da: Il Fatto Quotidiano - di Salvatore Cannavò
Nuova
liquidità alle imprese, bonus partite Iva a 800 euro
Il punto che al ministro de ll’Economia sta
più a cuore è un messaggio alle imprese. Per questo, nel corso di questa
intervista, annuncia che nei prossimi giorni sarà pronto un provvedimento per
ampliare le misure di liquidità con uno sforzo complessivo di 500 miliardi.
Annuncia anche un “decreto Aprile” che sarà “significativamente” più ampio del
precedente e smentisce qualsiasi differenza di linea con il premier Conte sulla
Ue.
La
crisi è sotto gli occhi di tutti: che stime fa sul Pil italiano dopo che Confindustria
prevede un -6% a fine anno?
Purtroppo sono stime realistiche. Le nostre
sono in corso di elaborazione e le pubblicheremo nel Def. Allo stesso tempo possiamo
ambire a una ripresa vigorosa. Più saremo rigorosi ed efficaci nell’azione di
contrasto all’epidemia, prima potremo ripartire. Le misure economiche che
stiamo adottando per evitare licenziamenti, sostenere il reddito e fornire
tutta la liquidità necessaria a evitare una riduzione di capacità produttiva
sono la necessaria premessa.
Finora
avete stanziato 25 miliardi. Quale sarà l’importo del decreto Aprile?
Sarà significativamente superiore al
precedente e sufficiente a fornire per tutta la durata della crisi il doveroso
sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese.
Si
parla di una “mega garanzia”per i prestiti alle imprese che potrebbe
comprendere anche i colossi sopra 5 miliardi di fatturato, ce lo può
confermare?
Già con il decreto Marzo abbiamo messo a
disposizione liquidità garantita per le Pmi e varato la moratoria dei crediti. Ora
stiamo finalizzando uno schema di supporto anche per le grandi imprese con una
garanzia molto consistente.
Oltre
ai 300 miliardi previsti?
Complessivamente ci attendiamo di liberare
risorse al servizio dell’economia reale per almeno 500 miliardi. Stiamo pensando
di intervenire già nei prossimi giorni per assicurare subito la liquidità
necessaria a tutte le imprese, anche anticipando questa misura rispetto al
resto del decreto con un decreto ad hoc.
Nel
decreto di aprile, il beneficio per le partite Iva può salire a 800 euro? Con
un’estensione della Cig?
L’estensione della cassa integrazione sarà
contenuta nel decreto Aprile e confermo che intendiamo rafforzare l’indennità per
i lavoratori autonomi.
È
favorevole o no a istituire un reddito di emergenza, con uno stanziamento da 3 miliardi?
Le cifre le vedremo. Basandoci sulla
procedura Inps, allargheremo la platea a chi si trova in momentanea difficoltà
economica ma è rimasto escluso da cassa integrazione e indennità.
Che
ne pensa della proposta di Beppe Grillo di un reddito universale?
Esiste già, si chiama reddito di
cittadinanza. Pur essendo stato istituito dal governo precedente e pensando che
debba essere migliorato sul lato delle politiche dell’occupazione, l’ho sempre
difeso e continuerò a farlo. D’altronde costituisce un potenziamento del Rei.
Però io penso che il cardine della nostra società debba essere il
lavoro e che la via maestra sia piena
occupazione, buoni salari e progressività delle imposte attraverso cui si
finanzia il welfare universale e gratuito.
Farete
qualcosa per i crediti delle imprese nei confronti della Pa? A quanto ammontano
oggi?
Le nostre stime parlano di 37 miliardi di
cui 25 scaduti. Accorceremo i tempi di pagamento anche grazie alle misure che
abbiamo inserito nella legge di Bilancio.
Lei
ha trattato con l’Eurogruppo per eliminare le condizionalità al Mes e poi Conte
ha spiazzato tutti al vertice del Consiglio respingendolo. C’è stato un cambio
di linea del governo italiano?
Io e Conte siamo sempre stati e siamo sulla
stessa linea e stiamo conducendo insieme, passo dopo passo, questo difficile
negoziato, come d’altronde è ovvio. Abbiamo sempre detto che tutte le risorse
disponibili devono essere immediatamente messe a disposizione degli Stati
membri senza alcuna condizionalità e che occorre dotarsi di strumenti nuovi
attraverso l’emissione di titoli comuni. All’Eurogruppo mi sono opposto all’adozione
di un documento conclusivo perché non rifletteva questa impostazione.
