martedì 11 marzo 2014

Rai2: torna ‘The Voice’ con Noemi, Carrà, Pelù e J-Ax al posto di Cocciante

da: Agi

"The Voice" torna su Raidue, j-Ax al posto di Cocciante


J-Ax al posto di Riccardo Cocciante, Federico Russo alla conduzione, che sostituisce Fabio Troiano, affiancato dalla 'V-reporter' Valentina Correani con il compito di far partecipare il pubblico attraverso sito e social network. 

Con queste novità sta per ripartire su Raidue 'The Voice', il talent musicale alla sua seconda edizione, da mercoledi' 12 marzo in onda in prima serata. Nelle 14 puntate in programma, i coach Noemi, Raffaella Carra', j-Ax e Piero Pelù cercheranno di trovare, dandosi reciproca battaglia, la nuova voce italiana da lanciare nel panorama musicale. Lo show - realizzato dal Centro di Produzione Tv Rai di Milano nello studio 2000 di via Mecenate - prevede una gara che farà sfoggio non solo di voci, ma anche di hit leggendarie e contemporanee suonate dal vivo da una band; cinque le puntate dedicate alle blind audition, due per le battle, altre due per permettere ai coach di rubarsi i talenti e, infine, 5 puntate live che partiranno da maggio.

Il direttore di Raidue, Angelo Teodoli, ricordando il risultato del 2013 fatto
di oltre tre milioni di spettatori, ha sottolineato l'ingresso di J-Ax, spiegando che con lui "entra anche nuova sensibilità', quella musica rap e hip hop - ha detto - che forse mancava. E' un segno della dinamicità di questo programma. Russo e Correani, invece, sono testimoni importanti per quello che sarà la trasmissione quest'anno, perchè' sarà' seguita da un po tutte le piattaforme con un progetto che include anche l'interazione con Radio2".
Chiamato piu' volte in causa, J-Ax ha voluto chiarire che il "rap e' importante dagli anni '90, solo che un certo tipo di tv e stampa non se n'erano accorti. Ora se ne sono accorti - ha aggiunto - ed e figo che per parlare di rap in tv abbiano chiamato me". A Raffaella Carrà, invece, il compito di difendere lo show da una delle accuse della passata stagione, vale a dire quella che ha tacciato di 'buonismo' l'atteggiamento dei coach: "trovare le giuste parole per mandare a casa qualcuno - ha detto - non vuol dire essere buonisti, si tratta di buona educazione e sta bene ovunque".

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