domenica 30 marzo 2014

Riforma del Senato, il rischio secondo Piero Grasso: ma ci fa o ci è?

Nell’intervista di Liana Milella (oggi su Repubblica, clicca qui) al presidente del Senato,  Piero Grasso dice: «Certamente la  gente pensa, a ragione, che quasi mille parlamentari siano troppi, che la politica costi molto e produca poco, che sia venuto il momento di dare una sterzata. Ma avverto anche la forte preoccupazione di mantenere, su alcuni temi, la garanzia di scelte condivise. Con un sistema fortemente maggioritario, con un ampio premio di maggioranza e una sola Camera politica, il rischio è che possano saltare gli equilibri costituzionali e ridursi gli spazi di democrazia diretta».

Orbene.
Per quanto mi riguarda: 
1. Il premio di maggioranza assegnato al partito o coalizione che arriva al 35% di voti è una truffa;
2. Che a mettere mano a riforme costituzionali sia questa classe politica, inclusi il M5S dei guru Casaleggio e Grillo, di cui ho in mente l'ultima coglionata su Russia e Ucraina, fa paura.
Detto quanto sopra. Piero Grasso ci è o ci fa?
L’abolizione del Senato o la diversa composizione e le diverse attribuzioni che vorrebbe l’uomo solo al comando: tale Matteo Renzi, per Grasso rischiano di “ridurre gli spazi di democrazia diretta”.
Mi faccia capire.
Dove ha vissuto finora? In Senato c’è mai stato? Gli è mai capitato di leggere, sentire o venire a sapere ciò che succede a Montecitorio e a Palazzo Madama, dove dovrebbe esercitare la carica di presidente che è anche la seconda carica in assoluto dello Stato: se a Napolitano gli prende un malore, Grasso gli subentra.
Grasso si è mai accorto che prima Letta e ora Renzi presentano decreti leggi e disegni di legge “a scatola chiusa” che i due rami del Parlamento: Camera e Senato devono approvare perché il governo pone la fiducia.
Piero Grasso se li ricorda gli articoli 72 e 77 della Costituzione?

“Rischio di ridursi gli spazi di democrazia diretta”? La democrazia diretta non esiste più nel momento in cui non si osserva la Costituzione Italiana e il potere esecutivo, di fatto, riduce se non cancella le prerogative del Parlamento.
Che si debbano rivedere i meccanismi parlamentari per rendere più funzionale, efficiente ed efficace il lavoro dei parlamentari è poco ma sicuro. Ma che ci siano una o due camere, con o senza bagno e cucina abitabile, box auto, lavanderia e sauna e massaggio, non fa differenza, se il Parlamento continuerà ad essere il bovino esecutore dell’esecutivo, con tutti i rischi annessi e connessi.

L’Italia è una democrazia parlamentare con una Carta Costituzionale che stabilisce la divisione dei poteri esecutivo, legislativo, giudiziario. Piero Grasso veda di ricordarselo ogni giorno, non solo quando l’uomo solo al comando vuole imporre una riforma costituzionale. 

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