Sulla
richiesta di non avere condizionalità non era illusorio pensare che i nordici
potessero cedere?
Era illusorio pensare che avremmo ceduto
noi.
Qual
è dunque l’obiettivo italiano in questo momento?
Il mandato che il Consiglio europeo ha dato
all’Eurogruppo è di sottoporre ai capi di governo un ventaglio di proposte che
devono essere all’altezza della sfida del tutto inedita che questa crisi ci
pone. L’obiettivo dell’Italia è quello indicato dalla lettera dei nove Paesi, che
hanno chiesto di attivare tutti gli strumenti esistenti di politica fiscale e di
lavorare su uno strumento comune di debito europeo.
Può
escludere che l’Italia ricorra al Mes?
Il Mes è stato concepito per affrontare choc
asimmetrici, mentre questa è una crisi simmetrica che riguarda tutti, quindi un
suo uso sulla base dei meccanismi attuali, almeno da parte dell’Italia, è fuori
discussione. Pure l’idea di una nuova linea di credito precauzionale ci sembra
di scarsa utilità.
Più promettenti sono il potenziamento
dell’azione della Bei e lo strumento temporaneo di assistenza a cui sta lavorando
la Commissione facendo leva sul bilancio europeo. Ma servono soluzioni nuove
che garantiscano parità di condizioni e definiscano una risposta comune e
solidale adeguata.
In
ogni caso, sempre tenendo d'occhio l'inflazione, la Bce può iniettare liquidità.
È questa la strada maestra? In
fondo la ricetta Draghi riporta al ruolo della Banca centrale.
L’articolo di Draghi è stato commentato da
molti e capito da pochi, visto che parlava di liquidità garantita dallo Stato alle
imprese e non si occupava di Banche centrali né di Mes. La Bce sta fornendo
iniezioni poderose di liquidità e il suo ruolo è decisivo. Tuttavia a fianco
della Bce e in coordinamento con essa occorre uno sforzo comune di politica
fiscale, come quello messo in campo dagli Stati Uniti.
Stampare
moneta non può essere solo un tabù, se fatto con l’obiettivo keynesiano di risollecitare
la domanda.
È quello che sta già accadendo, quindi è
difficile parlare di tabù. Naturalmente, come la nottola di Minerva di Hegel, che
arriva quando il sole è già tramontato, l’ideologia spesso segue la realtà e
quindi molti libri di economia dovranno essere riscritti sulla base di quanto
sta accadendo.
Se
non ci fosse nessuna soluzione, cosa potrebbe fare l'Italia “da sola”?
L’Italia fortunatamente, non è da sola e si
appoggia a una Banca centrale che deriva la sua forza dal fatto di essere
europea.
Se
la Ue non farà nulla, non sarebbe la fine dell’Unione?
La Bce sta acquistando centinaia di
miliardi di titoli di Stato e fornendo liquidità pressoché illimitata al
sistema finanziario, il Patto di Stabilità è stato sospeso, le regole sugli
aiuti di Stato e quelle bancarie modificate. Dopodiché è evidente che i
cittadini europei si aspettano di più e che da questa sfida dipenderà la
natura, lo spessore civile e democratico e lo stesso futuro del progetto
europeo.
Questa
crisi ha riproposto la centralità dello Stato. Pensa che ci sarà un suo nuovo
ruolo nell'economia?
Dovremo proteggere le nostre aziende dalla
crisi e assicurare loro continuità e stabilità per non distruggere capacità produttiva
anche con forme nuove di intervento pubblico. La necessità di politiche industriali
per affrontare la sfida dell’innovazione, della sostenibilità e della
resilienza di fronte a crisi come questa ne esce ulteriormente rafforzata.
La
Thatcher disse: “La società non esiste, esistono solo gli individui”. Non pensa
sia finita l'epoca del neoliberismo?
Considerare la società una somma di
individui è un errore analitico prima ancora che politico. Solidi legami
sociali sono la condizione per il progresso del genere umano e per lo sviluppo
della persona.
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