da: Il Fatto Quotidiano
In tv funziona così: uno si permette di
sollevare qualche perplessità sulla gestione dell’epidemia in Lombardia, alla
luce dell’esplosione incontrollata dei decessi e subito viene rimbeccato in
malo modo dalle gerenze di Giornale, Libero,
La Verità con le seguenti, decisive argomentazioni.
1) È una vergogna fare di queste polemiche mentre
muoiono migliaia di persone. 2) È facile esprimere giudizi sommari standosene
ben comodi a Roma mentre a Milano è in corso la guerra affrontata a mani nude
da medici
e infermieri. 3) Se proprio si vuole
buttarla in politica, soltanto grazie alla sanità modello della Regione
Lombardia, a conduzione Lega (Fontana e Gallera), si sono potute evitare
conseguenze ancora più devastanti.
A questo punto per dimostrare l’assenza di qualsivoglia
pregiudizio politico si prova a elogiare le misure di contenimento adottate in Veneto dal
governatore Luca Zaia (leghista lui pure), e ci si chiede come mai una così marcata
differenza di contagiati e di morti con Milano, Bergamo, Brescia.
Risposte testuali: 1) “Colpa della sfiga”.
2) Colpa delle forze primordiali della natura, con il che si equipara l’espandersi
delle epidemie alla imprevedibilità per esempio “del terremoto de L’Aquila”(o
alle cavallette).
E le conseguenti indagini della
magistratura? “Roba di cattivo gusto” (Matteo Salvini). Dinanzi a cotante
evidenze scientifiche ci si arrende, e si soppesano i due distinti modelli di
analisi del fenomeno politico-sanitario Covid-19. Il Rituale Taumaturgico del
Divino Mago Otelma. Oppure il dossier: “Lombardia, domande inevitabili” di Milena Gabanelli e Simona Ravizza sul
Corriere della Sera di ieri che, dati alla mano, si presenta con queste parole:
“Dalla mancata zona rossa nella Bergamasca all’assenza di indicazioni e
supporto ai medici di base. Perché la regione conta così tante vittime?”. Che
domande di cattivo gusto.
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