I
sindacati: «Istituti non preparati. Possibili tensioni nei giorni
dell'erogazione dei finanziamenti». Il Viminale conferma l'allarme. Allertati i
prefetti. Per Patuelli (Abi) il settore potrebbe vivere un «cataclisma».
C’è la paura della violenza che si potrebbe
scatenare per ottenere i finanziamenti e quella per la ricaduta in un’altra
crisi dopo essere riusciti a superare quella gravissima del 2008. Le banche
sono di fronte a «un rischio doppio» dice il presidente dell’Abi (associazione
bancaria italiana) Antonio Patuelli, dovuto alla «crisi emergenziale che si
sovrappone a una situazione economico-produttiva non di grandi numeri per il
Pil, di stagnazione». Ma a far paura è soprattutto la lettera inviata alla
ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, dai segretari generali di Fabi,
First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin che temono episodi di «violenza contro le
lavoratrici e i lavoratori bancari»da lunedì per le richieste di fondi previste
dal decreto imprese.
PREFETTI
ALLERTATI PER LA SICUREZZA
I sindacati hanno chiesto «un intervento
volto a rafforzare la sicurezza sociale, a tutela della sicurezza di chi si
trova sui posti di lavoro e della clientela bancaria tutta». C’è «massima
attenzione» da parte del Viminale, ha fatto sapere il ministro dell’interno.
Tutti i prefetti sono stati da tempo allertati affinchè sia garantito un
adeguato dispositivo di sicurezza sugli istituti in un passaggio così delicato.
E l’attenzione, spiegano al ministero, continuerà ad essere elevata anche in
seguito.
I
SINDACATI: «ALCUNE BANCHE NON SONO PRONTE A RIAPRIRE»
Nella loro lettera a Lamorgese i segretari
generali Lando Sileoni (Fabi), Riccardo Colombani (First-Cisl), Giuliano
Calcagni (Fisac-Cgil), Massimo Masi (Uilca-Uil) ed Emilio Contrasto (Unisin)
ricordano che «lunedì mattina partiranno le procedure per erogare i
finanziamenti garantiti dallo Stato, introdotti col decreto legge numero 23
dell’8 aprile 2020, per poter aiutare imprese e professionisti in difficoltà
economica a causa dell’emergenza Covid-19». «Secondo le informazioni in nostro
possesso – proseguono – alcune banche non sono ancora pronte, poiché non hanno
predisposto le circolari interne né hanno modificato le procedure per poter
accogliere le richieste da parte della clientela».
«FAREMO
I NOMI DI CHI È IMPREPARATO»
Una situazione che, a loro dire, “potrebbe
generare tensione fra i clienti che si recheranno nelle filiali e i bancari,
sfociando in fenomeni di violenza che già sono stati registrati, a danno delle
lavoratrici e dei lavoratori bancari, in queste ultime settimane”.
“Monitoreremo costantemente la situazione sull’intero territorio nazionale –
avvertono – e denunceremo prontamente situazioni critiche e pericolose, così
come faremo i nomi delle banche che effettivamente si riveleranno impreparate»
PATUELLI:
«RISCHIO CATACLISMA»
Anche Patuelli, intervistato da Radio
Radicale, ha speso parole per i lavoratori del settore: Coloro che lavorano in
banca stanno facendo un superlavoro, quindi, invece di criticarli in anticipo
bisognerebbe ringraziarli». «Quando c’è un incendio non bisogna discutere ma
correre con i secchi a spegnerlo e il coronavirus è peggio di un incendio», ha
dichiarato. «Bisogna constatare però che i pompieri e i volontari vengono
ringraziati, i bancari invece criticati». Il presidente Abi ha anche precisato
come «le banche stavano finendo di smaltire i costi di una crisi
economico-finanziaria nata nel 2008 e scoppiata in Italia nel 2011, i numeri di
Bankitalia non sono frivoli ma corretti, quindi vi è il rischio di un
cataclisma».
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