Supponiamo che a un certo punto, speriamo
presto, vi siano buoni motivi per pensare di essere vicini alla meta di nuovi
contagi-zero. In sostanza significherebbe che, con i sacrifici dei cittadini,
si è arrivati ad avere pochissimi nuovi contagiati ogni giorno (nessun nuovo
contagiato è ovviamente impossibile, nel breve periodo).
Bene, a quel punto la pressione di tutti,
famiglie e imprese, per ripartire diventerebbe fortissima. Ascolteremmo
discorsi del tipo: noi abbiamo fatto il nostro dovere, adesso lasciateci
tornare a vivere e a lavorare.
Supponiamo anche, giusto per stare sul
concreto, che quel giorno sia fra 3 settimane, ovvero ai primi di maggio.
Ebbene, a quel punto potremmo riaprire?
La risposta è che questo non dipende da noi
comuni cittadini ma dipende dai nostri governanti. Se loro avranno fatto la
loro parte, i nostri sacrifici non saranno stati vani. Ma se invece non
l’avranno fatta, sarà perfettamente inutile quel che abbiamo patito fin qui
perché l’epidemia ripartirà. Prima a macchia di leopardo, con pochi e piccoli
focolai un po’ in ogni parte d’Italia, poi alla grande, quando i nuovi focolai
si espanderanno, più o meno come è già successo dalla fine di febbraio.
Ecco perché dobbiamo farci la domanda: ma
loro sono pronti? Hanno fatto i compiti?
E’ una domanda che, meritoriamente, alcuni
mezzi di informazione pongono, e ripropongono quotidianamente, a politici e
funzionari quando li interrogano su cose come tamponi, mascherine, test
sierologici, ma è anche una domanda cui seguono balbettamenti, frasi involute,
vaghe intenzioni, riflessioni e valutazioni che sarebbero in corso,
rivendicazioni di quel che si è fatto, ma nessuna chiara e univoca risposta, in
un frastuono di voci ora confuse, ora discordanti.
Eppure è la domanda cruciale: siete pronti?
Se oggi fossimo a contagi zero sareste in condizione di gestire la fase due?
Quel che si è capito fin qui è che loro non
sono affatto pronti. Perché se lo fossero ci direbbero cose come quelle che
seguono.
1. Ci siamo approvvigionati, ci sono
mascherine per tutti, abbiamo calcolato che ce ne vogliono 100 milioni al
giorno (almeno 2 a testa), le farmacie sono rifornite.
2. Di tamponi ne facciamo ancora pochi, ma
entro la settimana prossima arriveranno tamponi e reagenti, e saremo in grado
di farne 500 mila alla settimana come la Germania.
3. Abbiamo deciso di rinunciare al monopolio
pubblico dei test, da oggi chiunque lo desideri può sottoporsi a tamponi e test
sierologici in una struttura privata, o mediante prelievi a domicilio; episodi
come quello di Monfalcone, in cui i Nas hanno sequestrato i tamponi a
un’impresa che stava facendo i test ai suoi lavoratori, non si ripeteranno più.
4. E’ pronta una app per il tracciamento
dei contatti, ed è già operativa una task force di 5000 persone che ricostruirà
i contatti di ogni caso risultato positivo.
5. Ci sono 10 mila posti, in alberghi e
strutture para-ospedaliere, pronti ad accogliere chi non può passare la
quarantena a casa perché rischia di infettare i familiari.
6. L’Istat sta svolgendo un’indagine a
campione in tutto il territorio nazionale, entro una settimana avremo i dati
fondamentali per governare l’epidemia, a partire da quelli sul numero di
asintomatici e pauci-sintomatici.
7. Abbiamo deciso di de-secretare i
micro-dati (anagrafici e clinici) dell’Istituto Superiore di Sanità sui
positivi, per permettere agli studiosi di dare il loro contributo alla
comprensione dell’epidemia.
Sfortunatamente, di rassicurazioni di
questo tipo non v’è la minima traccia.
Ecco perché, da oggi in poi, noi ve lo
chiederemo sempre. Abbiamo preparato 7 domande, una per ciascuno dei 7 punti
precedenti, e le ripeteremo periodicamente, per fare il punto, e sapere se
avete fatto progressi, e a che punto siete. Potete non risponderci, ma la
vostra non-risposta sarà più eloquente di qualsiasi risposta.
Noi cittadini, la nostra parte la stiamo
facendo. Ora tocca a voi, che vi siete presi i pieni poteri per gestire
l’epidemia, dimostrarci che state facendo la vostra.
***
Bozza
di questionario
1. Quante mascherine al giorno, al momento,
sono in grado di fornire le farmacie e le altre strutture sanitarie?
2. Quanti tamponi al giorno, al momento, è
in grado di effettuare la Sanità Pubblica?
3. Esiste una data a partire dalla quale potremo
effettuare liberamente tamponi e test sierologici certificati, con la semplice
prescrizione di un medico?
4. Avete una app o un software per il
tracciamento dei contatti, e quante persone (oltre ai 74 esperti), finora, sono
state reclutate a questo scopo?
5. Quanti posti sono attualmente
disponibili per la quarantena di chi non può farla a casa?
6. In quale data partirà l’indagine
campionaria sulla diffusione del Covid-19 e in quale data saranno disponibili i
risultati?
7. Avete intenzione di de-secretare i
micro-dati sui casi positivi, i decessi, gli ospedalizzati, in particolare
quelli in terapia intensiva? In quale data la comunità scientifica potrà
accedere ai dati?
Nessun commento:
Posta un commento