lunedì 20 aprile 2020

Le banche nella doppia crisi: tra rischio violenza e emergenza economica



I sindacati: «Istituti non preparati. Possibili tensioni nei giorni dell'erogazione dei finanziamenti». Il Viminale conferma l'allarme. Allertati i prefetti. Per Patuelli (Abi) il settore potrebbe vivere un «cataclisma».

C’è la paura della violenza che si potrebbe scatenare per ottenere i finanziamenti e quella per la ricaduta in un’altra crisi dopo essere riusciti a superare quella gravissima del 2008. Le banche sono di fronte a «un rischio doppio» dice il presidente dell’Abi (associazione bancaria italiana) Antonio Patuelli, dovuto alla «crisi emergenziale che si sovrappone a una situazione economico-produttiva non di grandi numeri per il Pil, di stagnazione». Ma a far paura è soprattutto la lettera inviata alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, dai segretari generali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin che temono episodi di «violenza contro le lavoratrici e i lavoratori bancari»da lunedì per le richieste di fondi previste dal decreto imprese.

PREFETTI ALLERTATI PER LA SICUREZZA
I sindacati hanno chiesto «un intervento volto a rafforzare la sicurezza sociale, a tutela della sicurezza di chi si trova sui posti di lavoro e della clientela bancaria tutta». C’è «massima attenzione» da parte del Viminale, ha fatto sapere il ministro dell’interno. Tutti i prefetti sono stati da tempo allertati affinchè sia garantito un adeguato dispositivo di sicurezza sugli istituti in un passaggio così delicato. E l’attenzione, spiegano al ministero, continuerà ad essere elevata anche in seguito.

I SINDACATI: «ALCUNE BANCHE NON SONO PRONTE A RIAPRIRE»
Nella loro lettera a Lamorgese i segretari generali Lando Sileoni (Fabi), Riccardo Colombani (First-Cisl), Giuliano Calcagni (Fisac-Cgil), Massimo Masi (Uilca-Uil) ed Emilio Contrasto (Unisin) ricordano che «lunedì mattina partiranno le procedure per erogare i finanziamenti garantiti dallo Stato, introdotti col decreto legge numero 23 dell’8 aprile 2020, per poter aiutare imprese e professionisti in difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid-19». «Secondo le informazioni in nostro possesso – proseguono – alcune banche non sono ancora pronte, poiché non hanno predisposto le circolari interne né hanno modificato le procedure per poter accogliere le richieste da parte della clientela».

«FAREMO I NOMI DI CHI È IMPREPARATO»
Una situazione che, a loro dire, “potrebbe generare tensione fra i clienti che si recheranno nelle filiali e i bancari, sfociando in fenomeni di violenza che già sono stati registrati, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, in queste ultime settimane”. “Monitoreremo costantemente la situazione sull’intero territorio nazionale – avvertono – e denunceremo prontamente situazioni critiche e pericolose, così come faremo i nomi delle banche che effettivamente si riveleranno impreparate»
PATUELLI: «RISCHIO CATACLISMA»
Anche Patuelli, intervistato da Radio Radicale, ha speso parole per i lavoratori del settore: Coloro che lavorano in banca stanno facendo un superlavoro, quindi, invece di criticarli in anticipo bisognerebbe ringraziarli». «Quando c’è un incendio non bisogna discutere ma correre con i secchi a spegnerlo e il coronavirus è peggio di un incendio», ha dichiarato. «Bisogna constatare però che i pompieri e i volontari vengono ringraziati, i bancari invece criticati». Il presidente Abi ha anche precisato come «le banche stavano finendo di smaltire i costi di una crisi economico-finanziaria nata nel 2008 e scoppiata in Italia nel 2011, i numeri di Bankitalia non sono frivoli ma corretti, quindi vi è il rischio di un cataclisma».

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