martedì 25 marzo 2014

Svezia: incidenti stradali, il paese più sicuro

da: Lettera 43

Incidenti stradali, la Svezia è il Paese più sicuro
Carreggiate a tre corsie. Più attraversamenti per pedoni e ciclisti. Restrizioni sugli alcolici. Nello Stato scandinavo il minor numero di morti al mondo. Merito del piano Vision Zero, varato dal governo nel 1997.
di Pierluigi Mennitti

Il paradiso della guida sicura è in Europa, più precisamente in Svezia.
L'ultimo dato fornito dal ministero dei Trasporti di Stoccolma è suonato come un bollettino di vittoria: solo 264 morti in incidenti stradali in tutto il 2013. Un record mondiale di cui andare orgogliosi, specie se il numero si paragona con quello di 44 anni fa: dal 1970 il numero dei morti sulle strade svedesi è crollato di quattro quinti, sebbene da allora il parco macchine circolante è di fatto raddoppiato. Di più: allora il numero dei decessi di bambini sotto i sette anni era stato di 58, nel 2012 solo uno.
Il confronto con altri Paesi industrializzati è confortante, almeno dall'ottica scandinava: se su 100 mila svedesi in giro con l'auto in un anno solo tre finiscono al cimitero, la media sale a 5,5 nell'intera Unione europea, dove le regole stradali sono ormai unificate.

IL PAESE PIÙ PERICOLOSO? REPUBBLICA DOMINICANA. Va certamente peggio negli Stati Uniti, dove pure vigono norme severe sui limiti di velocità, che hanno registrato una media di 11,4, per non parlare del fanalino di coda: il Paese più pericoloso nel quale mettersi al volante è la Repubblica Dominicana, dove sempre su 100 mila automobilisti 40, per usare un eufemismo, non rientrano a casa.
Strade e autostrade svedesi sono dunque le più sicure del globo, tanto da attirare l'attenzione dei funzionari del traffico di New York, volati nelle scorse settimane a Stoccolma per carpire il segreto del successo scandinavo.
IL 1970 FU L'ANNO NERO. Il riferimento al 1970 non è casuale. In quell'anno si registrò il picco a livello mondiale delle morti per incidenti stradali. Da allora, molti Paesi hanno messo in campo misure per ridurre la pericolosità per chi viaggia, ma anche su questo terreno i risultati hanno rispecchiato il livello di educazione civica e soprattutto il benessere delle singole nazioni. Se nei Paesi ricchi generalmente il tasso di mortalità è sceso, in quelli più poveri è avvenuto l'esatto contrario, una tendenza accelerata dalla maggiore vendita di automobili.
IL PIANO VISION ZERO, VARATO NEL 1997. Ma di auto in giro ce ne sono di più anche nei Paesi benestanti. Qui, le misure adottate hanno consentito di ridurre questa vera e propria strage del benessere che ogni anno causa lutti strazianti e pesa in maniera gravosa sui bilanci dei servizi sanitari pubblici e privati. In nessun Paese però i risultati sono stati paragonabili a quelli ottenuti dalla Svezia. Nel 1997 il parlamento svedese varò un piano articolato, chiamato Vision Zero: «Semplicemente, non ci siamo arresi alla fatalità delle morti sulle strade», ha detto il responsabile dell'agenzia dei trasporti Hans Berg. Le misure hanno funzionato e oggi gli svedesi possono testimoniare la felice realtà della convivenza fra sistema di mobilità e sicurezza.

Strade più sicure: il sistema a tre corsie ha salvato almeno 145 vite

Le nuove regole hanno preso la questione alla lontana. La costruzione di nuove strade è progettata in modo da privilegiare la sicurezza rispetto alla velocità o alla convenienza economica.
Si spende di più in fase di costruzione, ma poi si risparmia in vite umane e cure in ospedale per i feriti. In tutti i centri urbani sono stati adottati severi limiti di velocità e sono state ampliate le aree dove è vietato superare i 30 chilometri all'ora (una proposta che in Germania avanzano da anni i Verdi, scontrandosi con le resistenze delle amministrazioni locali, degli automobilisti e dei costruttori di auto).
PIÙ ZONE PEDONALI. Sono anche aumentate le zone pedonali, bandite completamente alla circolazione automobilistica. E sono state realizzati 1.500 chilometri di strade a tre corsie, riservando alternativamente quella centrale al sorpasso di carreggiata, ora in un senso ora nell'altro. Invece di produrre confusione, questa trovata ha ridotto automaticamente la velocità dei veicoli contribuendo in maniera decisiva alla diminuzione dei sinistri. Il primo bilancio tracciato a 10 anni dall'introduzione di Vision Zero ha permesso di accertare che almeno 145 vite sono state salvate dall'adozione del sistema a tre corsie.
COSTRUITI 12.600 ATTRAVERSAMENTI. Particolare attenzione è stata riservata a pedoni e ciclisti, questi ultimi assai numerosi in Svezia, nonostante il clima: per facilitare gli attraversamenti di strade molto trafficate sono stati costruiti 12.600 passaggi di sicurezza che comprendono ponti pedonali e strisce zebrate evidenziate da flash luminosi e difese dai famigerati dossi, mentre le piste ciclabili sono state protette da opportuni cordoli o costruite lontano dalla sede riservata alle auto.
RESTRIZIONI AL CONSUMO DI ALCOLICI. Di sicuro un impegno economico notevole che spiega da sé il perché nei Paesi ricchi è stato più facile mettere in pratica piani strutturali.
Ovviamente si sono aggiunte anche continue restrizioni al consumo degli alcolici, piaga sempre piuttosto diffusa, con l'aumento delle pene pecuniarie e un più facile ritiro della patente: secondo gli statistici ormai meno dello 0,25% dei guidatori sottoposti ai test dell'alcool risulta positivo.
L'APPORTO DELLA TECNOLOGIA. Con questi risultati alle spalle, le autorità svedesi sono convinte di poter concretizzare quell'ambizioso «zero» che accompagna il piano di sicurezza. Il prossimo salto sarà affidato alla tecnologia, già abbondantemente utilizzata nei sistemi segnaletici e di informazione stradale.
Ora si pensa di obbligare i costruttori d'auto a impiegarla in funzione della sicurezza: la Volvo completerà nel 2017 il primo prototipo di auto senza guidatore. Si suppone che l'assenza dell'imprevedibilità umana possa garantire una guida più sicura. Difficile da digerire, ma nessuno avrebbe mai creduto che una strada a tre corsie riducesse il numero degli incidenti.

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