forti e preparandoci in modo
capillare, partendo da tre misure cruciali: dotare l’intera popolazione di
mascherine, aumentare le diagnosi e i test in modo cospicuo e attuare
tracciamenti dei casi e dei contatti su scala nazionale». Altrimenti arriverà
una seconda ondata di coronavirus.
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